Vino adulterato: tolleranza zero per difendere primati internazionali

Coldiretti Puglia:"È indispensabile che l'attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido."

venerdì 12 luglio 2019 15.32
Trasformavano l'acqua in vino, talvolta marchiandolo come prodotto di qualità Doc o Igt, utilizzando miscele di sostanze zuccherine ottenute da canna da zucchero e barbabietole per attivare la fermentazione alcolica del mosto, insieme a coloranti ed altre sostanze chimiche per ingannare anche gli strumenti elettronici impiegati nel settore enologico. Per aumentare il prodotto finale abbattendo i costi, a danno di tutti i consumatori e degli imprenditori onesti. E' quanto ha smascherato l'operazione "Ghost Wine" coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dal NAS di Lecce e dall'ICQRF che ha portato all'arresto di 11 persone, e al sequestro di 4 aziende vinicole operanti nel Salento. "Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che è cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino pugliese a raggiungere il record storico di produzione di 11 milioni di ettolitri circa di vino prodotti, al primo posto nella classifica delle regioni più produttive e di crescita in valore nell'export di un ulteriore 6,7% nel 2018." E' quanto afferma Coldiretti Puglia in riferimento all'operazione "Ghost Wine" del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, di unita' dell'Arma territoriale e dell'Unita' Centrale Investigativa dell'Icqrf (Ispettorato centrale repressione frodi). Sono aumentati dal 2014 al 2018 del 9% i controlli in Puglia sull'agroalimentare che per il vino si estendono dallo zuccheraggio alle falsificazione delle etichette, dall'annacquamento all'aggiunta irregolare di aromi ma c'è anche la commercializzazione di vini in polvere "Wine Kit" on line con l'utilizzo di prestigiosi marchi italiani, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati relativi ai controlli effettuati dal Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) sul settore vitivinicolo. Alle frodi a livello nazionale si aggiungono gli inganni a danno del vino Made in Italy provocati dalla vinopirateria nei diversi continenti dove sono stati scoperti clamorosi falsi.

"È indispensabile che l'attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido. L'agroalimentare di qualità subisce gli attacchi continui di falsari che attraverso pratiche commerciali scorrette falsano la sana concorrenza sui mercati nazionali e internazionali, ingannano i consumatori e creano un mercato parallelo di 'falsi made in Puglia' che vale centinaia di milioni di euro", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali primitivo, negroamaro e nero di troia - afferma Coldiretti Puglia - il successo di importanti vini quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citare i più conosciuti, espongono il comparto a rischio frodi e speculazioni. Prezioso il lavoro di Ispettorato Centrale Repressione Frodi, Nas, Corpo Forestale, affiancati negli ultimi anni dagli organismi di controllo terzo delle DOP e IGP, relativo ai controlli in campo, per la verifica del rispetto delle rese per ettaro sia delle uve fresche che di quelle appassite sulla pianta.

I casi di "agropirateria" nel settore vitivinicolo pugliese riguardano in particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. In America si producono Moscato, Malvasia e Aleatico, venduti con "DOC" californiane Napa Valley o Sonoma County, dice Coldiretti Puglia. Il fenomeno sta colpendo, in maniera particolare, il primitivo pugliese. In America un vino, lo 'Zinfandel', viene venduto e si sta affermando sul mercato come 'Primitivo' ed i siti non si lasciano sfuggire l'occasione – insiste Coldiretti Puglia - di chiamare in causa continuamente la Puglia, per accrescere il valore e l'immagine del prodotto americano. Gli ottimi risultati dell'attività delle forze dell'ordine confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia che - continua la Coldiretti – vanno però sostenuti con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Un obiettivo – conclude la Coldiretti – sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia.