Annata positiva per l'agricoltura
I dati 2017 della Coldiretti Puglia
venerdì 22 dicembre 2017
9.53
iReport
Dopo un 2016 disastroso, l'annata agraria 2017 ha recuperato terreno, con una crescita della PLV (Produzione Lorda Vendibile) del 15,07% che è tornata a superare nuovamente – rileva Coldiretti Puglia – i 3 miliardi di valore, a dispetto della tropicalizzazione del clima che ha messo a dura prova tutte le colture. Professionalità degli imprenditori e scelte ponderate in termini di irrigazione hanno consentito al settore di bancare un risultato positivo che poteva essere addirittura straordinario, se il clima non fosse stato cosi impietoso (gelate e nevicate - gennaio 2017 e siccità - estate 2017). "Con una PLV di 3,3 miliardi di euro – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - l'agroalimentare pugliese si rivela il traino dell'economia regionale nel 2017. Eccezion fatta per cereali e olive che segnano un calo di produzione e/o di valore, tutti i comparti produttivi registrano un aumento in termini percentuali. Le esportazioni dei prodotti agricoli (+9%) e dell'agroalimentare (+4,9%) hanno dato slancio all'export pugliese, nonostante il sensibile ridimensionamento produttivo determinato dalla tropicalizzazione del clima. Cresce anche l'occupazione in agricoltura". Numeri soddisfacenti dell'ortofrutta pugliese, secondo Coldiretti Puglia, che ha superato 845milioni di euro di PLV e la soglia dei 750 milioni di euro di prodotto esportato sui mercati internazionali che in termini di aree geografiche riservano non poche sorprese. Oltre agli stimati 230 milioni di export ortofrutticolo verso la Germania, la Puglia si è imposta in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. La Puglia secondo ISMEA è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. In particolare ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria. Il comparto ortofrutticolo in Puglia interessa il 16% circa della superficie ortofrutticola nazionale. Indiscussi i primati produttivi dell'agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%.
"Quest'anno sarà ricordato – aggiunge Cantele - per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l'introduzione in Italia dell'obbligo di indicazione della materia prima per la pasta che scatterà a partire dal febbraio 2018. Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti con due anni di 'guerra del grano' per garantire maggiore trasparenza negli acquisti ai consumatori e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione che ha causato la drastica riduzione delle semine". La scelta del Tar di respingere l'istanza di sospensione, avanzata da industria molitoria e pastaia, del decreto per l'etichettatura d'origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell'81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E' stato riconosciuto il diritto dei cittadini di conoscere l'origine del grano utilizzato per fare la pasta. Una scelta anche a tutela della salute perché in Italia – precisa la Coldiretti - è vietato l'utilizzo del glifosato sul grano in preraccolta a differenza di quanto avviene per quello straniero proveniente da Usa e Canada dove ne viene fatto un uso intensivo nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.
"La guerra del grano continua – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché ci sono ancora associazioni di agricoltori e di pastai che hanno gioito per la decisione UE di proroga all'utilizzo di quel glifosate che le massime autorità scientifiche indipendenti hanno giudicato 'rischioso' per la salute degli esseri umani (nel rispetto del principio di 'precauzione')" per quel glifosate che è alla base della produzione del grano canadese che a sua volta è alla base di tanta produzione di pasta "spacciata" per italiana - sia pure nel rispetto delle 'leggi' e quella pasta che a sua volta finisce sulle tavole di milioni di inconsapevoli consumatori italiani quelli stessi che non dicono una parola sulla produzione di grano massacrata da quotazioni insostenibili imposte dall'industria. Le stesse associazioni affermano – continua Corsetti - che 'l'industria molitoria e pastaria' giudica insufficiente sotto il profilo 'qualitativo e quantitativo' la produzione di grano del Paese. Chi detta le condizioni è l'industria 'pastaria e molitoria', per cui serve produrre a costi 'competitivi', tagliando i prezzi pagati agli agricoltori. Ancora una volta vale esclusivamente 'il prezzo', anche se a pagarne le conseguenze sono i cittadini italiani e le imprese agricole, anche se le superfici coltivate a 'grano duro' si riducono, anche se di mezzo ne va la nostra sovranità agroalimentare".
Quindi, anche nel 2018 continueranno le battaglie di Coldiretti Puglia tese a tutelare il patrimonio del 'made in Italy' agroalimentare e a bloccare lo scippo di identità e di valore che il territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali e che trovano ragion d'essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 euro per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 euro per quella olearia e 462.000.000 euro per la filiera vinicola e il pomodoro da industria di cui la sola provincia di Foggia è leader con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 190.000.000 euro. Proprio sul fronte del pomodoro da industria, da segnalare l'importanza dell'emanazione nel 2017 del decreto per l'etichetta d'origine per i derivati del pomodoro, fortemente sollecitata dalla Coldiretti, e la piena operatività del decreto sull'etichettatura del latte che ha ridato la dignità che merita alla produzione di latte pugliese.
