Riordino giudiziario: resta attivo il Giudice di Pace di Canosa
Chiusi Ruvo di Puglia e Molfetta le cui competenze terminano a Trani
mercoledì 12 marzo 2014
15.41
Stop agli uffici del Giudice di Pace di Ruvo di Puglia e di Molfetta le cui competenze passeranno a Trani che, ovviamente resta attivo, insieme ad altri sei del circondario. Rimangono in piedi, infatti, gli uffici dei Giudici di Pace di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato e Minervino Murge, di competenza del circondario giudiziario di Trani, e nella provincia Barletta – Andria - Trani anche l'ufficio del Giudice di Pace di Trinitapoli, di competenza del circondario di Foggia. È la fotografia del territorio scattata nel decreto legislativo a firma del Guardasigilli, Andrea Orlando (pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia l'11 marzo), in cui si dispone il mantenimento degli uffici accogliendo dunque le istanze formulate dagli enti locali che si impegnano così a mantenere a loro cura e spese gli uffici giudiziari di prossimità nei loro territori.
La chiusura effettiva dei due uffici di Ruvo di Puglia e Molfetta avverrà il 31 marzo 2014, nei sei mesi successivi le udienze precedentemente fissate dinnanzi ai Giudici di Pace soppressi saranno comunque tenute presso i medesimi uffici. Il personale sarà assegnato per almeno il 50% al Tribunale o alla Procura della Repubblica di Trani, secondo i criteri che il Ministero dovrà concordare con le organizzazioni sindacali.
Per tale ragione la Funzione pubblica della Cgil, la Cisl Fp e Uil Pa nazionali hanno già richiesto un incontro urgente con il capo Dipartimento per affrontare il tema. «Certamente – commenta Massimo Marcone per la Funzione pubblica Cgil Bat – poteva andare molto peggio. La Funzione Pubblica Cgil, che pure è sempre stata contraria alla chiusura degli uffici giudiziari così come disposta, che si è tradotta in un maggiore aggravio di costi per i lavoratori e soprattutto per i cittadini che hanno visto, a loro volta, peggiorato e reso più caotico il servizio Giustizia, vigilerà affinchè siano rispettate le norme a tutela dei lavoratori e della sicurezza degli stessi, anche in virtù del fatto che attualmente gli immobili dove si amministra la giustizia, nonostante la recente inaugurazione del palazzo di via Montegrappa, sono oggetto di tutta una serie di problemi che speriamo vengano superati al più presto. Ci auguriamo – conclude Marcone – che in un prossimo futuro l'amministrazione comunale realizzi un piano organico dell'edilizia giudiziaria, cominciando ad investire i soldi pubblici in immobili pubblici lasciando definitivamente gli edifici privati attualmente in locazione che costano oltre 400 mila euro l'anno».
La chiusura effettiva dei due uffici di Ruvo di Puglia e Molfetta avverrà il 31 marzo 2014, nei sei mesi successivi le udienze precedentemente fissate dinnanzi ai Giudici di Pace soppressi saranno comunque tenute presso i medesimi uffici. Il personale sarà assegnato per almeno il 50% al Tribunale o alla Procura della Repubblica di Trani, secondo i criteri che il Ministero dovrà concordare con le organizzazioni sindacali.
Per tale ragione la Funzione pubblica della Cgil, la Cisl Fp e Uil Pa nazionali hanno già richiesto un incontro urgente con il capo Dipartimento per affrontare il tema. «Certamente – commenta Massimo Marcone per la Funzione pubblica Cgil Bat – poteva andare molto peggio. La Funzione Pubblica Cgil, che pure è sempre stata contraria alla chiusura degli uffici giudiziari così come disposta, che si è tradotta in un maggiore aggravio di costi per i lavoratori e soprattutto per i cittadini che hanno visto, a loro volta, peggiorato e reso più caotico il servizio Giustizia, vigilerà affinchè siano rispettate le norme a tutela dei lavoratori e della sicurezza degli stessi, anche in virtù del fatto che attualmente gli immobili dove si amministra la giustizia, nonostante la recente inaugurazione del palazzo di via Montegrappa, sono oggetto di tutta una serie di problemi che speriamo vengano superati al più presto. Ci auguriamo – conclude Marcone – che in un prossimo futuro l'amministrazione comunale realizzi un piano organico dell'edilizia giudiziaria, cominciando ad investire i soldi pubblici in immobili pubblici lasciando definitivamente gli edifici privati attualmente in locazione che costano oltre 400 mila euro l'anno».