Sul contratto di lavoro la CGIL sbaglia
Le dichiarazioni di Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari
giovedì 25 gennaio 2018
15.35
"Dispiace che la storica sede della Camera del Lavoro di Andria sia oggi utilizzata per fomentare, strumentalmente, dispute inutili tra braccianti ed imprenditori agricoli. Dispiace ancora di più che il fuoco della polemica venga attizzato dal sindacato che, oggi, più di ogni altro dimostra la propria inadeguatezza a rappresentare i lavoratori in ogni sede contrattuale ed in ogni comparto produttivo" – Dichiara Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari. Il duro attacco di Confagricoltura Bari è diretto alla CGIL-FLAI che torna ad oltraggiare il lavoro, responsabile nonchè attento ai rispettivi bisogni, svolto durante la lunga trattativa conclusasi ad agosto dello scorso anno dalle parti datoriali e sindacali. Confagricoltura Bari risponde alle accuse ingiuste della CGIL che riportano di decenni indietro i rapporti tra le parti sottolineando come non risponda al vero che:
- il contratto sia stato chiuso al ribasso! In realtà è stato concesso un importante aumento salariale, tra i più alti rispetto alle altre province pugliesi;
- ci sia stato un demansionamento strutturale delle operazioni specializzate. In verità sono state individuate figure che svolgono determinati compiti e che vengono coordinate da operai specializzati presenti, questi ultimi, nella fase lavorativa in misura minima del 12% come è giusto che accada in ogni squadra di lavoro;
- "vengono perse somme relative alle prestazioni previdenziali", voci che riteniamo squallido strumento di speculazione da parte di un sindacato dei lavoratori. Tali somme sono legate all'effettiva retribuzione corrisposta che, a sua volta, corrisponde all'effettivo inquadramento ed al ruolo ricoperto dal lavoratore. La relativa corresponsione è, pertanto, assolutamente automatica e, nella logica dell'ausilio reddituale concesso ai lavoratori stagionali, copre i periodi durante i quali gli stessi non prestano la loro opera;
- l'attuale contratto di lavoro sia frutto d'imposizioni e/o di mere logiche legate al guadagno o all'impiego selvaggio, logica riportata dalla CGIL in tutti i tavoli contrattuali ed in tutti i comparti lavorativi. Le imprese agricole ed i sindacati hanno consolidato i rapporti di legalità che devono unire, a filo doppio, mondo d'impresa e lavoratori, miranti a portare a galla quei fenomeni quali il lavoro nero, il caporalato e lo sfruttamento, ma anche l'uso improprio ed improvvido degli strumenti di previdenza e di supporto al reddito.
Con la firma del Contratto Provinciale di Lavoro di Agosto 2018 si è raggiunto lo scopo di permettere l'instaurazione di rapporti di lavoro che, nei realtà dei fatti e nell'ufficialità degli stessi, rispecchino i reali compiti richiesti e la corrispondente paga corrisposta. Confagricoltura, pertanto, ha chiesto alle Aziende associate di continuare a rispettare fedelmente le norme contrattuali, ancor più oggi visto che le stesse chiariscono e regolano fedelmente tutti i rapporti di lavoro. Si sottolinea, inoltre, come la maggior parte del mondo sindacale abbia preso coscienza, da tempo, della situazione e abbia ben ricoperto un ruolo costruttivo e propositivo nell'approvazione di quanto il nuovo contratto di lavoro ha apportato al settore agricolo delle provincie di Bari e della Bat, con la consapevolezza di dover garantire la giusta assistenza ai propri associati. La realtà, del resto, viene evidenziata dall'esiguo, se non inesistente, numero di contenziosi che contrappone giudizialmente lavoratori ed aziende, prova della correttezza dei rapporti insistenti e dell'assoluta concordia esistente tra parte datoriale e prestatori d'opera.
- il contratto sia stato chiuso al ribasso! In realtà è stato concesso un importante aumento salariale, tra i più alti rispetto alle altre province pugliesi;
- ci sia stato un demansionamento strutturale delle operazioni specializzate. In verità sono state individuate figure che svolgono determinati compiti e che vengono coordinate da operai specializzati presenti, questi ultimi, nella fase lavorativa in misura minima del 12% come è giusto che accada in ogni squadra di lavoro;
- "vengono perse somme relative alle prestazioni previdenziali", voci che riteniamo squallido strumento di speculazione da parte di un sindacato dei lavoratori. Tali somme sono legate all'effettiva retribuzione corrisposta che, a sua volta, corrisponde all'effettivo inquadramento ed al ruolo ricoperto dal lavoratore. La relativa corresponsione è, pertanto, assolutamente automatica e, nella logica dell'ausilio reddituale concesso ai lavoratori stagionali, copre i periodi durante i quali gli stessi non prestano la loro opera;
- l'attuale contratto di lavoro sia frutto d'imposizioni e/o di mere logiche legate al guadagno o all'impiego selvaggio, logica riportata dalla CGIL in tutti i tavoli contrattuali ed in tutti i comparti lavorativi. Le imprese agricole ed i sindacati hanno consolidato i rapporti di legalità che devono unire, a filo doppio, mondo d'impresa e lavoratori, miranti a portare a galla quei fenomeni quali il lavoro nero, il caporalato e lo sfruttamento, ma anche l'uso improprio ed improvvido degli strumenti di previdenza e di supporto al reddito.
Con la firma del Contratto Provinciale di Lavoro di Agosto 2018 si è raggiunto lo scopo di permettere l'instaurazione di rapporti di lavoro che, nei realtà dei fatti e nell'ufficialità degli stessi, rispecchino i reali compiti richiesti e la corrispondente paga corrisposta. Confagricoltura, pertanto, ha chiesto alle Aziende associate di continuare a rispettare fedelmente le norme contrattuali, ancor più oggi visto che le stesse chiariscono e regolano fedelmente tutti i rapporti di lavoro. Si sottolinea, inoltre, come la maggior parte del mondo sindacale abbia preso coscienza, da tempo, della situazione e abbia ben ricoperto un ruolo costruttivo e propositivo nell'approvazione di quanto il nuovo contratto di lavoro ha apportato al settore agricolo delle provincie di Bari e della Bat, con la consapevolezza di dover garantire la giusta assistenza ai propri associati. La realtà, del resto, viene evidenziata dall'esiguo, se non inesistente, numero di contenziosi che contrappone giudizialmente lavoratori ed aziende, prova della correttezza dei rapporti insistenti e dell'assoluta concordia esistente tra parte datoriale e prestatori d'opera.