Sanità:si continua ancora a chiudere
Con quale faccia ci presentiamo alla gente? Se lo chiede Ventola
sabato 28 novembre 2015
19.18
Purtroppo quando si disamministra le conseguenze non si pagano solo nell'immediato, si pagano soprattutto negli anni successivi. Questo è ciò che è accaduto in Puglia in dieci anni di un vendolismo esasperato, di chi ha voluto utilizzare la Puglia per assurgere a palcoscenici nazionali. In campagna elettorale si è promessa una sanità migliore per tutti mentre in verità si sono chiusi gli ospedali, si sono aumentate le tasse e si sono forniti servizi peggiori di quelli preesistenti.Ma non è tutto. Oltre a disamministrare ed illudere i cittadini, non si sono rispettate le regole previste dalle normative nazionali e comunitarie. Ci siamo trovati in una situazione nella quale si sono tagliati servizi sanitari - non garantendo i servizi essenziali con chiusura ed accorpamenti di reparti - e non si è ottemperato al rispetto degli orari di servizio dei nostri medici e personale sanitario. Per cui i disagi e le scelte penalizzanti da dicembre prossimo ci penalizzeranno ancora.
La disamministrazione della sinistra ha creato buchi finanziari con l'imposizione dei governi centrali ad adottare i piani di rientro finanziario e riordino ospedaliero. Tra le conseguenze, c'è stato il divieto a poter fare concorsi e consentire il cosiddetto turnover. Il personale sanitario ed i medici, in particolare, hanno lavorato e lavorano eccedendo i limiti orari previsti a tutela del lavoratore. In tv, sui palchi ed in campagna elettorale si è promesso di tutto di più, la realtà, invece, si è realizzato esattamente il contrario, la sanità pugliese ed il livello di tassazione imposta per coprire i buchi, ci vedono indietro a molte altre Regioni, siamo tra gli ultimi. Fuori da strumentalizzazioni, Michele Emiliano non ha responsabilità diretta atteso che è governatore pugliese solo da qualche mese. Ma lui è stato segretario regionale del PD da tanto tempo, gli assessori regionali alla sanità che si sono alternati sono stati talvolta dei tecnici o espressione politica del PD: da Tedesco alla Gentile allo stesso Pentassuglia degli ultimi mesi. Per cui diventa difficile che ci si possa giustificare o tirarsi fuori da responsabilità per la mancanza di servizi adeguati e per quello che succederà a causa dell'obbligo al rispetto dell'orario di lavoro di medici e personale sanitario. Tirando troppo la corda, fino all'inverosimile, poi si spezza. Così, per evitare l'infrazione comunitaria, si dovrà rispettare l'orario di lavoro ed i riposi previsti. La legge prevede come minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale. A ciò si aggiungono perplessità che potrebbero mandare in tilt il sistema come, ad esempio, la pronta disponibilità, soprattutto se si è costretti a doverla convertire in lavoro operativo. Come può essere applicata la "norma delle 11 ore" se il riposo è interrotto da uno o più periodi di lavoro?
Per questo credo che rischiamo il caos, stando alle norme. Ecco perché temo altre chiusure ed accorpamenti di reparti e servizi: questa è la Puglia migliore che ci avevano promesso! In una realtà come quella della BAT, dove sono stati chiusi o fortemente ridimensionati ospedali come Spinazzola, Minervino, Trani e Canosa, si continua ancora a chiudere ed accorpare. Con quale faccia ci presentiamo dinnanzi alla gente? Da politico la sento tutta questa responsabilità seppure nei miei ruoli, non essendo stato amministratore regionale, non ho mai assunto competenze in materia sanitaria. Oggi, da consigliere regionale di opposizione, non posso non constatare amaramente il totale fallimento e lo scenario che ci si prospetta ancora una volta oltre alla mancanza di una strategia di uscita. Nei prossimi mesi, per quanto mi riguarda, continuerò ad incalzare il governo regionale. Ma rimane una certa amarezza. Se un medico non cura bene, il paziente si rivolge altrove. Questo però, noi pugliesi non lo abbiamo fatto. Dopo dieci anni di disamministrazione abbiamo dato ancora una volta fiducia alla sinistra, con tutto quello che ne sta conseguendo. Non è così dappertutto, ma è quasi una costante dove governa la sinistra: bravi a parlare ma inconsistenti nell'amministrare.
Parafrasando, nella BAT finora abbiamo dato il sangue e abbiamo dato gli organi. Dopo aver donato un rene, non ci si può chiedere di donare anche l'altro, non vivremmo. Perciò la BAT non può sopportare altri sacrifici, anzi. Avendo il bassissimo indice di 1,7 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti, pretendiamo almeno che si tenga fede agli impegni assunti. Abbiamo visto e conservato le interviste e le affermazioni fatte da Michele Emiliano. Ora ci aspettiamo un minimo di coerenza pensando alla nostra situazione ospedaliera, al nuovo ospedale di Andria ed a quanto previsto nel Piano di riordino per reparti e medicina territoriale, specie in quei nostri Comuni dove mancano gli ospedali. Se dovessi guardare alla mia città di Canosa, la gente aspetta gli impegni assunti a partire dal famoso Centro Risvegli. Non vorrei avere ancora ragione quando ho parlato della capacità della sinistra solo di saper parlare: l'esempio di Canosa è lampante, capaci a imbonire, ma incapaci quanto a progettualità, a conseguire opportunità e finanziamenti. Le conseguenze le paghiamo oggi ma le pagheremo ancora di più in prospettiva, in futuro, per l'assenza di iniziative ed interventi pianificati. Perciò, per offrire il mio contributo, quanto meno per l'esperienza e le relazioni acquisite, oltre i distinguo di partiti o fazioni di appartenenza , ho sempre dato ampia disponibilità. Ma combattere contro i mulini a vento della presunzione e dell'arroganza subdola, in generale sfianca e demoralizza. Con l'ottimismo, però, chi crede nella politica trova sempre il modo ed il coraggio di non demordere.
