Sul tema discariche un dibattito pubblico
La richiesta del consigliere Princigalli
mercoledì 9 agosto 2017
23.35
Sul tema discariche siamo giunti ad un bivio decisivo ma si ha la sensazione che l'approccio da parte di Amministratori e Politici locali continui ad essere caratterizzato da interventi estemporanei e scarsamente incisivi. Non si dubita della ferma volontà degli amministratori comunali di Canosa di Puglia e Minervino Murge di impedire la realizzazione di una nuova megadiscarica ma si osserva che, nonostante le numerose sollecitazioni cadute nel vuoto (per inciso siamo ancora snobbati in attesa del riscontro alla nostra richiesta di documenti nella disponibilità del Comune di Canosa), si intende affidare la difesa del territorio e della salute dei cittadini più ad argomenti di carattere giuridico-formale che ad una indagine tecnico-scientifica demandata a professionisti dotati di specifica competenza e perizia in materia. Sarebbe il caso di chiedere conto all'Arpa dell'esito del procedimento avviato nel 2015 in contraddittorio con la COBEMA dopo l'accertamento della potenziale contaminazione rilevata in due pozzi così come peraltro sollecitato ufficialmente in Consiglio Comunale. Sarebbe il caso di chiedere lumi all'ingegnere Andrea Pugliese, consulente in materia ambientale di diverse procure distrettuali antimafia, il quale peraltro si occupò in qualità di perito del Tribunale di Trani nel 2003 della vicenda Tufarelle allorquando la stessa ARPA in una nota dichiarò la zona come inquinata, e depositò relazione che forniva una fotografia inquietante della situazione ambientale della zona supportato dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, ottenendo una citazione nel rapporto di Legambiente del 2005 che indicava l'attività tecnica di indagine svolta, fra le migliori buone pratiche in Italia.
Sarebbe il caso di ricordare che la stessa Cassazione penale mentre disponeva l'annullamento della condanna in secondo grado di una delle imprese allocate in Contrada Tufarelle confermava a chiare lettere lo stato di inquinamento in quella zona. Sarebbe il caso di ricordare che nel febbraio del 2012, il Comune di Canosa, conferì incarico per la redazione della proposta del piano di caratterizzazione (avviando la procedura prevista per i siti potenzialmente contaminati) della falda sotterranea in contrada Tufarelle e che il relativo studio confermò il superamento in più punti delle Csc (concentrazioni soglie critiche) e fu approvato dalla Regione Puglia nel settembre del 2012. Siamo quindi in condizioni tecniche di sito potenzialmente contaminato, ovvero in una situazione che giuridicamente la normativa rimanda all'art. 242 del testo unico ambientale, che stabilisce modalità, tempi e azioni da porre in essere e attendiamo di conoscere l'esito della conferenza di servizi convocata dalla Regione Puglia nel febbraio 2016 verosimilmente finalizzata a comprendere se il sito, definito potenzialmente contaminato, sia effettivamente inquinato o meno.
Dal punto di vista sanitario, un piccolo passo indietro, nel 2008, l'Asl Bat condusse una Indagine di epidemiologia ambientale nel comune di Canosa di Puglia (BA), che arrivava alle seguenti conclusioni: Il profilo di salute della popolazione di Canosa di Puglia con riferimento alla mortalità nel periodo 1998-2004 mostra alcuni scostamenti significativi rispetto al dato della Regione e della ASL che riguardano in particolare la mortalità per tutte le cause e per tumori del fegato. In effetti, la mortalità per quest'ultima patologia risulta sistematicamente in eccesso in tutte le procedure realizzate ed è l'unico caso in cui questo si verifica in entrambi i sessi.
Ho letto che, recentemente, la Asl Bat ha replicato lo studio su alcune malattie nel territorio provinciale, dal quale è apparso chiaro come a Canosa vi siano significativi scostamenti in peggioramento dalla media regionale e nazionale, non fornendo però alcun elemento sul nesso causale fra patologie e sistemi industriali. In questo quadro si inserisce il progetto di una impresa che ha inteso realizzare in agro di Minervino, sempre Contrada Tufarelle, una piattaforma per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, ricevendo nella conferenza di servizi decisoria pareri positivi da parte di tutti gli enti, esclusi i Comuni di Canosa e Minervino.
