Mai abbiamo trascurato coloro che hanno fatto grande il Canosa Calcio
La società rossoblu risponde "agli attacchi" post festa sociale
giovedì 9 gennaio 2020
14.43
Una festa in famiglia. Questo è stato il pranzo dell'Epifania per il Canosa Calcio. Una bella giornata trascorsa in famiglia,tra amici, tra persone che hanno voluto regalarsi e condividere qualche ora di divertimento, sorrisi e tanta passione. Nulla più di questo. Perché per tutti noi il Canosa Calcio è, e sempre sarà, una grande famiglia, con la quale condividere gioie e dolori, amori e passioni. Insieme abbiamo trascorso momenti di serenità e di gioia sincera, con ancora negli occhi e nei cuori le forti emozioni della domenica appena trascorsa e che ci ha visto grandi protagonisti di un risultato forse ai più inaspettato ma non per questo non meritato sul campo. Con abnegazione, volontà e passione i nostri ragazzi hanno saputo regalarci un emozione che non dimenticheremo e che certo non dimenticheranno facilmente i nostri ben più quotati avversari. Il risultato ha sicuramente reso ancora più piacevole la nostra festa ma siamo convinti che nulla sarebbe cambiato anche in caso di risultato negativo. Perché il nostro intento era quello di stringerci forte in un abbraccio sincero e, per una volta, regalare anche a noi stessi un meritato ringraziamento per quanto fin qui fatto, pur tra mille sacrifici. Nelle intenzioni del presidente e di tutta la società c'era la volontà di dare il giusto risalto a quel senso di appartenenza che sta rendendo un gruppo di giovani atleti una "vera squadra" capace di grandi risultati, capace di imporsi e di rendere grande il Canosa Calcio, ancora una volta. I nostri ragazzi, la nostra squadra, loro sono stati i veri protagonisti della festa, omaggiati e chiamati "uno per uno" perché vivessero e percepissero quanto sono importanti per noi, nessuno escluso, ognuno capace di portare il proprio contributo, e nella magia dell'insieme regalarci un altro ambito traguardo, da condividere con la città, con i "veri" tifosi. Giocatori , amici, parenti, tifosi, simpatizzanti, tutti insieme, tutti coinvolti, tutti felici di vivere la gioia che solo il Canosa Calcio può regalare. Tutti stretti in un unico abbraccio, commosso, nell'emozione di un ricordo "cantato" per onorare la memoria del "nostro" Presidente Pietro Basile.
"Chi ha vissuto quella giornata o condiviso le immagini e le emozioni via social non può che conservare nel proprio cassetto dei ricordi quanto fin qui raccontato". Per questo – scrive la società rossoblù del Presidente Giuseppe Tedeschi – , quanto letto e scritto successivamente ci ha profondamente ferito. Nel tempo il Canosa Calcio, forte della sua storia e del proprio blasone, agli attacchi di chi fa del dileggio e dell'offesa il proprio credo ha sempre preferito non rispondere, lasciando che fosse il nostro "saper fare" il manifesto del nostro operato. Partendo fondamentalmente dai risultati sportivi ma non trascurando tutti gli aspetti del vivere quotidiano abbiamo dimostrato il nostro impegno civile, sempre in prima fila, spesso soli, unici, ma non per questo pentiti di dare il nostro piccolo contributo all'intera comunità canosina. Sempre con grande rispetto ed educazione abbiamo affrontato i problemi che di volta in volta si prospettavano dinanzi al nostro cammino e sempre abbiamo cercato di superarli, magari a volte commettendo anche errori, ma certi della nostra buona fede e del grande rispetto dimostrato nei confronti di tutti. Mai – sottolinea la società – abbiamo dimenticato la nostra storia, vessillo ed emblema mostrato con orgoglio. Mai abbiamo trascurato coloro che hanno fatto grande il Canosa Calcio. L'ASD Canosa è stata l'unica società che ha ringraziato ed augurato il meglio a tutti i protagonisti sportivi e non, con i quali si confronta quotidianamente; dai rappresentanti della Lega, alla classe arbitrale, alle squadre nostre avversarie, all'amministrazione comunale, agli organi di stampa, agli sponsor tutti, tutti in egual modo protagonisti di questa grande avventura. Allo stesso modo abbiamo ringraziato "pubblicamente", ed in diverse circostanze, chi ha contribuito a che questo cammino giungesse fin qui poggiando su basi solide, capaci di prospettare e garantire anche un futuro migliore. Ringraziamenti sinceri, sentiti.
