Sante Valentino tra i vincitori al Concorso di Poesia Dialettale - Nicola Piacente - di Corato

Il poeta Sante Valentino ha pubblicato diverse sillogi ed alcune pergamene. Da non perdere l'appuntamento alle ore 18,30 circa di domenica 2 settembre in Piazza Mentana a Corato (BA)

martedì 4 settembre 2012 11.32
Nell'ambito delle manifestazioni organizzate per la seconda edizione "Fiero del Libro", il nuovo Festival dell'Arte e della Letteratura, ideato e promosso dalla SECOP Edizioni, in programma dal 2 al 4 settembre in Piazza Mentana a Corato (BA), si svolgerà anche la cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale di Poesia Dialettale "Nicola Piacente". Alla IVa edizione del concorso nazionale in vernacolo, articolato in due sezioni "Poesie dialettali di ogni luogo d'Italia" e "Poesie dialettali della provincia di Bari", ciascuna delle quali riservata a due categorie "per ragazzi fino a 18 anni" e "per adulti" hanno aderito centinaia di autori molto bravi nel comporre liriche dialettali, ricche di vitalità e sentimento attraverso rime stilisticamente perfette che hanno esaltato il senso di una cultura popolare, che va preservata e coltivata nei suoi molteplici aspetti, soprattutto in questi anni di massificazione indiscriminata. E' risultato vincitore nella sezione "Poesie dialettali di ogni luogo d'Italia" il poeta Sante Valentino (65 anni) originario di Canosa di Puglia (BT), residente a Roma dove ha lavorato nella Banca d'Italia rivestendo ruoli di prestigio. Attualmente collabora con alcune redazioni giornalistiche nei settori socio-culturali ed è compositore lirico con particolare riferimento ai temi sociali e delle tradizioni popolari.

Il poeta Sante Valentino ha pubblicato diverse sillogi ed alcune pergamene storico-linguistiche dedicate al suo paese natio; ha altresì ottenuto numerosi successi nei concorsi letterari nazionali ed è presente in diverse antologie. Lo scorso novembre il poeta canosino ha vinto il primo premio alla VIa edizione del concorso di poesie in vernacolo pugliese, pubblicate nell'antologia "Il mio cuore, la mia terra, la mia vita", organizzato dall'Unione Italiana Lavoratori Pensionati, in collaborazione con l'A.P.A. (Associazione di volontariato per i diritti degli anziani). A giugno è stato premiato a Roma nella cerimonia finale del concorso nazionale "Padre Raffaele Melis", giunto alla XXVIa Edizione, vincitore nella sezione dialettale con la poesia "Le sele de la vote" (il sale della vita). La sua vena poetica inesauribile ed il suo orgoglio campanilistico lo elevano a pura espressione dell'animo popolare tesa a valorizzare in ogni circostanza il grande amore per le radici pugliesi fondate su tradizioni culturali di valore inestimabile.

Da non perdere l'appuntamento alle ore 18,30 circa di domenica 2 settembre sul palco allestito in Piazza Mentana, a Corato (BA), saranno premiati i poeti dialettali, tra i migliori a livello nazionale, nello spazio dedicato "alla coltivazione dei semi della poesia che germoglia appena l'occhio legge l'ultimo verso o il cuore raccoglie l'ultima emozione, o la mente registra l'ultimo pensiero forte", in un'atmosfera culturale impregnata di fascino dialettale, dall'alto valore antropologico e artistico. Bartolo Carbone

PAJOSE MOJE
E chieue t'arecorde
e chieue me perde jind'a li penzire, pajose moje,
suspore de jurne strutte 'nzimme
angallesceute o callaure de cure fuche
c'angore cove sott'a nu mendaune de cerne.
E meje abbeche l'affanne de chiss'occhjere
c'aggirene saup'a nuvele ca scappene
'mmezze a circhje de memorje ca s'allarghene.
E penze arrete a chir'anne, vulete cum'o vinde,
e o scjo cialeune 'mmezze a le stelle,
'mmezz'a stratodde de chianghe senza timbe
o passe che li camone sembe appeccete
che li scurtegghjeune a scecame saup'a li titte.
E me ferme a li parote che le preule,
a na vauce c'anduneve candelene
che la leune c'ascenneve saup'a le casere
a de la pece a la calete du saule.
Cissà se t'ho rumese 'mbitte
na vauce de cure saleute de li figghje,
de cure laminde meute de le mammere!
E chieue t'adocchje muje e chieue nan de canosce
ca chieue scappe da la glorje andoche
ca torne da stageune allascheure
a porgete nu cile a mene chiane.
Cum'a n'abbrazze jà u returne a le stratere taue
ma nan ze jalze ca u cande de na pene;
forse frunne hon'a da cadaje angore,
forse fuche hon'a da jarde a brusce destone,
nete a l'ombre de nu cambanele ca grote
o vinde de la sare! Sante Valentino


PAESE MIO
E più ti ricordo
e più mi perdo nei pensieri , paese mio,
sospiri di giorni spesi insieme
scaldati al calore di quel fuoco
che ancora cova sotto un cumulo di cenere.
E mai si placa l'affanno di questi occhi
che girano sopra nuvole fuggiasche
tra cerchi di memoria che si spandono.
E ripenso a quegli anni volati come il vento,
e al mio vagare tra le stelle,
tra vicoli di pietra senza tempo
al passo coi camini sempre accesi
con le rondini a garrire sopra i tetti.
E mi fermo ai muri con le pergole,
a una voce che intonava filastrocche
con la luna che scendeva sulle case
a rendere la pace coi tramonti.
Chissà se ti è rimasto dentro al petto
un'eco di quell'addio dei tuoi figli,
di quel lamento muto delle madri!
E più ti guardo adesso e più non ti conosco
che più rifuggi dall'antica gloria
che torna da stagioni oscure
a porgerti un cielo a piene mani.
Come un abbraccio è il ritorno alle tue strade
ma non si alza che il canto di una pena:
forse foglie cadranno ancora,
forse fuochi arderanno a bruciare destini,
nati all'ombra di un campanile che urla
al vento della sera! Sante Valentino