Sequestrate carte d’identità in "bianco" trafugate
Denunciati due autotrasportatori albanesi per ricettazione
lunedì 11 novembre 2019
15.02
Durante i controlli serali sugli imbarchi presso il Porto di Bari , Ufficiali ed Agenti della Polizia di Frontiera Marittima di Bari, in stretta sinergia con i finanzieri del II Gruppo Bari, hanno inferto un duro colpo alle associazioni criminali transazionali, addivenendo al sequestro di ben 196 carte di identità italiane rubate "in bianco", trafugate da ignoti, nel dicembre del 2015 presso gli Uffici del Comune di Piacenza e destinate in Albania, ove sarebbero state immesse in un circuito illegale e destinate alla criminalità organizzata. Tali documenti infatti, se immessi sul mercato nero, specie se extracomunitario, avrebbero fruttato un'ingente introito alle associazioni criminali, oltre a consentire agli utilizzatori finali di assumere qualsivoglia identità, agevolandoli nella commissione di reati di varia ed imprevedibile natura. Basti pensare che già in passato diversi cittadini stranieri, in possesso di analoghi documenti italiani rubati in bianco e compilati artatamente con la loro effige e con generalità di fantasia, sono stati scoperti alla frontiera, dichiarando, nella circostanza, di essersi procurati i documenti di identità per il tramite di organizzazioni criminali cui avevano corrisposto ingenti somme di denaro, anche 5000 euro, per ogni documento italiano autentico e quindi potenzialmente utile a conseguire il loro fine. Questa premessa lascia facilmente intendere come il sequestro eseguito nel porto di Bari abbia sottratto alla malavita un guadagno a dir poco milionario.
Durante i rituali controlli di Frontiera e doganali cui vengono sottoposti, quotidianamente, i passeggeri ed i mezzi in arrivo ed in partenza per Albania, nel caso specifico in procinto di imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo, gli Operatori procedevano al controllo di un autobus con targhe albanesi, condotto da M. E. (in qualità di primo autista) e dal suo connazionale J. I. (con mansioni di secondo autista). I due stranieri, di nazionalità Albanese, apparentemente "insospettabili" in quanto più volte controllati alla medesima frontiera in passato, essendo autisti di pullman turistici che ciclicamente effettuano la tratta Italia-Albania, venivano comunque sottoposti ad accurati controlli di natura doganale. Nonostante il "nulla da dichiarare" dei due stranieri, gli Operanti effettuavano un controllo del pullman, che al momento era privo dei passeggeri i quali stavano effettuando i controlli di frontiera e doganali individuali presso il Terminal Passeggeri. Nella circostanza veniva rinvenuto nella disponibilità dei due autisti, custodito nella cappelliera ad uso esclusivo del conducente, un plico chiuso e sigillato con nastro adesivo, in merito al quale i due non erano in grado di fornire alcuna indicazione. Di conseguenza si procedeva ad una verifica doganale del contenuto del pacco, all'interno del quale venivano rinvenute le suddette carte d'identità italiane, tutte autentiche e "in bianco", che da accertamenti successivi sono risultate rubate presso il comune emiliano anzidetto.
Nella fase prodromica dell'attività di P.G., alla specifica richiesta da parte degli inquirenti, i due autisti dichiaravano sommariamente di aver ricevuto il pacco da un non meglio identificato cittadino italiano, del quale non erano in grado di fornire le generalità; quest'ultimo, avrebbe consegnato loro il plico con l'incarico, dietro compenso della somma di soli 20 euro, di consegnarlo ad un terzo soggetto che lo avrebbe prelevato una volta giunti al porto di Durazzo (Albania), versione che appariva, da subito, poco realistica. Pertanto, alla luce di quanto accertato, i documenti venivano sequestrati ed i due stranieri deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Bari, per rispondere del delitto preveduto e punito dagli artt. artt. 110 e 648 del codice penale (ricettazione in concorso). Il brillante risultato conseguito esprime l'ottima sinergia e coordinamento che la Polizia di Frontiera e la Guardia di Finanza stanno ponendo in essere nell'attività quotidiana presso il porto di Bari.
Durante i rituali controlli di Frontiera e doganali cui vengono sottoposti, quotidianamente, i passeggeri ed i mezzi in arrivo ed in partenza per Albania, nel caso specifico in procinto di imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo, gli Operatori procedevano al controllo di un autobus con targhe albanesi, condotto da M. E. (in qualità di primo autista) e dal suo connazionale J. I. (con mansioni di secondo autista). I due stranieri, di nazionalità Albanese, apparentemente "insospettabili" in quanto più volte controllati alla medesima frontiera in passato, essendo autisti di pullman turistici che ciclicamente effettuano la tratta Italia-Albania, venivano comunque sottoposti ad accurati controlli di natura doganale. Nonostante il "nulla da dichiarare" dei due stranieri, gli Operanti effettuavano un controllo del pullman, che al momento era privo dei passeggeri i quali stavano effettuando i controlli di frontiera e doganali individuali presso il Terminal Passeggeri. Nella circostanza veniva rinvenuto nella disponibilità dei due autisti, custodito nella cappelliera ad uso esclusivo del conducente, un plico chiuso e sigillato con nastro adesivo, in merito al quale i due non erano in grado di fornire alcuna indicazione. Di conseguenza si procedeva ad una verifica doganale del contenuto del pacco, all'interno del quale venivano rinvenute le suddette carte d'identità italiane, tutte autentiche e "in bianco", che da accertamenti successivi sono risultate rubate presso il comune emiliano anzidetto.
Nella fase prodromica dell'attività di P.G., alla specifica richiesta da parte degli inquirenti, i due autisti dichiaravano sommariamente di aver ricevuto il pacco da un non meglio identificato cittadino italiano, del quale non erano in grado di fornire le generalità; quest'ultimo, avrebbe consegnato loro il plico con l'incarico, dietro compenso della somma di soli 20 euro, di consegnarlo ad un terzo soggetto che lo avrebbe prelevato una volta giunti al porto di Durazzo (Albania), versione che appariva, da subito, poco realistica. Pertanto, alla luce di quanto accertato, i documenti venivano sequestrati ed i due stranieri deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Bari, per rispondere del delitto preveduto e punito dagli artt. artt. 110 e 648 del codice penale (ricettazione in concorso). Il brillante risultato conseguito esprime l'ottima sinergia e coordinamento che la Polizia di Frontiera e la Guardia di Finanza stanno ponendo in essere nell'attività quotidiana presso il porto di Bari.