SAVINVS: L'uomo di Dio attraverso le parole dell'Anonimo
Desiderio attualissimo di far conoscere l'Uomo. Suggestiva è la collocazione nella cripta della Basilica di San Sabino
mercoledì 6 febbraio 2013
17.32
Una nuova iniziativa espositiva, inaugura una lunga stagione primaverile di sorprese ed eventi a Canosa di Puglia. Il 9 febbraio 2013, la Fondazione Archeologica Canosina Onlus, la Basilica Cattedrale di San Sabino e la Dromos.it, in occasione della festività del Santo Patrono, riscoprono la figura umana di Savinus: Episcopus Canusii. La mostra, dal doppio senso divulgativo e spirituale, è stata curata dal Dott. Sandro Giuseppe Sardella e da Renato Tango. Suggestiva è la collocazione nella cripta della Basilica Cattedrale di San Sabino in Canosa.
Scendendo nella cripta, dalla navata di destra della Basilica Cattedrale, si avrà la sensazione di essere immersi in un'atmosfera mista tra la sacralità del luogo e l'informazione. Contrasti, giochi di luci, pezzi inediti, il lieve calore dei canti gregoriani, comporranno la sinfonia e lo sfondo di piacevoli letture, tratte dalle parole dell'Anonimo. I testi dell'VIII-IX secolo, rielaborati con un lavoro di ricucitura e di adattamento, vengono proposti nella loro estrema semplicità e affiancati dalle immagini che traggono spunto da essi. Preziose le tavole di Giovanni Boccati da Camerino, tratte dal polittico della collezione Thyssen-Bornemisza.. SAVINVS - L'Uomo di Dio, prima ancora di essere una mostra, nasce in seguito a una esigenza. In un'epoca di rarefazioni spazio temporali, quale quella che viviamo, capita fin troppo spesso di perdersi nei meandri di questa quotidianità, che porta irrimediabilmente a dimenticare quei valori, quei significati, quei principi che dovrebbero caratterizzare l'Essere Umano. Affannati e costernati da una società in perenne evoluzione, vanno sempre più a dimenticarsi quegli esempi di vita, che hanno caratterizzato sin dalla prima cristianità, quei tipi o geni umani, che ebbero tanto di umano quanto di ispirato da Dio.
La mostra, basa la sua costituzione non su quel Sabino Santo, che in quanto cristiani e cattolici conosciamo sin dall'infanzia canosina, ma un Savinvs uomo, vescovo di Canusio e quindi della più importante diocesi del sud Italia nel VI secolo d.C.; personaggio ponte fra l'era antico e le terrificanti invasioni barbariche di cui siamo ancora - quantomeno socialmente - figli sottomessi.
L'essere stato legatus del Papa in numerosi Concili ecumenici in oriente, personaggio di grande cultura, membro di una forte aristocrazia locale; sono questi i risvolti dell'Homo Savinus, che ebbe il privilegio di essere ispirato da Dio e di divenirne servo per il suo gregge, ultimo baluardo di splendore prima della fine, di quella fine sociale che presto avrebbe schiacciato con le prime invasioni, sottomissioni e degrado un'intera Penisola.
La mostra nasce così: dal desiderio attualissimo di far conoscere l'Uomo, di sentirsi parte di questa esperienza umana e divina attraverso le parole dell'Anonimo, unico e ultimo testimone di quella esperienza straordinaria. I pannelli sono tratti dalle parole di questo ispirato monaco viaggiatore, il cui ruolo fu quello di narrare la vicenda del Vescovo di Canosa Sabino. Il lavoro di ricucitura ha il solo e semplice compito di far scoprire Savinus, come uomo di Dio. La seconda sezione della mostra è la cripta: avvolti nel silenzio ispirato dai canti gregoriani, in quel raccoglimento delle prime e spoglie chiese medievali, si è semplicemente se stessi di fronte alla lastra del Vescovo Pietro. La tomba di San Sabino, diviene al tempo stesso il luogo di sepoltura di un Santo, ma soprattutto di un Uomo. Una narrazione sciolta che deve indurre alla riflessione, alla riflessione che spesso ci è negata dalla fretta e da quella inconoscibilità che è innanzi tutto in noi stessi e di riflesso anche negli altri. Un quadro prezioso, funge da vicinanza e preparazione alla grande scoperta archeologica che è intravedersi nella Cupola concentrica del transetto di destra al piano superiore.
