Agroalimentare: grande opportunità per lo sviluppo del territorio
Il ruolo della formazione tecnica superiore
giovedì 21 settembre 2017
23.13
iReport
Nei giorni scorsi si è tenuto presso l'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Ettore Carafa di Andria(BT) un incontro di presentazione del Corso biennale di alta specializzazione post-diploma nel settore agroalimentare, finalizzato alla gestione della qualità nelle imprese agroalimentari. Il corso è riservato a persone in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore. L'incontro è stato l'occasione per fare un breve punto sulla situazione dell'agroalimentare sul territorio della BAT e della Puglia e sul rapporto tra formazione e imprese agroalimentari. Mi è stato chiesto di partecipare all'incontro con saluto, nel corso del quale ho puntato l'attenzione sul grande divario che ancora esiste non solo nella BAT e nella Puglia, ma in tutto il Mezzogiorno fra potenziale produttivo e capacità di valorizzazione delle risorse agricole, un divario che può essere superato soprattutto formando professionalità altamente qualificate, proprio come avverrà con il corso che prenderà avvio ad Andria nelle prossime settimane.Vediamo nel dettaglio gli obiettivi del corso e alcune criticità del settore che i giovani formati saranno chiamati ad affrontare nel mondo del lavoro.
L'importanza dei corsi ITS.
Fra le misure messe in atto negli ultimi anni per favorire per favorire un più stretto rapporto fra la scuola e il mondo del lavoro, assume rilievo quella relativa agli ITS, cioè Istituti Tecnici Superiori, che riprende altre esperienze estere che hanno dimostrato di favorire una formazione altamente professionalizzante dei giovani e degli adulti e un loro più facile inserimento nel mondo del lavoro. Gli ITS sono "scuole speciali di tecnologia", organizzate in forma di Fondazioni di partecipazione di natura privata proposte dal Ministero dell'Istruzione, dal Ministro del Lavoro e dal Ministro dello Sviluppo Economico. Tali Fondazioni hanno lo scopo di favorire una diretta partecipazione delle scuole, delle università e delle imprese per dare vita ad un'autentica integrazione tra istruzione, formazione e lavoro. Gli ITS sono stati attivati nel 2010 e rilasciano un diploma di specializzazione tecnica superiore riferito alle aree tecnologiche, considerate prioritarie dagli indirizzi nazionali ed europei di programmazione economica, secondo i piani territoriali di intervento deliberati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano nell'esercizio della loro esclusiva competenza in materia di programmazione dell'offerta formativa. Gli istituti tecnici e professionali ne costituiscono gli enti di riferimento. Gli ITS rappresentano la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante, non universitaria, strettamente legata al sistema produttivo e rispondono alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche da parte delle imprese.
ITS e reale occupabilità.
Secondo l'ultimo monitoraggio fatto da INDIRE a marzo scorso, ad oggi risultano costituite in Italia 93 Fondazioni ITS suddivise nelle 6 aree tecnologiche previste dalla legge10: Efficienza energetica (13 Fondazioni), Mobilità sostenibile (17), Nuove tecnologie della vita (7), Nuove tecnologie per il Made in Italy (34), Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (10), Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (12). Gli ITS in Puglia sono 6 operative nei settori della mobilità sostenibile (2), delle nuove tecnologie per il made in Italy (2), delle tecnologie dell'informazione e comunicazione (1), delle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali (1).I dati sui corsi attivati da queste 93 Fondazioni ITS evidenziano che fra il 2011 e il 2017 sono stati attivati 708 corsi per un totale di oltre 16 mila iscritti. I diplomati sono quasi 6 mila. La valutazione effettuata su un campione di 97 corsi evidenzia che i diplomati che entro un anno dal diploma hanno trovato lavoro sono il 79,1%, di cui l'87,5% in coerenza con il diploma conseguito.
Il corso ITS per l'agroalimentare.
Il corso ITS finalizzato alla gestione della qualità nelle imprese agroalimentari, che si terrà ad Andria presso l'Istituto Ettore Carafa, promosso dalla Fondazione ITS Agroalimentare Puglia, partirà nelle prossime settimane, è interamente finanziato dai fondi europei e nazionali, selezionerà 30 partecipanti, si articolerà in quattro semestri, coinvolgerà attivamente le imprese del territorio e vedrà la partecipazione di docenti per almeno il 50% esperti del settore agroalimentare e della qualità. Il corso, tenendosi ad Andria, punta a privilegiare una offerta formativa rivolta a giovani diplomati del territorio del nord barese e della BAT. Le testimonianze di alcune imprese agroalimentari del territorio, durante l'incontro di presentazione del corso ITS, hanno evidenziato la forte domanda di figure tecniche specializzate, in particolare di tecnici della qualità.
Il contesto dell'agroalimentare territoriale e pugliese.
