Saldi: la confusione regna ancora sovrana
Partono dal 5 gennaio 2017
mercoledì 28 dicembre 2016
0.13
In Puglia l'anno non poteva che finire con le polemiche e questa volta al centro del contenzioso c'è la questione saldi invernali 2017. La Regione Puglia, infatti, ha inteso modificare la previgente disposizione regolamentare pubblicando sul B.U.R.P. n. 119 del 19-10-2016 l'ennesimo REGOLAMENTO REGIONALE, il n. 10 del 18 ottobre 2016. In particolare la questione riguarda le vendite di fine stagione o saldi di cui all'Art. 4 del medesimo Regolamento il quale prevede che per l'inverno 2017 essi comincino il primo giorno feriale antecedente l'Epifania (dunque il giorno giovedì 5 gennaio 2017) e durino per la durata di trenta giorni quindi non più saldi fino al 28 febbraio, come da tradizione, ma solo per trenta giorni quindi fino a venerdì 3 febbraio 2017.Una decisione unilaterale della Regione che non trova spiegazione alcuna posto che si è levata altissima la protesta dei commercianti i quali non condividono questa scelta di modificare in modo così radicale la disposizione normativa stabilendo un periodo per nulla condiviso, senza alcuna consultazione né da parte della medesima Regione Puglia né tantomeno da parte di chi assurge al ruolo di voler rappresentare gli interessi diffusi degli esercenti che evidentemente negano tale rappresentanza prendendone apertamente le distanze ormai da anni.
Al coro dei NO si aggiunge la voce autorevole dell'Associazione di Categoria UNIMPRESA, esclusa ingiustificatamente dal tavolo di concertazione regionale per il sol fatto di avere opinioni diverse e di voler affermare i principi di condivisione e di concertazione diffusa. Proprio il presidente dell'Associazione di Categoria e Rappresentante di Settore Bari e Bat, Savino Montaruli, ha commentato la decisione della Regione affermando: "dopo il pastrocchio fatto con il Codice del Commercio giudicato addirittura illegittimo dalla Corte Costituzionale; dopo l'altro pastrocchio con la Direttiva Bolkestein mediante il recepimento di disposizioni giudicate illegittime dal Garante della Concorrenza la Regione persevera nel voler a tutti i costi distinguersi per provvedimenti non condivisi. Come Associazione di Categoria abbiamo sollecitato da anni la liberalizzazione della disciplina dei saldi o comunque la loro rimodulazione secondo esigenze ed aspettative dei commercianti ma anche dei consumatori che sono l'esatto opposto delle decisioni regionali. Spero che l'Assessore Capone la capisca una volta per tutte che così non può continuare ad andare avanti e che prima o poi dovrà aprirsi al confronto negato. La Regione Puglia chiarisca immediatamente la situazione e affermi i principi sanciti dalla legge e dalla Costituzione italiana facendo si che un minimo di certezze venga affermato anche nei confronti dei comuni disorientati."
Al coro dei NO si aggiunge la voce autorevole dell'Associazione di Categoria UNIMPRESA, esclusa ingiustificatamente dal tavolo di concertazione regionale per il sol fatto di avere opinioni diverse e di voler affermare i principi di condivisione e di concertazione diffusa. Proprio il presidente dell'Associazione di Categoria e Rappresentante di Settore Bari e Bat, Savino Montaruli, ha commentato la decisione della Regione affermando: "dopo il pastrocchio fatto con il Codice del Commercio giudicato addirittura illegittimo dalla Corte Costituzionale; dopo l'altro pastrocchio con la Direttiva Bolkestein mediante il recepimento di disposizioni giudicate illegittime dal Garante della Concorrenza la Regione persevera nel voler a tutti i costi distinguersi per provvedimenti non condivisi. Come Associazione di Categoria abbiamo sollecitato da anni la liberalizzazione della disciplina dei saldi o comunque la loro rimodulazione secondo esigenze ed aspettative dei commercianti ma anche dei consumatori che sono l'esatto opposto delle decisioni regionali. Spero che l'Assessore Capone la capisca una volta per tutte che così non può continuare ad andare avanti e che prima o poi dovrà aprirsi al confronto negato. La Regione Puglia chiarisca immediatamente la situazione e affermi i principi sanciti dalla legge e dalla Costituzione italiana facendo si che un minimo di certezze venga affermato anche nei confronti dei comuni disorientati."