Stop al Cup nella Bat, la replica di Delvecchio (Fimmg Bat)
«Necessaria riorganizzazione del lavoro, c'è nostra disponibilità immediata»
martedì 18 marzo 2014
15.30
Sospensione del Cup, ennesima puntata. Dal primo marzo FederFarma ha bloccato il servizio di prenotazione presso tutte le 98 farmacie del territorio della Bat, definendo la situazione "non ulteriormente sostenibile", come esito dello stallo che da un mese circa paralizza la trattativa tra titolari e Asl per il rinnovo del servizio: dopo gli incontri tra gli enti, è il dottor Dino Delvecchio, Segretario provinciale Barletta Andria Trani FIMMG a intervenire con una nota ufficiale.
«Le vicende e gli interventi succedutesi in questi giorni sul tema delle prenotazioni degli esami diagnostici in luoghi diversi dal CUP aziendale meritano alcune precisazioni. Siamo pienamente convinti che il servizio debba trovare risposte differenziate per soddisfare i bisogni dei cittadini. E' assurdo pensare che anziani in oggettiva difficoltà o cittadini in attività lavorativa debbano essere costretti a rivolgersi ad uffici aperti in luoghi ed in orari che spesso rendono difficoltoso l'accesso. Siamo convinti che le strutture territoriali e gli ambulatori dei medici di famiglia con la loro diffusione territoriale siano, insieme con le farmacie, il luogo dove il cittadino deve trovare le risposte più adeguate ai bisogni di salute. E che non siano solo buone intenzioni ma fatti concreti ricordo solo in questa sede l'avvio del progetto di tele cardiologia (unico in Puglia) che permette l'esecuzione e la refertazione di Elettrocardiogrammi direttamente nello studio del medico di famiglia. Questo comporta che l'attenzione del medico deve essere rivolta principalmente agli aspetti clinici, sanitari della persona relegando le mansioni gestionali in spazi e tempi all'occorrenza dedicati.
Da tempo e tra mille difficoltà siamo impegnati a dare prova del nostro impegno anche in questo ambito collaborando alla verifica delle esenzioni ticket sul portale del Ministero delle Finanze, o districandoci tra mille adempimenti burocratici relativi a note limitative, piani terapeutici , certificazioni della più diversa natura, cercando di dare comunque una risposta a cittadini spesso disorientati di fronte ad adempimenti burocratici capaci di scoraggiare anche i più pazienti o più rassegnati. Alla CGIL Funzione Pubblica, ai Pensionati e ai cittadini tutti diciamo: anche questa volta abbiamo risposto.
Interpellati dalla ASL Bt abbiamo dato immediatamente la nostra disponibilità alla esecuzione delle prenotazioni nei nostri oltre 150 studi presenti sul territorio della Sesta provincia. A nostra tutela e nell'interesse dei nostri pazienti abbiamo chiesto alcune garanzie. L'esecuzione delle prenotazioni non può e non deve interferire con l'attività clinica, la nostra attenzione è rivolta esclusivamente ai bisogni di salute dei nostri assistiti. Il personale di studio deve essere dedicato alle prenotazioni con regole precise secondo criteri di efficacia e con tempi ragionevolmente brevi , compatibili con le altre attività dedicate ai pazienti.
E' evidentemente necessaria una organizzazione del lavoro che coinvolge il personale con nuove incombenze e tempi necessari a soddisfarle . Questo richiede rispetto per il lavoratore ed oneri per il medico datore di lavoro . Laddove il personale di segreteria non sia presente il medico che decidesse di effettuare per i suoi pazienti la prenotazione degli esami diagnostici deve dedicarvi tempi separati ed aggiuntivi rispetto all'attività clinica. Abbiamo avanzato una proposta economica che remunera il lavoro e non il medico. In ultimo e a testimonianza di apertura alla collaborazione ci siamo detti disponibili ad un periodo di prova sperimentale per le verifiche necessarie. Credo che a questi punto le risposte tocchino ad altri».