Eolico
Eolico

Canosa: Una selva di torri eoliche già autorizzate a catturare un vento che non c'è

La nota di ITALIA NOSTRA APS- Sezione di Canosa

Qualche settimana fa è stato pubblicato sull'Albo Pretorio comunale un AVVISO in cui si dava conto di un progetto di un impianto eolico di 17 aereogeneratori distribuiti tra Canosa e Minervino, di cui 10 nel territorio di Canosa, per una potenza complessiva di 99 MW. L'altezza delle torri 125 metri, il diametro del rotore 162 metri, l'altezza massima compresa la punta della pala 206 metri, come un grattacielo di 50 piani ! Oltre mille le pagine del progetto, 218 documenti. A causa del poco tempo a disposizione, meno di un mese, non è stato possibile produrre nostre Osservazioni al progetto, né per quanto sappiamo, lo hanno fatto il Comune di Canosa e la Provincia di BAT.
Pensavamo che il nostro territorio fosse stato risparmiato da questa invasione, data la scarsa ventosità della zona, ma ci eravamo illusi. Sono arrivati da noi i giganti e non ce ne siamo accorti ! Approfondendo la ricerca sul sito del Ministero dell'Ambiente abbiamo scoperto che in un'area compresa tra Canosa-Loconia, Lavello-Gaudiano, Minervino-Lamalunga, fino all'Ofanto, sono nove gli impianti tra quelli già autorizzati e quelli in corso d'istruttoria presso il Ministero. Tra i tanti documenti esaminati, uno di questi, denominato "IMPIANTI FER LIMITROFI" (dove FER sta per Fonti Energetiche Rinnovabili), offre una mappa esaustiva della situazione sul terreno, degli impianti esistenti e quelli in corso di autorizzazione. Abbiamo contato, tra impianti già autorizzati e quelli in corso di procedura, 52 torri eoliche in un ambito territoriale di appena 2,5 chilometri quadrati, che diventano 66 su una superficie di 5 chilometri, e diventano circa 120 su una superficie di 10 chilometri, nel territorio al confine tra Canosa, Lavello e Minervino. Torri sempre più alte per catturare qualche bava di vento.
Alcune di queste torri sono previste a una distanza di 105 metri dall'Ofanto, altre a 270 metri dal Lago Capacciotti, due aree naturali protette di importanza comunitaria (Siti della Rete Natura 2000). Altre sono collocate all'interno del Cono Visuale che si genera dal Santuario della Madonna di Ripalta, censito nel Piano Paesaggistico della Regione Puglia tra i luoghi panoramici da salvaguardare. La protezione del paesaggio e della biodiversità sono, lo ricordiamo, considerati di rilevanza Costituzionale, e in quanto tali da tenere ben presenti nella valutazione dei progetti.
Di questi progetti, bucolicamente chiamati "Parchi", in realtà impianti industriali ad alto impatto ambientale, abbiamo visionato i cosiddetti "Studi di producibilità", cioè la quantità di ore/anno di vento prodotto nella zona. La quantificazione delle ore di vento prodotte in un anno è fatta in alcuni casi su modelli virtuali; in altri casi facendo riferimento a stazioni di rilevamento del vento che sono poste a 10 km di distanza dal sito, ad una quota altimetrica più alta di diverse centinaia di metri rispetto alla Valle dell'Ofanto. Tutti i progetti prevedono una producibilità di ore vento in un anno che va da 2400 ore a oltre 2700 ore, l'equivalente di oltre cento giorni all'anno di vento continuo.
Gli impatti che producono le torri eoliche. Carneficina di uccelli che impattano contro le enormi pale.
L'effetto rumore. La potenza sonora emessa dagli impianti, dichiarata dagli stessi costruttori di pale eoliche, è di circa 105 dB (decibel) sotto le torri, un rumore assordante, l'equivalente di un concerto rock o del passaggio di un treno secondo quando certificato dall'ARPAT, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Toscana; a 500 metri di distanza il rumore equivale al ronzio di un frigorifero. Immaginiamo quanti concerti rock devono sorbirsi coloro che lavorano nelle vicinanze!
L'effetto "shadow flikering o sfarfallio dell'ombra", cioè il verificarsi di cambiamenti periodici dell'intensità luminosa dovuti all'ombra delle pale quando girano, che produce mancanza di concentrazione per chi opera nei pressi.
Le pale eoliche non sono riciclabili. Sono costituite da fibre di vetro e resina, hanno una vita di 20/25 anni per poi essere smaltite in discariche di rifiuti speciali.
