Un 8 marzo di lotta per i diritti, contro le discriminazioni e le disuguaglianze
La nota di Michele Rizzi, segretario provinciale Sinistra italiana
martedì 7 marzo 2023
23.12
L'8 marzo per noi deve essere un giorno di lotta non certo un giorno di festeggiamenti. Negli ultimi anni il movimento delle donne contro la violenza e gli attacchi ai diritti è tornato a farsi sentire con manifestazioni e cortei in varie parti del pianeta. La crisi del capitalismo, che ormai dura da anni, ha mostrato con tutta la sua rudezza la condizione di oppressione sempre più pesante delle lavoratrici, in quanto gli effetti vengono fatti pagare proprio all'anello più debole, quello femminile. Tra l'altro l'Ispettorato nazionale del lavoro ci parla di un'impennata delle lavoratrici che hanno lasciato il lavoro per l'impossibilità di conciliarlo con la maternità, un aumento impressionante di donne costrette a rimanere a casa.
Negli ultimi anni il fondo per le politiche sociali per asili nido, assistenza domiciliare, centri antiviolenza, ecc., ha subito tagli di più del doppio rispetto a dieci anni fa. La liberalizzazione dei licenziamenti attuata dal governo Draghi dopo il blocco per la pandemia ha fatto il resto. Tante sono le donne sotto ricatto perchè rimanere incinta significa perdere il posto di lavoro, tante sono le donne che hanno salari più bassi rispetto agli uomini, tante sono le donne che vengono discriminate sul luogo di lavoro e tutto questo ancora nel 2023.
Per questo, l'8 marzo deve essere ogni giorno. Un 8 marzo di lotta per i diritti, contro le discriminazioni e le disuguaglianze, per rivendicare uno stato sociale degno di questo nome per nuovi asili e mense pubbliche, per nuovi diritti. La logica del profitto capitalista, delle discriminazioni, dell'oppressione di genere, del maschilismo deve essere sconfitta con politiche di sinistra perché la cosiddetta "parità", solo enunciata mediaticamente, ma mai attuata, diventi realtà.
Michele Rizzi, segretario provinciale Sinistra italiana
Negli ultimi anni il fondo per le politiche sociali per asili nido, assistenza domiciliare, centri antiviolenza, ecc., ha subito tagli di più del doppio rispetto a dieci anni fa. La liberalizzazione dei licenziamenti attuata dal governo Draghi dopo il blocco per la pandemia ha fatto il resto. Tante sono le donne sotto ricatto perchè rimanere incinta significa perdere il posto di lavoro, tante sono le donne che hanno salari più bassi rispetto agli uomini, tante sono le donne che vengono discriminate sul luogo di lavoro e tutto questo ancora nel 2023.
Per questo, l'8 marzo deve essere ogni giorno. Un 8 marzo di lotta per i diritti, contro le discriminazioni e le disuguaglianze, per rivendicare uno stato sociale degno di questo nome per nuovi asili e mense pubbliche, per nuovi diritti. La logica del profitto capitalista, delle discriminazioni, dell'oppressione di genere, del maschilismo deve essere sconfitta con politiche di sinistra perché la cosiddetta "parità", solo enunciata mediaticamente, ma mai attuata, diventi realtà.
Michele Rizzi, segretario provinciale Sinistra italiana