È interessante vedere alcune caratteristiche del settore agroalimentare del territorio della BAT e dell'intera Puglia per comprenderne le principali criticità e per valutare il possibile impatto che il corso ITS di Andria possa avere sullo sviluppo dell'agroalimentare della BAT e della Puglia. Innanzitutto, i dati forniti da EUROSTAT, l'ufficio statistico dell'Unione europea, evidenziano che nella BAT e nella Puglia il settore primario continua ad avere un ruolo più rilevante rispetto alle economie italiana ed europea. Nella BAT e in Puglia, nonostante la contrazione registrata rispetto al 2000, il peso economico del settore primario è pari rispettivamente al 3,5% e al 4%, contro il 2,2% della media italiana e l'1,6% della media europea. In secondo luogo, la maggiore specializzazione della BAT e della Puglia emerge anche analizzando la superficie agricola utilizzata, che, parametrata alla popolazione, mostra valori più elevati rispetto alla media nazionale: 269 ettari per mille abitanti nella BAT e 318 in Puglia, contro 217 della media nazionale. Per quanto riguarda la specializzazione produttiva, la BAT presenta una elevata specializzazione nelle coltivazioni della vite e delle altre coltivazioni legnose, che coprono il 57% circa della superficie agricola utilizzata. La Puglia si caratterizza invece per una prevalenza dei seminativi, che coprono il 51% circa della superficie agricola utilizzata. La BAT, inoltre, presenta una più elevata presenza di superficie agricola utilizzata per produzione certificate DOP e/o IGP rispetto alle medie pugliese e nazionale: 9,5% contro 3,5% e 3,6%.
L'export di agroalimentare della BAT e della Puglia.
Fra il 2010 e il 2016 la BAT ha registrato un significativo incremento del valore dell'export agroalimentare, più elevato sia di quello pugliese che di quello italiano: +11,1% in media annua, contro +6% e +6,4%. Segnali di flessione emergono tuttavia nella prima metà del 2017 (-3,2% rispetto al primo semestre 2016), a fronte di incrementi registrati sia a livello regionale (+6,4%) e nazionale (+6,7%).
Il problema fondamentale della valorizzazione.
Per quanto la BAT e la Puglia presentino un grande potenziale produttivo, in termini di superficie agricola utilizzata per abitante, e una grande capacità produttiva, in termini di quantità prodotte per abitante, in entrambi i casi superiore alla media nazionale, in termini di capacità di valorizzazione economica la situazione si capovolge. Infatti, sia la BAT che la Puglia presentano una capacità di valorizzazione, misurata in termini di valore dell'export sui mercati esteri per abitante, di gran lunga inferiore alla media nazionale. La valorizzazione dei prodotti agroalimentari rimane dunque il grande problema della filiera agroalimentare di queste aree, come di tutto il Mezzogiorno. Su questo aspetto è necessaria una strategia più stringente, tesa a migliorare le performance delle filiere produttive, come si sta facendo con le organizzazioni dei produttori e i progetti integrati di filiera, utilizzando le risorse europee per il miglioramento del contesto territoriale, ed in particolare le risorse della politica agricola comune e dello sviluppo rurale. In questo ambito, particolarmente rilevante è il tema del miglioramento della qualità dei prodotti, anche in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, esattamente il tema di cui si occuperà il corso ITS di Andria.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell'Associazione Italiana di Scienze Regionali
L'importanza dei corsi ITS.
Fra le misure messe in atto negli ultimi anni per favorire per favorire un più stretto rapporto fra la scuola e il mondo del lavoro, assume rilievo quella relativa agli ITS, cioè Istituti Tecnici Superiori, che riprende altre esperienze estere che hanno dimostrato di favorire una formazione altamente professionalizzante dei giovani e degli adulti e un loro più facile inserimento nel mondo del lavoro. Gli ITS sono "scuole speciali di tecnologia", organizzate in forma di Fondazioni di partecipazione di natura privata proposte dal Ministero dell'Istruzione, dal Ministro del Lavoro e dal Ministro dello Sviluppo Economico. Tali Fondazioni hanno lo scopo di favorire una diretta partecipazione delle scuole, delle università e delle imprese per dare vita ad un'autentica integrazione tra istruzione, formazione e lavoro. Gli ITS sono stati attivati nel 2010 e rilasciano un diploma di specializzazione tecnica superiore riferito alle aree tecnologiche, considerate prioritarie dagli indirizzi nazionali ed europei di programmazione economica, secondo i piani territoriali di intervento deliberati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano nell'esercizio della loro esclusiva competenza in materia di programmazione dell'offerta formativa. Gli istituti tecnici e professionali ne costituiscono gli enti di riferimento. Gli ITS rappresentano la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante, non universitaria, strettamente legata al sistema produttivo e rispondono alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche da parte delle imprese.
ITS e reale occupabilità.
