Stravolgimenti urbanistici realizzati con progettazioni improvvisate!

Le progettazioni realizzate mostrano la loro debolezza proprio nel modo in cui sono state concepite. Infine veniamo alla fontana ornamentale di Piazza della Colonna

lunedì 16 aprile 2007 11.55

RICEVIAMO DALL' ARCH. MERAFINA :
Negli ultimi tempi nel comune di Canosa di P. si è assistito ad una serie di interventi edilizi pubblici, riguardante la trasformazione di Piazze, progettazione del corso San Sabino e Piazza Colonna, mediante il rifacimento della pavimentazione con modifiche di marciapiedi, collocazione di panchine, l'estirpazione di vecchi alberi con piante nuove, in ultimo la demolizione della vecchia fontana stellare con la nuova circolare ecc. Francamente rimango deluso sia dal modo di come è stata gestita la progettazione urbanistica di queste opere da parte dell'amministrazione comunale che ha mostrato tutta la sua superficialità nell'affrontare tali interventi di notevole importanza, sia da chi stando all'opposizione si è limitato a soffermarsi in discussioni futili spostando il dibattito su motivazioni che anche se importanti si basano sulla difesa di singoli e non della collettività, sulla opportunità o meno di demolire il chiosco situato nella piazza Ferrara, in quanto perdeva il posto di lavoro una persona, o se la fontana a stella costruita dall'amministrazione a guida P.C.I. dell'epoca era o no migliore di quella realizzata dall' amministrazione di destra, o se gli alberi esistenti erano più consoni a quelli piantati ultimamente e così via, senza centrare e focalizzare il vero problema.
Personalmente al di là del colore politico delle amministrazioni sono preoccupato di quello che sta avvenendo nella nostra Città, in quanto questi interventi di stravolgimento urbanistico realizzati con progettazioni improvvisate, senza alcun senso, senza un filo logico progettuale, senza un bando di concorso di idee, e di confronto tra tecnici (al contrario di ciò che avviene in altre città) non fanno altro alla lunga che stravolgere la storia del nostro paese, rinnegando quei "segni", quei "luoghi", quegli "usi" che pian piano portano alla perdita di una propria identità e alla coscienza del luogo. Le progettazioni realizzate mostrano la loro debolezza proprio nel modo in cui sono state concepite, progetti concepiti e ideati singolarmente, con improvvisazioni in corso d'opera, non considerandoli nel loro insieme.

Corso San Sabino ad esempio, ove il suo progetto originario prevedeva una zona pedonale, alla fine in fase di realizzazione è diventata una strada ove i marciapiedi in corso d'opera sono stati realizzati allargandosi e restringendosi a seconda delle esigenze del singolo individuo, con il risultato che hanno allineamenti diversi da quello dei prospetti dei fabbricati, con la conseguenza che in prossimità della piazza Galluppi, non è possibile nemmeno la fermata (cosa diversa dalla sosta) veicolare, se non sul marciapiede, per non parlare della collocazione delle panchine, originariamente previste lungo una zona pedonale, (magari collocate in prossimità di alberi) e che in corso d'opera, sono state collocate sui marciapiedi con il fronte situato avanti a un parcheggio ad ore, con il risultato che oggi abbiamo un CORSO che presenta problemi sia per la percorribilità veicolare (non è possibile in alcuni punti la fermata delle macchine), sia per il passeggio pedonale, dovuto alla cattiva scelta della pavimentazione, e all'assenza totale di alberi, con la conseguenza che chi passeggia la mattina quel tratto di STRADA (cosa diversa dal corso) ha bisogno di un paio di occhiali da sole, (dovuto alla colorazione della pavimentazione, e alla totale assenza di verde), e un paio di scarpe da ginnastica.
La ristrutturazione della Piazza Ferrara, prospiciente Via Kennedy, al di là delle varie polemiche, tra maggioranza e opposizione, sulla demolizione o meno del chiosco che comporta la perdita di un posto di lavoro, nessuno si è posto il vero problema di che cosa rappresentava quel chiosco in quella piazza per gli anziani di Canosa, del suo significato storico, della tradizione che rappresentava il "luogo di quella piazza" in passato, circondata da tanti chioschetti per la vendita del gelato, tanto da essere soprannominata "piazza dei gelatai". Una amministrazione coscienziosa avrebbe fatto delle ricerche su tutto questo, e si sarebbe posto il problema, di come abbellire, quella piazza rievocando il passato, il ricordo, realizzando una pavimentazione locale, con degli studi approfonditi, demolendo e ricostruendo un altro chiosco con forme e materiali più consoni al luogo attuale. Per non parlare di alberi Tropicali piantati in alcune zone del paese (zona Imbriani, piazzetta fronte San Sabino ) che non fanno parte dell'identità storica della nostra città, se è vero come è vero che il nostro non è un paese di mare.

Infine veniamo alla fontana ornamentale di Piazza della Colonna, ove personalmente ero contrario a quella stellare, e sono fermamente contrario a quella realizzata, in quanto la mia critica non và al sistema di funzionamento dell'acqua se zampilla meglio o poggio di quella precedente, ma bensì al ricordo di cosa rappresentava quella piazza ottocentesca in passato. Gli anziani ricordano che PIAZZA COLONNA era una piazza importantissima sotto l'aspetto del commercio e del ritrovo, ove l'unica importanza in senso assoluto e monumentale veniva dato all'obelisco dedicata alla madonna dell'immacolata, rappresentato dalla "COLONNA", (da cui il nome di Piazza Colonna) ove nessuna opera edilizia doveva offuscare o distogliere l'attenzione da esso, al contrario di quello che avviene da quando vi è la fontana ornamentale (sia la vecchia che la nuova).

Piuttosto mi chiederei e chiederei all'amministrazione comunale, che fine hanno fatto i quattro angolari scolpiti in pietra originali che racchiudevano la recinzione dell'obelisco della Madonna dell'Immacolata, che sono state sostituite silenziosamente senza informare la cittadinanza, con delle nuove, prive di storia, di identità essendo dei veri e propri falsi. Vorrei concludere ricordando all'amministrazione comunale, che per riqualificare la città, è necessario riappropriarsi del senso del "luogo" attraverso un recupero delle tracce e delle altre permanenze storiche, senza rinnegare il passato. Non si battezza una zona 167 come "Canosa alta" se non si parte dalle origini della "Canosa storica", con i suoi usi, le sue origini e i suoi segni, che non sono una pianta tropicale nella piazzetta fronte al Monumento Cattedrale San Sabino, o le piante tropicali a piazza Imbriani o ancora peggio la sostituzioni di angolari in pietra originali dell'obelisco dedicata alla Madonna dell'Immacolata o basole antiche con dei falsi.

Arch. Gianfranco Merafina