Un migliore futuro per tutti gli uomini

Lettera a Marx, filosofo materialista

domenica 25 febbraio 2018 21.48
Carissimo Marx,
ti scrivo per chiederti scusa per il fatto che molti confondono, ancora oggi, la tua filosofia con lo stalinismo, il leninismo, con Mao e molti altri. La tua ideologia, nonostante alcuni limiti, ha creato grandi sconvolgimenti nei quali si è combattuta una società disumana. La società è diventata più giusta e solidale rispetto alla tua, questo anche grazie a te e al movimento socialista. La stessa Chiesa, sotto gli stimoli più veri di alcune riflessioni sulla giustizia dei lavoratori, ha sviluppato la splendida dottrina sociale, ancora troppo dimenticata nell'annuncio e nella profezia. Come filantropo, hai voluto guardare, con il tuo amico Engels, un migliore futuro per tutti gli uomini. Ti sei arrabbiato per le ingiustizie, a causa delle donne costrette a prostituirsi per la povertà, dello sfruttamento infantile, poichè i salari erano meno degli alimenti dovuto alle bestie. I ricchi pranzavano con cinque portate e gli altri morivano di fame. Hai detto nel Manifesto che i proletari non avevano nulla da perdere e al grido di "Proletari di tutti i Paesi, unitevi" hai promosso la violenza rivoluzionaria.

Caro Marx,
ti scrivo perché l'attenzione alla persona tende ad essere nuovamente demolita, l'architettura che ha portato ai diritti delle persone, di fatto, viene sconvolta. Lo spazio umano è stato invaso a favore dell'economia a priori, a scapito dell'uomo. Quanti uomini hanno creduto nella propria azienda vivendo disillusioni, con il paradosso di essere licenziati, proprio perché esperti di quel lavoro e dunque anziani. Proprio quando si dovrebbe raggiungere la quiete, uomini e donne ricevono il travaglio di un possibile licenziamento. L'illusione del consumismo ha rimosso la giustizia dalla fissità dei lavori, il plus-valore è investito nel guadagno e le persone si schiacciano.

Caro Marx,
come una statua, rimandi la fissità di alcuni valori che dovrebbero essere immutabili, quali il rispetto dell'uomo e la giustizia, affinché l'umanità sia liberata dall'alienazione. Gli uomini sono trattati come burattini, mentre l'innocente grida nuovi drammi. Ogni fame ha il torto che non sa ragionare e il rischio, quello che tu non hai potuto verificare, è che la violenza ha il potere di decuplicare i problemi e non di risolverli, come i totalitarismi hanno insegnato. Una certa benemerenza verso la civiltà dell'economia ha e sta segnando, in negativo, i volti e l'anima di uomini e donne. La disoccupazione è feroce, le persone sono usate ed abusate. L'inganno di fantasie, spettacoli, prodigi di classe operaie, hanno portato, da alcune esaltazioni del benessere allo spasimo dei pilastri della giustizia. Su tutto questo si sentono parole sconnesse, invasate e terribili. La logica è la bestialità di chi sostiene le proprie passioni avide di guadagno, a scapito delle famiglie. L'umanità viene deformata come il tremolare dell'acqua in una pozza di fango. Si stanno creando terribili e nuove scie di povertà.

Carissimo Marx,
escludendo la rivoluzione violenta, penso che molte delle tue pagine illiminerebbero molte coscienze. Troppo comodo dimenticarti in nome dello sviluppo!

Salvatore Sciannamea