Riordino sanità: Al Sud cittadini di serie B?
Laera Giuseppe scrive al Ministro Grillo
sabato 27 ottobre 2018
14.45
La Redazione di Canosaweb pubblica la lettera pervenuta dal Comitato SMA Putignano, a firma del portavoce Laera Giuseppe, inviata al Ministero della Salute, On. Giulia Grillo, e per conoscenza al Ministro per il Sud, Sen. Barbara Lezzi, e alle Commissioni Sanità della Camera e del Senato.
"""Sono Laera Giuseppe, portavoce di un piccolo Comitato S.M.A. di Putignano(BA) che si occupa da qualche tempo di analizzare le varie fasi del Piano di Riordino Ospedaliero riguardante la Puglia e del DM70 che regola questo processo. Ovviamente ci riteniamo semplici osservatori e probabilmente ci sfugge qualche dettaglio infinitamente tecnico, però abbiamo ormai una certa pratica sull'argomento tale da non farci cadere in errori macroscopici. Con il titolo in oggetto "Al Sud cittadini di serie B?" vogliamo porre direttamente a Voi un nostro quesito molto preciso e per certi versi preoccupante, sicuri che solo voi potete risponderci chiaramente in merito. Partendo dalla lettura attenta del DM70 siamo incappati nella questione apicale del Riparto del Fondo Sanitario alle Regioni. Cercando di essere quanto più sintetici, abbiamo scoperto che il criterio di riparto non usa il metodo della "quota capitarla secca" (cioè che ogni cittadino vale uno), ma il metodo della "quota capitaria pesata" (ogni cittadino non vale uno , ma un numero derivante da vari criteri di calcolo in base alla regione di appartenenza). Diamo qualche numero approssimativo per dare un 'idea:
Puglia> 4 milioni circa di abitanti > fondo sanitario 7 miliardi circa > quota capitaria 1700
Piemonte > 4,5 milioni circa di abitanti > fondo sanitario 8 miliardi circa > quota capitaria 1800 (ovviamente il calcolo è viziato dall'assenza di tutti i decimali del caso) .
Le riflessioni che derivano sono tante soprattutto osservando che altre regioni del sud (Sicilia,Calabria, Campania) hanno una quota capitaria inferiore alla media nazionale. In un momento in cui, in ossequio al DM70, le regioni sono state costrette anche a limitare l'offerta sanitaria attraverso la chiusura di reparti o interi nosocomi, sicuramente crediamo necessario e fondamentale un riequilibrio del Riparto del Fondo Sanitario alle Regioni attraverso la definizione di nuovi criteri di calcolo più equi e democratici che rispettino i cittadini e guardino di più ai bisogni reali di salute. E se prendete le statistiche in vostro possesso potete farvi un'idea. Se guardiamo la Puglia, se mediamente recepisce 1 miliardo di euro in meno ogni anno, sembra complicato ed inverosimile che riesca a raggiungere i livelli della sanità del Nord; il DM70 è molto interessante perché traccia la strada verso una sanità di qualità più che di quantità, ma con meno risorse come si può investire in maniera importante in innovazione ?
E la Puglia, per fortuna, gestionalmente è in buone mani tanto da essere stata promossa qualche giorno fa da Moody's ma il gap strutturale sarà difficile da recuperare o forse impossibile. In tutto questo per esempio la Puglia ha in essere la questione di Taranto e dell'Ilva, e personalmente non oso immaginare quanto ci è costato e costerà in termini di salute e di cure visto l'alta incidenza di patologie che si sono generate e che colpiscono anche e soprattutto i bambini. Con meno risorse da investire in innovazione aumenterà sempre più anche la mobilità passiva che grava pesantemente sul bilancio regionale. E la Sicilia ? la Calabria ? Quale prospettiva hanno ? Ci farebbe molto piacere avere chiarimenti in merito sperando che accolga il nostro contributo sul tema e/o ci rendiamo anche disponibili ad incontrarla a Roma se avrà piacere e voglia di riceverci""".
"""Sono Laera Giuseppe, portavoce di un piccolo Comitato S.M.A. di Putignano(BA) che si occupa da qualche tempo di analizzare le varie fasi del Piano di Riordino Ospedaliero riguardante la Puglia e del DM70 che regola questo processo. Ovviamente ci riteniamo semplici osservatori e probabilmente ci sfugge qualche dettaglio infinitamente tecnico, però abbiamo ormai una certa pratica sull'argomento tale da non farci cadere in errori macroscopici. Con il titolo in oggetto "Al Sud cittadini di serie B?" vogliamo porre direttamente a Voi un nostro quesito molto preciso e per certi versi preoccupante, sicuri che solo voi potete risponderci chiaramente in merito. Partendo dalla lettura attenta del DM70 siamo incappati nella questione apicale del Riparto del Fondo Sanitario alle Regioni. Cercando di essere quanto più sintetici, abbiamo scoperto che il criterio di riparto non usa il metodo della "quota capitarla secca" (cioè che ogni cittadino vale uno), ma il metodo della "quota capitaria pesata" (ogni cittadino non vale uno , ma un numero derivante da vari criteri di calcolo in base alla regione di appartenenza). Diamo qualche numero approssimativo per dare un 'idea:
Puglia> 4 milioni circa di abitanti > fondo sanitario 7 miliardi circa > quota capitaria 1700
Piemonte > 4,5 milioni circa di abitanti > fondo sanitario 8 miliardi circa > quota capitaria 1800 (ovviamente il calcolo è viziato dall'assenza di tutti i decimali del caso) .
Le riflessioni che derivano sono tante soprattutto osservando che altre regioni del sud (Sicilia,Calabria, Campania) hanno una quota capitaria inferiore alla media nazionale. In un momento in cui, in ossequio al DM70, le regioni sono state costrette anche a limitare l'offerta sanitaria attraverso la chiusura di reparti o interi nosocomi, sicuramente crediamo necessario e fondamentale un riequilibrio del Riparto del Fondo Sanitario alle Regioni attraverso la definizione di nuovi criteri di calcolo più equi e democratici che rispettino i cittadini e guardino di più ai bisogni reali di salute. E se prendete le statistiche in vostro possesso potete farvi un'idea. Se guardiamo la Puglia, se mediamente recepisce 1 miliardo di euro in meno ogni anno, sembra complicato ed inverosimile che riesca a raggiungere i livelli della sanità del Nord; il DM70 è molto interessante perché traccia la strada verso una sanità di qualità più che di quantità, ma con meno risorse come si può investire in maniera importante in innovazione ?
E la Puglia, per fortuna, gestionalmente è in buone mani tanto da essere stata promossa qualche giorno fa da Moody's ma il gap strutturale sarà difficile da recuperare o forse impossibile. In tutto questo per esempio la Puglia ha in essere la questione di Taranto e dell'Ilva, e personalmente non oso immaginare quanto ci è costato e costerà in termini di salute e di cure visto l'alta incidenza di patologie che si sono generate e che colpiscono anche e soprattutto i bambini. Con meno risorse da investire in innovazione aumenterà sempre più anche la mobilità passiva che grava pesantemente sul bilancio regionale. E la Sicilia ? la Calabria ? Quale prospettiva hanno ? Ci farebbe molto piacere avere chiarimenti in merito sperando che accolga il nostro contributo sul tema e/o ci rendiamo anche disponibili ad incontrarla a Roma se avrà piacere e voglia di riceverci""".