Francesco Ventola, Consigliere regionale "Oltre con Fitto"
La disamministrazione della sinistra ha creato buchi finanziari con l'imposizione dei governi centrali ad adottare i piani di rientro finanziario e riordino ospedaliero. Tra le conseguenze, c'è stato il divieto a poter fare concorsi e consentire il cosiddetto turnover. Il personale sanitario ed i medici, in particolare, hanno lavorato e lavorano eccedendo i limiti orari previsti a tutela del lavoratore. In tv, sui palchi ed in campagna elettorale si è promesso di tutto di più, la realtà, invece, si è realizzato esattamente il contrario, la sanità pugliese ed il livello di tassazione imposta per coprire i buchi, ci vedono indietro a molte altre Regioni, siamo tra gli ultimi. Fuori da strumentalizzazioni, Michele Emiliano non ha responsabilità diretta atteso che è governatore pugliese solo da qualche mese. Ma lui è stato segretario regionale del PD da tanto tempo, gli assessori regionali alla sanità che si sono alternati sono stati talvolta dei tecnici o espressione politica del PD: da Tedesco alla Gentile allo stesso Pentassuglia degli ultimi mesi. Per cui diventa difficile che ci si possa giustificare o tirarsi fuori da responsabilità per la mancanza di servizi adeguati e per quello che succederà a causa dell'obbligo al rispetto dell'orario di lavoro di medici e personale sanitario. Tirando troppo la corda, fino all'inverosimile, poi si spezza. Così, per evitare l'infrazione comunitaria, si dovrà rispettare l'orario di lavoro ed i riposi previsti. La legge prevede come minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale. A ciò si aggiungono perplessità che potrebbero mandare in tilt il sistema come, ad esempio, la pronta disponibilità, soprattutto se si è costretti a doverla convertire in lavoro operativo. Come può essere applicata la "norma delle 11 ore" se il riposo è interrotto da uno o più periodi di lavoro?
Per questo credo che rischiamo il caos, stando alle norme. Ecco perché temo altre chiusure ed accorpamenti di reparti e servizi: questa è la Puglia migliore che ci avevano promesso! In una realtà come quella della BAT, dove sono stati chiusi o fortemente ridimensionati ospedali come Spinazzola, Minervino, Trani e Canosa, si continua ancora a chiudere ed accorpare. Con quale faccia ci presentiamo dinnanzi alla gente? Da politico la sento tutta questa responsabilità seppure nei miei ruoli, non essendo stato amministratore regionale, non ho mai assunto competenze in materia sanitaria. Oggi, da consigliere regionale di opposizione, non posso non constatare amaramente il totale fallimento e lo scenario che ci si prospetta ancora una volta oltre alla mancanza di una strategia di uscita. Nei prossimi mesi, per quanto mi riguarda, continuerò ad incalzare il governo regionale. Ma rimane una certa amarezza. Se un medico non cura bene, il paziente si rivolge altrove. Questo però, noi pugliesi non lo abbiamo fatto. Dopo dieci anni di disamministrazione abbiamo dato ancora una volta fiducia alla sinistra, con tutto quello che ne sta conseguendo. Non è così dappertutto, ma è quasi una costante dove governa la sinistra: bravi a parlare ma inconsistenti nell'amministrare.
Parafrasando, nella BAT finora abbiamo dato il sangue e abbiamo dato gli organi. Dopo aver donato un rene, non ci si può chiedere di donare anche l'altro, non vivremmo. Perciò la BAT non può sopportare altri sacrifici, anzi. Avendo il bassissimo indice di 1,7 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti, pretendiamo almeno che si tenga fede agli impegni assunti. Abbiamo visto e conservato le interviste e le affermazioni fatte da Michele Emiliano. Ora ci aspettiamo un minimo di coerenza pensando alla nostra situazione ospedaliera, al nuovo ospedale di Andria ed a quanto previsto nel Piano di riordino per reparti e medicina territoriale, specie in quei nostri Comuni dove mancano gli ospedali. Se dovessi guardare alla mia città di Canosa, la gente aspetta gli impegni assunti a partire dal famoso Centro Risvegli. Non vorrei avere ancora ragione quando ho parlato della capacità della sinistra solo di saper parlare: l'esempio di Canosa è lampante, capaci a imbonire, ma incapaci quanto a progettualità, a conseguire opportunità e finanziamenti. Le conseguenze le paghiamo oggi ma le pagheremo ancora di più in prospettiva, in futuro, per l'assenza di iniziative ed interventi pianificati. Perciò, per offrire il mio contributo, quanto meno per l'esperienza e le relazioni acquisite, oltre i distinguo di partiti o fazioni di appartenenza , ho sempre dato ampia disponibilità. Ma combattere contro i mulini a vento della presunzione e dell'arroganza subdola, in generale sfianca e demoralizza. Con l'ottimismo, però, chi crede nella politica trova sempre il modo ed il coraggio di non demordere.
Francesco Ventola, Consigliere regionale "Oltre con Fitto"