Sul fronte olio Coldiretti Puglia sta monitorando costantemente e con un alto livello di attenzione l'attività della Borsa Merci di Bari che come la Lombardia per il latte, fa il prezzo nazionale dell'olio. Se si vuole acquistare un 'vero' extravergine 'made in Italy' bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro al consumo sugli scaffali rche non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d'occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza. L'olio è il terzo prodotto pugliese più esportato – aggiunge Coldiretti Puglia - per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell'export di olio dall'Italia. Trend in continua crescita per il vino che offre durante l'anno straordinarie opportunità di lavoro tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi. Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano – conclude Coldiretti Puglia - un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l'anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé 'Made in Italy' è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all'anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell'1% annuo.
"Quest'anno sarà ricordato – aggiunge Cantele - per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l'introduzione in Italia dell'obbligo di indicazione della materia prima per la pasta che scatterà a partire dal febbraio 2018. Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti con due anni di 'guerra del grano' per garantire maggiore trasparenza negli acquisti ai consumatori e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione che ha causato la drastica riduzione delle semine". La scelta del Tar di respingere l'istanza di sospensione, avanzata da industria molitoria e pastaia, del decreto per l'etichettatura d'origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell'81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E' stato riconosciuto il diritto dei cittadini di conoscere l'origine del grano utilizzato per fare la pasta. Una scelta anche a tutela della salute perché in Italia – precisa la Coldiretti - è vietato l'utilizzo del glifosato sul grano in preraccolta a differenza di quanto avviene per quello straniero proveniente da Usa e Canada dove ne viene fatto un uso intensivo nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.
"La guerra del grano continua – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché ci sono ancora associazioni di agricoltori e di pastai che hanno gioito per la decisione UE di proroga all'utilizzo di quel glifosate che le massime autorità scientifiche indipendenti hanno giudicato 'rischioso' per la salute degli esseri umani (nel rispetto del principio di 'precauzione')" per quel glifosate che è alla base della produzione del grano canadese che a sua volta è alla base di tanta produzione di pasta "spacciata" per italiana - sia pure nel rispetto delle 'leggi' e quella pasta che a sua volta finisce sulle tavole di milioni di inconsapevoli consumatori italiani quelli stessi che non dicono una parola sulla produzione di grano massacrata da quotazioni insostenibili imposte dall'industria. Le stesse associazioni affermano – continua Corsetti - che 'l'industria molitoria e pastaria' giudica insufficiente sotto il profilo 'qualitativo e quantitativo' la produzione di grano del Paese. Chi detta le condizioni è l'industria 'pastaria e molitoria', per cui serve produrre a costi 'competitivi', tagliando i prezzi pagati agli agricoltori. Ancora una volta vale esclusivamente 'il prezzo', anche se a pagarne le conseguenze sono i cittadini italiani e le imprese agricole, anche se le superfici coltivate a 'grano duro' si riducono, anche se di mezzo ne va la nostra sovranità agroalimentare".
Quindi, anche nel 2018 continueranno le battaglie di Coldiretti Puglia tese a tutelare il patrimonio del 'made in Italy' agroalimentare e a bloccare lo scippo di identità e di valore che il territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali e che trovano ragion d'essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 euro per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 euro per quella olearia e 462.000.000 euro per la filiera vinicola e il pomodoro da industria di cui la sola provincia di Foggia è leader con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 190.000.000 euro. Proprio sul fronte del pomodoro da industria, da segnalare l'importanza dell'emanazione nel 2017 del decreto per l'etichetta d'origine per i derivati del pomodoro, fortemente sollecitata dalla Coldiretti, e la piena operatività del decreto sull'etichettatura del latte che ha ridato la dignità che merita alla produzione di latte pugliese.
Sul fronte olio Coldiretti Puglia sta monitorando costantemente e con un alto livello di attenzione l'attività della Borsa Merci di Bari che come la Lombardia per il latte, fa il prezzo nazionale dell'olio. Se si vuole acquistare un 'vero' extravergine 'made in Italy' bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro al consumo sugli scaffali rche non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d'occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza. L'olio è il terzo prodotto pugliese più esportato – aggiunge Coldiretti Puglia - per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell'export di olio dall'Italia. Trend in continua crescita per il vino che offre durante l'anno straordinarie opportunità di lavoro tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi. Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano – conclude Coldiretti Puglia - un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l'anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé 'Made in Italy' è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all'anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell'1% annuo.