Storia, Cristianità e cultura locale sono i perni della prima parte di ricerca pubblica su questo affascinante e straordinario personaggio, nato nella Canusio tardo antica e attuale come non mai, nella Canosa di oggi.
Sandro Giuseppe Sardella - Renato Tango
Scendendo nella cripta, dalla navata di destra della Basilica Cattedrale, si avrà la sensazione di essere immersi in un'atmosfera mista tra la sacralità del luogo e l'informazione. Contrasti, giochi di luci, pezzi inediti, il lieve calore dei canti gregoriani, comporranno la sinfonia e lo sfondo di piacevoli letture, tratte dalle parole dell'Anonimo. I testi dell'VIII-IX secolo, rielaborati con un lavoro di ricucitura e di adattamento, vengono proposti nella loro estrema semplicità e affiancati dalle immagini che traggono spunto da essi. Preziose le tavole di Giovanni Boccati da Camerino, tratte dal polittico della collezione Thyssen-Bornemisza.. SAVINVS - L'Uomo di Dio, prima ancora di essere una mostra, nasce in seguito a una esigenza. In un'epoca di rarefazioni spazio temporali, quale quella che viviamo, capita fin troppo spesso di perdersi nei meandri di questa quotidianità, che porta irrimediabilmente a dimenticare quei valori, quei significati, quei principi che dovrebbero caratterizzare l'Essere Umano. Affannati e costernati da una società in perenne evoluzione, vanno sempre più a dimenticarsi quegli esempi di vita, che hanno caratterizzato sin dalla prima cristianità, quei tipi o geni umani, che ebbero tanto di umano quanto di ispirato da Dio.
La mostra, basa la sua costituzione non su quel Sabino Santo, che in quanto cristiani e cattolici conosciamo sin dall'infanzia canosina, ma un Savinvs uomo, vescovo di Canusio e quindi della più importante diocesi del sud Italia nel VI secolo d.C.; personaggio ponte fra l'era antico e le terrificanti invasioni barbariche di cui siamo ancora - quantomeno socialmente - figli sottomessi.
L'essere stato legatus del Papa in numerosi Concili ecumenici in oriente, personaggio di grande cultura, membro di una forte aristocrazia locale; sono questi i risvolti dell'Homo Savinus, che ebbe il privilegio di essere ispirato da Dio e di divenirne servo per il suo gregge, ultimo baluardo di splendore prima della fine, di quella fine sociale che presto avrebbe schiacciato con le prime invasioni, sottomissioni e degrado un'intera Penisola.
La mostra nasce così: dal desiderio attualissimo di far conoscere l'Uomo, di sentirsi parte di questa esperienza umana e divina attraverso le parole dell'Anonimo, unico e ultimo testimone di quella esperienza straordinaria. I pannelli sono tratti dalle parole di questo ispirato monaco viaggiatore, il cui ruolo fu quello di narrare la vicenda del Vescovo di Canosa Sabino. Il lavoro di ricucitura ha il solo e semplice compito di far scoprire Savinus, come uomo di Dio. La seconda sezione della mostra è la cripta: avvolti nel silenzio ispirato dai canti gregoriani, in quel raccoglimento delle prime e spoglie chiese medievali, si è semplicemente se stessi di fronte alla lastra del Vescovo Pietro. La tomba di San Sabino, diviene al tempo stesso il luogo di sepoltura di un Santo, ma soprattutto di un Uomo. Una narrazione sciolta che deve indurre alla riflessione, alla riflessione che spesso ci è negata dalla fretta e da quella inconoscibilità che è innanzi tutto in noi stessi e di riflesso anche negli altri. Un quadro prezioso, funge da vicinanza e preparazione alla grande scoperta archeologica che è intravedersi nella Cupola concentrica del transetto di destra al piano superiore.
Storia, Cristianità e cultura locale sono i perni della prima parte di ricerca pubblica su questo affascinante e straordinario personaggio, nato nella Canusio tardo antica e attuale come non mai, nella Canosa di oggi.
Sandro Giuseppe Sardella - Renato Tango