Servizio "118" della Puglia: le associazioni di volontariato rispondono alle accuse
Una "forte" lettera articolata spiega le ragioni ed i problemi di chi tutti i giorni soccorre i cittadini. Particolare attenzione verso le assunzioni dei volontari del servizio
mercoledì 7 agosto 2013
10.19
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota stampa a firma di tutte le associazioni di volontariato della Regione Puglia che operano nella gestione del "118" attraverso convenzioni con la Regione Puglia.
Negli scorsi giorni, infatti, si è allargata a macchia d'olio un'inchiesta sullo stesso servizio a livello regionale e la presa di posizione del Dott. De Giosa, responsabile del servizio 118 di Bari e BAT, ha lasciato sul terreno non poche polemiche. Questi i fatti raccontati dalle associazioni di volontariato della Regione Puglia:
Il senso di stordimento causato da talune dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni in tema di SET 118 e la tragica scomparsa di una volontaria impegnata in attività di Protezione Civile hanno indotto le Associazioni di Volontariato a tacere e, soprattutto, a riflettere profondamente su quanto su di esse è stato riversato in questi ultimi giorni.
Ora però riteniamo doveroso fornire alla opinione pubblica anche la nostra versione dei fatti. Perché, evidentemente, risulta fin troppo facile argomentare mistificando vergognosamente la verità. Ancorché le informazioni giungano da testate giornalistiche, da tecnici della sanità, dalla politica, tutto d'un tratto si è ritenuto far passare unicamente un messaggio: il sistema del 118 è malato e la colpa è unicamente delle Associazioni di Volontariato che sfruttano i lavoratori, approfittano dei fondi pubblici, delinquono e, per di più, si sono rese evidentemente partecipi della "più colossale operazione di sfruttamento di lavoro nero" con la complicità della Regione Puglia.
Strano che nessuno abbia posto l'evidenza sulle ataviche criticità del sistema, degli ospedali, delle ASL, sulla carenza di medici, di infermieri, sulle postazioni del 118 gestite dalle Associazioni su cui, soprattutto nel periodo estivo, restano ad operare unicamente autisti e soccorritori delle stesse Associazioni, in parte dipendenti, in parte Volontari.
Assai strano che il Dott. De Giosa, probabilmente colto da una profonda amnesia, ritenga di dover riversare tutte le colpe sulle Associazioni di Volontariato che "si fanno le scarpe per accaparrarsi postazioni" e che fanno oramai parte di un sistema malato, marcio ed ingovernabile. Quelle stesse Associazioni di Volontariato, d'altro canto, appartenenti ad un sistema creato e addirittura governato proprio dal Dott. De Giosa; un sistema per cui egli stesso, per la ASL Bari, è il Coordinatore Provinciale del SET 118, il Presidente della commissione per il rilascio delle autorizzazioni al trasporto e soccorso delle Ambulanze ed è stato addirittura il Presidente della Commissione che ha gestito l'affidamento delle postazioni del SET 118.
Totalmente infondata l'accusa del Dott. De Giosa secondo cui le Associazioni percepiscono rimborsi sovradimensionati che consentono avanzi mensili pari a Seimila euro. Vista l'amnesia che lo ha colpito, il Dott. De Giosa dimentica di aver concorso proprio lui alla determinazione delle quote di rimborso, assolutamente realistiche perché elaborate su dati oggettivi. Troppo generalizzate ed offensive le restanti dichiarazioni del dott. De Giosa per non meritare un generale approfondimento, in atto in queste ore, allo scopo di tutelare le Associazioni nelle sedi opportune. Assistiamo in questi giorni, quindi, ad una rinnovata attenzione verso le tematiche del lavoro in tema di SET 118 rilevando come tutti, ma proprio tutti, si prodighino ad ergersi difensori di un sacrosanto diritto, dimenticando però che due anni orsono i Coordinamenti Provinciali delle Associazioni ed i responsabili delle Federazioni Nazionali avevano chiesto a gran voce di prestare maggiori attenzioni verso questa tematica estendendo almeno a 6 il numero dei dipendenti (la prima proposta ne prevedeva addirittura 8). Nulla di fatto, la Regione Puglia, per il tramite dei propri rappresentanti (tra cui anche il dott. De Giosa) riuniti in un tavolo tecnico all'uopo attivato, ritenne non attuabile la proposta aggettivando i proponenti come "visionari". Oggi, invece, assistiamo ad una squallida mistificazione della realtà allorquando si confonde il necessario e tanto auspicato "diritto al lavoro" con lo status di "volontario" per quanto professionalizzato. Si sfruttano le giustificabilissime aspettative di ragazze e ragazzi con il rischio di illuderli ancora una volta, come sempre. Circa la prosecuzione dei lavori ed il consolidamento dei principi ispiratori di quel tavolo tecnico tanto voluto dall'allora Assessore Regionale Prof. Tommaso Fiore con le Associazioni e legittimato con la Delibera di Giunta Regionale n. 2582/2012? NULLA! Tutto miserevolmente svanito nel nulla. Ma forse è giusto così; la Politica ha evidentemente ritenuto che non ci debba confrontare con chi delinque e sfrutta i volontari; le Associazioni sono diventate, TUTTE ed INDISTINTAMENTE, false Associazioni. Che vergogna!
