Referendum : Documento costitutivo del Comitato per il sì

I nomi dei firmatari

venerdì 4 novembre 2016 22.40
La riforma costituzionale rappresenta per noi una opportunità di cambiamento su cui costruire il futuro del nostro Paese. Dopo tanti tentativi falliti siamo convinti che sia necessario modificare l'assetto istituzionale del Paese perché, con questa scelta, segniamo il confine tra innovazione e conservazione, tra progresso e qualunquismo, tra politica e antipolitica. Ci sentiamo rappresentanti di un Comitato promotore di cambiamento, un Comitato che ci distingue da chi preferisce fare la comparsa di un conservatorismo sempre pronto alle barricate per difendere lo status quo, da chi sgomita per tenere il Paese sempre uguale a se stesso, da chi vede con preoccupante simpatia l'Italia prigioniera del populismo. A causa dei professionisti del No, l'Italia è infatti l'unico Paese membro della Unione Europea che ha conservato nei decenni il bicameralismo paritario, con una Camera "doppione" dell'altra. Questa struttura parlamentare ha effetti evidenti, oltre che sulla stabilità dei Governi, anche sulle tempistiche di approvazione delle leggi. Nella scorsa legislatura, i tempi medi delle iniziative legislative parlamentari in prima lettura sono stati di 306 giorni alla Camera e 411 al Senato, questi dati sottolineano tutta l'urgenza di un rinnovamento utile alla riduzione dei tempi delle procedure legislative, oltre che alla maggiore funzionalità delle nostre istituzioni. In Italia, con la riforma costituzionale, ci saranno la Camera dei deputati e il Senato delle Autonomie, con competenze ben distinte. Teniamo a precisare, inoltre, che il nuovo articolo 57 stabilisce che i membri del Senato (74 eletti tra i consiglieri regionali, 21 tra i Sindaci, oltre i 5 di nomina del Presidente della Repubblica) saranno eletti dai Consigli regionali "in conformità alle scelte espresse dagli elettori" durante le elezioni regionali. Una scelta che, da una parte rende il Senato il luogo della rappresentanza territoriale, e dall'altra dà piena possibilità al cittadino di scegliere i propri senatori.

La riforma inoltre mette l'Italia nelle condizioni di superare la frammentazione per ogni regione delle politiche infrastrutturali, così come delle politiche del turismo, ma soprattutto per ciò che concerne standard sanitari di gran lunga diversi. Con la riforma del titolo V avremo un unico ente, lo Stato, che avrà queste competenze e che garantirà procedure uniche ma soprattutto standard sanitari uniformi. Da Milano a Catanzaro. Si ridurranno tempi e si limiteranno i costi per gli investimenti. Sarà dunque più facile creare occasioni di lavoro. Per queste ragioni Confcommercio, Confartigianato, Confindustria, Coldiretti, Confcooperative, Legacoop, Associazione Cristiana Lavoratori Italiani, CISL con altre associazioni di categoria sono già schierate per il Sì al referendum costituzionale, di queste sigle chiamiamo a raccolta i rappresentanti territoriali così da poter raccontare insieme a loro l'opportunità della riforma ai nostri concittadini. Infine, essa definisce regole più certe per la partecipazione democratica alle scelte legislative, oltre a operare un'efficace opera di spending review ai costi della politica quantificata, a regime, in 500 milioni di euro all'anno. Per tutti questi motivi, insieme a tutti coloro che vorranno aderire al nostro appello, abbiamo deciso di intraprendere questa doverosa opera di cittadinanza attiva.E' Antonio Imbrici il Presidente Comitato Per il Sì, composto da : Nicola D'Ariano, Lucia Bucci, Domenico Dell'Aere, Giuseppe Matarrese, Francesco Gianferrini, Lilli Di Fazio, Salvatore Chingoli, Giovanni Suriano, Fedele Accetta, Marina Sinesi, Mimmo Di Pinto, Giuseppe Donativo, Peppino Capozzi, Riccardo Santovito, Filomena Di Nunno, Gaetano Di Muro, Elia Marro e Marco Silvestri.