Non possiamo quindi attendere, affidandoci ai rilievi generici di pseudo esperti fai da te del settore ambientale, l'esito della suddetta Conferenza senza intervenire energicamente per chiedere conto di pareri che, alla luce di pregresse acquisizioni inoppugnabili, si conclamano probabilmente viziati nel merito da dati che qualcuno ha autorevolmente definito "farlocchi" o, quanto meno, caratterizzati da un istruttoria superficiale e sommaria. Qualora non vi fosse un ragionevole ripensamento su quei pareri occorrerà subito introdurre strumenti di controllo che forniscano nuovi elementi di valutazione alle stesse Agenzie. Per queste ragioni, pur apprezzando l'interessamento dei riferimenti politici del territorio come Giuseppe D'Ambrosio e Ruggiero Mennea, abbiamo chiesto un dibattito pubblico per consentire a tutti coloro che hanno una competenza specifica di offrire il proprio contributo a sostegno di questa nuova battaglia in difesa del territorio e della salute pubblica.
Enzo Princigalli - consigliere comunale
Sarebbe il caso di ricordare che la stessa Cassazione penale mentre disponeva l'annullamento della condanna in secondo grado di una delle imprese allocate in Contrada Tufarelle confermava a chiare lettere lo stato di inquinamento in quella zona. Sarebbe il caso di ricordare che nel febbraio del 2012, il Comune di Canosa, conferì incarico per la redazione della proposta del piano di caratterizzazione (avviando la procedura prevista per i siti potenzialmente contaminati) della falda sotterranea in contrada Tufarelle e che il relativo studio confermò il superamento in più punti delle Csc (concentrazioni soglie critiche) e fu approvato dalla Regione Puglia nel settembre del 2012. Siamo quindi in condizioni tecniche di sito potenzialmente contaminato, ovvero in una situazione che giuridicamente la normativa rimanda all'art. 242 del testo unico ambientale, che stabilisce modalità, tempi e azioni da porre in essere e attendiamo di conoscere l'esito della conferenza di servizi convocata dalla Regione Puglia nel febbraio 2016 verosimilmente finalizzata a comprendere se il sito, definito potenzialmente contaminato, sia effettivamente inquinato o meno.
Dal punto di vista sanitario, un piccolo passo indietro, nel 2008, l'Asl Bat condusse una Indagine di epidemiologia ambientale nel comune di Canosa di Puglia (BA), che arrivava alle seguenti conclusioni: Il profilo di salute della popolazione di Canosa di Puglia con riferimento alla mortalità nel periodo 1998-2004 mostra alcuni scostamenti significativi rispetto al dato della Regione e della ASL che riguardano in particolare la mortalità per tutte le cause e per tumori del fegato. In effetti, la mortalità per quest'ultima patologia risulta sistematicamente in eccesso in tutte le procedure realizzate ed è l'unico caso in cui questo si verifica in entrambi i sessi.
Ho letto che, recentemente, la Asl Bat ha replicato lo studio su alcune malattie nel territorio provinciale, dal quale è apparso chiaro come a Canosa vi siano significativi scostamenti in peggioramento dalla media regionale e nazionale, non fornendo però alcun elemento sul nesso causale fra patologie e sistemi industriali. In questo quadro si inserisce il progetto di una impresa che ha inteso realizzare in agro di Minervino, sempre Contrada Tufarelle, una piattaforma per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, ricevendo nella conferenza di servizi decisoria pareri positivi da parte di tutti gli enti, esclusi i Comuni di Canosa e Minervino.
Non possiamo quindi attendere, affidandoci ai rilievi generici di pseudo esperti fai da te del settore ambientale, l'esito della suddetta Conferenza senza intervenire energicamente per chiedere conto di pareri che, alla luce di pregresse acquisizioni inoppugnabili, si conclamano probabilmente viziati nel merito da dati che qualcuno ha autorevolmente definito "farlocchi" o, quanto meno, caratterizzati da un istruttoria superficiale e sommaria. Qualora non vi fosse un ragionevole ripensamento su quei pareri occorrerà subito introdurre strumenti di controllo che forniscano nuovi elementi di valutazione alle stesse Agenzie. Per queste ragioni, pur apprezzando l'interessamento dei riferimenti politici del territorio come Giuseppe D'Ambrosio e Ruggiero Mennea, abbiamo chiesto un dibattito pubblico per consentire a tutti coloro che hanno una competenza specifica di offrire il proprio contributo a sostegno di questa nuova battaglia in difesa del territorio e della salute pubblica.
Enzo Princigalli - consigliere comunale