Secondo l'ultimo monitoraggio fatto da INDIRE a marzo scorso, ad oggi risultano costituite in Italia 93 Fondazioni ITS suddivise nelle 6 aree tecnologiche previste dalla legge10: Efficienza energetica (13 Fondazioni), Mobilità sostenibile (17), Nuove tecnologie della vita (7), Nuove tecnologie per il Made in Italy (34), Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (10), Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (12). Gli ITS in Puglia sono 6 operative nei settori della mobilità sostenibile (2), delle nuove tecnologie per il made in Italy (2), delle tecnologie dell'informazione e comunicazione (1), delle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali (1).I dati sui corsi attivati da queste 93 Fondazioni ITS evidenziano che fra il 2011 e il 2017 sono stati attivati 708 corsi per un totale di oltre 16 mila iscritti. I diplomati sono quasi 6 mila. La valutazione effettuata su un campione di 97 corsi evidenzia che i diplomati che entro un anno dal diploma hanno trovato lavoro sono il 79,1%, di cui l'87,5% in coerenza con il diploma conseguito.
Il corso ITS per l'agroalimentare.
Il corso ITS finalizzato alla gestione della qualità nelle imprese agroalimentari, che si terrà ad Andria presso l'Istituto Ettore Carafa, promosso dalla Fondazione ITS Agroalimentare Puglia, partirà nelle prossime settimane, è interamente finanziato dai fondi europei e nazionali, selezionerà 30 partecipanti, si articolerà in quattro semestri, coinvolgerà attivamente le imprese del territorio e vedrà la partecipazione di docenti per almeno il 50% esperti del settore agroalimentare e della qualità. Il corso, tenendosi ad Andria, punta a privilegiare una offerta formativa rivolta a giovani diplomati del territorio del nord barese e della BAT. Le testimonianze di alcune imprese agroalimentari del territorio, durante l'incontro di presentazione del corso ITS, hanno evidenziato la forte domanda di figure tecniche specializzate, in particolare di tecnici della qualità.
Il contesto dell'agroalimentare territoriale e pugliese.
È interessante vedere alcune caratteristiche del settore agroalimentare del territorio della BAT e dell'intera Puglia per comprenderne le principali criticità e per valutare il possibile impatto che il corso ITS di Andria possa avere sullo sviluppo dell'agroalimentare della BAT e della Puglia. Innanzitutto, i dati forniti da EUROSTAT, l'ufficio statistico dell'Unione europea, evidenziano che nella BAT e nella Puglia il settore primario continua ad avere un ruolo più rilevante rispetto alle economie italiana ed europea. Nella BAT e in Puglia, nonostante la contrazione registrata rispetto al 2000, il peso economico del settore primario è pari rispettivamente al 3,5% e al 4%, contro il 2,2% della media italiana e l'1,6% della media europea. In secondo luogo, la maggiore specializzazione della BAT e della Puglia emerge anche analizzando la superficie agricola utilizzata, che, parametrata alla popolazione, mostra valori più elevati rispetto alla media nazionale: 269 ettari per mille abitanti nella BAT e 318 in Puglia, contro 217 della media nazionale. Per quanto riguarda la specializzazione produttiva, la BAT presenta una elevata specializzazione nelle coltivazioni della vite e delle altre coltivazioni legnose, che coprono il 57% circa della superficie agricola utilizzata. La Puglia si caratterizza invece per una prevalenza dei seminativi, che coprono il 51% circa della superficie agricola utilizzata. La BAT, inoltre, presenta una più elevata presenza di superficie agricola utilizzata per produzione certificate DOP e/o IGP rispetto alle medie pugliese e nazionale: 9,5% contro 3,5% e 3,6%.
L'export di agroalimentare della BAT e della Puglia.
Fra il 2010 e il 2016 la BAT ha registrato un significativo incremento del valore dell'export agroalimentare, più elevato sia di quello pugliese che di quello italiano: +11,1% in media annua, contro +6% e +6,4%. Segnali di flessione emergono tuttavia nella prima metà del 2017 (-3,2% rispetto al primo semestre 2016), a fronte di incrementi registrati sia a livello regionale (+6,4%) e nazionale (+6,7%).
Il problema fondamentale della valorizzazione.
Per quanto la BAT e la Puglia presentino un grande potenziale produttivo, in termini di superficie agricola utilizzata per abitante, e una grande capacità produttiva, in termini di quantità prodotte per abitante, in entrambi i casi superiore alla media nazionale, in termini di capacità di valorizzazione economica la situazione si capovolge. Infatti, sia la BAT che la Puglia presentano una capacità di valorizzazione, misurata in termini di valore dell'export sui mercati esteri per abitante, di gran lunga inferiore alla media nazionale. La valorizzazione dei prodotti agroalimentari rimane dunque il grande problema della filiera agroalimentare di queste aree, come di tutto il Mezzogiorno. Su questo aspetto è necessaria una strategia più stringente, tesa a migliorare le performance delle filiere produttive, come si sta facendo con le organizzazioni dei produttori e i progetti integrati di filiera, utilizzando le risorse europee per il miglioramento del contesto territoriale, ed in particolare le risorse della politica agricola comune e dello sviluppo rurale. In questo ambito, particolarmente rilevante è il tema del miglioramento della qualità dei prodotti, anche in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, esattamente il tema di cui si occuperà il corso ITS di Andria.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell'Associazione Italiana di Scienze Regionali