Ma come si spiega il grande numero di progetti, più di mille, attualmente in corso d'istruttoria presso Ministero? Qual è il contributo dell'eolico al fabbisogno energetico italiano? I dati di TERNA, la società di trasmissione dell'energia elettrica, ci dicono che nel 2022 l'eolico ha prodotto il 7,4% dell'energia elettrica consumata nel 2022. Ma il fabbisogno di energia elettrica è solo una componente del consumo totale dell'energia! Oltre all'energia elettrica dobbiamo considerare l'energia termica consumata, e la percentuale dell'energia elettrica rispetto all'energia totale consumata è stata nel 2022 del 22,7%. Basta fare un semplice calcolo: 7,4% X 22,7%= 1,45%. Cioè tutte le pale eoliche installate a terra contribuiscono a soddisfare solo 1,45% dell'intero fabbisogno energetico italiano! Nel 2030 si passerà secondo le previsioni al 3%!
L'Italia è ricca di sole, ma è povera di vento. Basta osservare l'Atlante Europeo dei venti per rendersene conto. Le nazioni del Nord Europa e quelle che si affacciano sull'Oceano Atlantico sono di gran lunga più ventose rispetto alle nostre, dove il regime dei venti, tranne pochi giorni all'anno, è equiparabile ad una brezza leggera. Eppure molte aziende del Nord Europa preferiscono investire da noi, perché? Perché in Germania e in Olanda si realizzano da qualche anno impianti eolici senza incentivi pubblici, in Italia ci sono gli incentivi che noi cittadini paghiamo sotto la voce "Oneri di Sistema", circa il 10-11% di costi aggiuntivi che gravano sulla bolletta elettrica di ogni utenza. Senza gli incentivi pubblici gli investimenti sull'eolico sarebbero insostenibili. Al di là della poca energia prodotta dal vento, gli incentivi pubblici giustificano gli investimenti, non c'è alcun rischio d'impresa. Dal 2020 vengono assegnati incentivi ventennali con aste periodiche ai nuovi impianti. Per l'eolico a terra, la base d'asta prevista per gli incentivi da assegnare è pari a 80 euro al MWh (Decreto FER aprile 2024). Si tratta per i progetti in agro di Canosa, quelli autorizzati e quelli attualmente in istruttoria, di incentivi annuali per decine di milioni di euro!
In Italia abbiamo sole in abbondanza, in alcune aree anche la geotermia e l'idroelettrico. Il fotovoltaico in aree urbanizzate, sulle coperture degli edifici, delle aree industriali, dei parcheggi, delle aree di servizio delle autostrade, delle ferrovie, senza occupare aree agricole, contribuirebbero in maniera determinante a soddisfare il nostro fabbisogno di energia.
Invece resterà nel nostro territorio solo la selva di questi inutili giganti, per la maggior parte del tempo immobili, salvo a recare, nelle fasi di attività, gli impatti ambientali che abbiamo descritto.
E questo nostro paesaggio, che è ricchezza, che esprime lo spirito e l'identità dell'intera comunità, che è l'espressione della storia della trasformazione continua dei segni che i nostri antenati hanno impresso in questo territorio, andrà irrimediabilmente perduto.
ITALIA NOSTRA APS- Sezione di Canosa di Puglia
  • Italia Nostra Sezione di Canosa
Altri contenuti a tema
Fiume Ofanto: Acque schiumose e maleodoranti Fiume Ofanto: Acque schiumose e maleodoranti La segnalazione di Italia Nostra di Canosa di Puglia
Convegno a Canosa: "BELLAITALIA. La cura del patrimonio culturale. Esperienze di gestione tra pubblico e privato" Convegno a Canosa: "BELLAITALIA. La cura del patrimonio culturale. Esperienze di gestione tra pubblico e privato" La nota di ITALIA NOSTRA APS
Canosa: Nuovi pericoli incombono sul Ponte Romano Canosa: Nuovi pericoli incombono sul Ponte Romano La nota di Italia Nostra Onlus Canosa
Canosa: Un’altra domenica di riqualificazione delle aree verdi Canosa: Un’altra domenica di riqualificazione delle aree verdi In campo i volontari di Italia Nostra e dell’ANPANA
Canosa: Prima giornata di riqualificazione delle aree verdi Canosa: Prima giornata di riqualificazione delle aree verdi In campo i volontari dell’ANPANA e Italia Nostra
Una città povera su un piccolo colle. Canosa nel Catasto onciario 1752 Una città povera su un piccolo colle. Canosa nel Catasto onciario 1752 Presentazione del libro con gli autori Stefano Chianese e Nicola Rossi.
Canosa: Il Comune procede alla acquisizione delle aree archeologiche Ipogeo Monterisi Rossignoli e San Pietro Canosa: Il Comune procede alla acquisizione delle aree archeologiche Ipogeo Monterisi Rossignoli e San Pietro Nota congiunta della Fondazione Archeologica Canosina e Italia Nostra-Sezione di Canosa di Puglia
Moda e costume nelle fotografie: un patrimonio da valorizzare Moda e costume nelle fotografie: un patrimonio da valorizzare Excursus storico-culturale-sociale di Eugenia Paulicelli
© 2005-2024 CanosaWeb è un portale gestito da 3CPower srl Partita iva 07161380725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
CanosaWeb funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.