Ma poi la storia la scrive chi combatte, chi quel percorso continua a tracciarlo, chi quotidianamente rinuncia ad un po' del suo per cercare di portare in alto i nostri colori, chi decide di non lasciare e lottare perché consapevoli che la gioia dell'impresa, come quella conseguita con la United Sly, arricchirà i nostri cuori regalandoci altri ricordi da raccontare ai nostri piccoli tifosi che innamorati di un pallone, sulle gradinate del San Sabino, hanno sofferto il freddo, sperando che il sogno di una vittoria diventasse realtà. Quindi non possiamo accettare passivamente quanto scritto. Non possiamo pensare che ci si accusi di "non aver ricordato" senza sentirci traditi ed offesi. Al contrario, ci sarebbe piaciuto che chi scrive del Canosa, avesse avuto il buon senso di ricordare che se oggi qualcuno riesce ancora a raccontare e scrivere delle emozioni che il Canosa Calcio regala, non utilizzando solo verbi al passato ma anche al presente, è perché un piccolo manipolo di persone cerca di portare a compimento il sogno di chi nel tempo ha donato la propria vita per quelle emozioni, per quei colori. Non cerchiamo medaglie; non vogliamo vessilli o lodi, ma solo rispetto! Questo avremmo voluto leggere per una volta. Avremmo voluto che si raccontasse della festa, pensata per i nostri ragazzi, solo per loro che hanno contribuito, come tutti, anche economicamente, a che la festa potesse essere realizzata. Quindi questa volta, non abbiamo sbagliato. Questa volta chi ha sbagliato è chi a quella festa non ha partecipato seppur invitato. Chi di quella festa non ha voluto condividere foto, video, emozioni, perché per noi è anche quella "partecipazione", anche quella è condivisione di valori, di sentimenti, di amore sincero per i colori rossoblù. Sarebbe bastato un saluto, un grazie. Il Canosa va vissuto e raccontato con rispetto. Il Canosa non è un trofeo. Il Canosa non è strumento per regalarsi un like o chissà cos'altro. Non lo meritiamo noi; non lo meritano i tifosi; non lo merita la nostra storia. Noi continueremo comunque – conclude l'intera società – il nostro cammino non dimentichi, al contrario di altri, che a volte sarebbe giusto anche raccontare di quanto il Canosa Calcio abbia dato alle nostre vite, e di quanto saprà ancora darci, senza compromessi, senza retro pensieri, fiero della sua storia, di quella scritta nei nostri ricordi e di quella ancora da scrivere nei nostri cuori.Forza Canosa!"