E per questo motivo l'Assessorato attiva un tavolo tecnico ad-hoc con i Direttori Generali da cui emergono ipotesi inquietanti: Trasformare le Associazioni in Cooperative, far assumere alle Associazioni altri dipendenti, magari alcuni a part-time. NON PROVATECI! Visto che le Associazioni sanno solo "sfruttare i lavoratori", dovranno essere le ASL ad assumerli tutti e quindi a gestirli. Evidentemente sfugge a tutti voi, Tecnici e Politici, che le Associazioni sono state fondate su principi di solidarietà ancor prima della istituzione della Regione, delle ASL e del 118 stesso. Le Associazioni non sono il "118"; semmai ne concorrono alla gestione con lo strumento della convenzione come previsto dalla Legge, e lo fanno anche bene grazie alla dedizione di tutti i loro aderenti. E se nei vostri piani vi sia la volontà di escluderle dal sistema avete il dovere di renderlo pubblico, OGGI! Oggi Tecnici e Politici scoprono magicamente che nel sistema dell'associazionismo, ancor più se legato alle convenzioni, possano esserci ALCUNE finte realtà associative artatamente costituite per gestire il "business". E se ciò corrisponda al vero, continuiamo da giorni a chiederci: chi ha consentito loro di ottenere le necessarie iscrizioni ai pubblici registri? Chi ha consentito loro di ottenere le necessarie autorizzazioni sanitarie pur non avendone i requisiti? Chi ha omesso controlli su di esse? Magari tra qualche giorno leggeremo che anche in questo la caso la responsabilità sarà stata sempre delle Associazioni. E invece no! Purtroppo, almeno in questo caso, non lo si potrà dire. Qualcuno ha chiuso un occhio e forse anche entrambi!
Ci si è sempre posti in maniera costruttiva nei confronti delle istituzioni per far si che il SET 118 (e tante altre attività nei più disparati settori) funzionasse nel migliore dei modi (ed i dati parlano chiaro!), le Associazioni di Volontariato sono state costrette dalla Regione ad investire ingenti somme di danaro per Ambulanze e attrezzature all'avanguardia, per la formazione del personale per far si che il "paziente" fosse trattato sempre nel migliore dei modi. E per di più, consapevolmente, si sono impegnate a garantire un servizio delicatissimo SOSTITUENDOSI, di fatto, a chi avrebbe dovuto farlo E NON LO HA VOLUTO E SAPUTO FARE. Insomma, le Associazioni si sono sostituite alle ASL che oggi, laddove gestiscono in proprio le poche postazioni del SET 118 lo fanno senza ombra di dubbio quantomeno con Ambulanze e attrezzature obsolete e, di certo, non con lo stesso approccio solidale.
ORA BASTA! Ora sono le Associazioni che chiedono garanzie anzi, LE PRETENDONO, IN PRIMIS PER I PROPRI VOLONTARI che di certo non sono "Lavoratori in Nero" come a qualcuno piace tanto identificarli bensì, appunto, VOLONTARI che rivendicano un giusto, sacrosanto, necessario e non più procrastinabile DIRITTO AL LAVORO. Le Associazioni, quelle che tali si possono realmente definire, hanno sempre avuto rispetto per tutti, figuriamoci per i propri volontari. E poiché abbiamo il timore che questo sia l'ennesimo avvio di un percorso che possa portare, come tutti i precedenti, ad un nulla di fatto, riteniamo opportuno uscire di scena, sin da subito, così da scuotere un pò di più le coscienze soprattutto di coloro che governano il nostro territorio. E' quindi doveroso preannunciare che nei prossimi giorni è intenzione delle Associazioni formalizzare congiuntamente su tutto il territorio regionale, all'esito della verifica dei vincoli contrattuali, la volontà di recedere anticipatamente dagli obblighi convenzionali così da costringere Tecnici e Politici ad una piena assunzione di responsabilità e far si che possano finalmente preoccuparsi di garantire il Diritto al Lavoro per centinaia di ragazze e ragazzi.
E' altresì doveroso preannunciare, inoltre, che le Associazioni sospenderanno tutte le attività che vedono impiegate quotidianamente le proprie ambulanze per i trasferimenti secondari, per le consulenze diagnostiche, per le dimissioni ed i ricoveri programmati. Siamo certi che le ASL sapranno garantire dette attività con la stessa capillarità, con gli stessi standard qualitativi con la stessa CURA e DEDIZIONE verso il paziente e, soprattutto, siamo certi che almeno loro riusciranno a farlo senza costi per l'utenza, attuando una sorta di "Volontariato Istituzionale". Forse solo in tal modo la Politica potrà capire quanto sia importante in termini di ricaduta sociale l'operato delle Associazioni svolto anche grazie al reinvestimento di capitali pur minimamente correlati alle convenzioni. Forse solo in tal modo si potrà riuscire a far comprendere che è un OBBLIGO per la Politica adeguare la Legge Regionale sul rilascio delle Autorizzazioni sanitarie per l'attività di trasporto e Soccorso che, vecchia di vent'anni, risulta oltremodo monca del tariffario regionale la cui assenza ha consentito a talune testate giornalistiche, anche in passato, di appellare troppo genericamente le Associazioni "profittatrici" del disagio altrui.