"Chi ha vissuto quella giornata o condiviso le immagini e le emozioni via social non può che conservare nel proprio cassetto dei ricordi quanto fin qui raccontato". Per questo – scrive la società rossoblù del Presidente Giuseppe Tedeschi – , quanto letto e scritto successivamente ci ha profondamente ferito. Nel tempo il Canosa Calcio, forte della sua storia e del proprio blasone, agli attacchi di chi fa del dileggio e dell'offesa il proprio credo ha sempre preferito non rispondere, lasciando che fosse il nostro "saper fare" il manifesto del nostro operato. Partendo fondamentalmente dai risultati sportivi ma non trascurando tutti gli aspetti del vivere quotidiano abbiamo dimostrato il nostro impegno civile, sempre in prima fila, spesso soli, unici, ma non per questo pentiti di dare il nostro piccolo contributo all'intera comunità canosina. Sempre con grande rispetto ed educazione abbiamo affrontato i problemi che di volta in volta si prospettavano dinanzi al nostro cammino e sempre abbiamo cercato di superarli, magari a volte commettendo anche errori, ma certi della nostra buona fede e del grande rispetto dimostrato nei confronti di tutti. Mai – sottolinea la società – abbiamo dimenticato la nostra storia, vessillo ed emblema mostrato con orgoglio. Mai abbiamo trascurato coloro che hanno fatto grande il Canosa Calcio. L'ASD Canosa è stata l'unica società che ha ringraziato ed augurato il meglio a tutti i protagonisti sportivi e non, con i quali si confronta quotidianamente; dai rappresentanti della Lega, alla classe arbitrale, alle squadre nostre avversarie, all'amministrazione comunale, agli organi di stampa, agli sponsor tutti, tutti in egual modo protagonisti di questa grande avventura. Allo stesso modo abbiamo ringraziato "pubblicamente", ed in diverse circostanze, chi ha contribuito a che questo cammino giungesse fin qui poggiando su basi solide, capaci di prospettare e garantire anche un futuro migliore. Ringraziamenti sinceri, sentiti.
Ma poi la storia la scrive chi combatte, chi quel percorso continua a tracciarlo, chi quotidianamente rinuncia ad un po' del suo per cercare di portare in alto i nostri colori, chi decide di non lasciare e lottare perché consapevoli che la gioia dell'impresa, come quella conseguita con la United Sly, arricchirà i nostri cuori regalandoci altri ricordi da raccontare ai nostri piccoli tifosi che innamorati di un pallone, sulle gradinate del San Sabino, hanno sofferto il freddo, sperando che il sogno di una vittoria diventasse realtà. Quindi non possiamo accettare passivamente quanto scritto. Non possiamo pensare che ci si accusi di "non aver ricordato" senza sentirci traditi ed offesi. Al contrario, ci sarebbe piaciuto che chi scrive del Canosa, avesse avuto il buon senso di ricordare che se oggi qualcuno riesce ancora a raccontare e scrivere delle emozioni che il Canosa Calcio regala, non utilizzando solo verbi al passato ma anche al presente, è perché un piccolo manipolo di persone cerca di portare a compimento il sogno di chi nel tempo ha donato la propria vita per quelle emozioni, per quei colori. Non cerchiamo medaglie; non vogliamo vessilli o lodi, ma solo rispetto! Questo avremmo voluto leggere per una volta. Avremmo voluto che si raccontasse della festa, pensata per i nostri ragazzi, solo per loro che hanno contribuito, come tutti, anche economicamente, a che la festa potesse essere realizzata. Quindi questa volta, non abbiamo sbagliato. Questa volta chi ha sbagliato è chi a quella festa non ha partecipato seppur invitato. Chi di quella festa non ha voluto condividere foto, video, emozioni, perché per noi è anche quella "partecipazione", anche quella è condivisione di valori, di sentimenti, di amore sincero per i colori rossoblù. Sarebbe bastato un saluto, un grazie. Il Canosa va vissuto e raccontato con rispetto. Il Canosa non è un trofeo. Il Canosa non è strumento per regalarsi un like o chissà cos'altro. Non lo meritiamo noi; non lo meritano i tifosi; non lo merita la nostra storia. Noi continueremo comunque – conclude l'intera società – il nostro cammino non dimentichi, al contrario di altri, che a volte sarebbe giusto anche raccontare di quanto il Canosa Calcio abbia dato alle nostre vite, e di quanto saprà ancora darci, senza compromessi, senza retro pensieri, fiero della sua storia, di quella scritta nei nostri ricordi e di quella ancora da scrivere nei nostri cuori.Forza Canosa!"