Coronavirus :Evoluzione del contagio
La disamina dei dati dal 22 febbraio al 22 marzo 2020
lunedì 23 marzo 2020
10.14
iReport
L'analisi dei dati a partire dal 22 febbraio 2020, quando i casi diagnosticati di contagio erano appena 79, fa emergere che il fenomeno della diffusione dell'epidemia è ancora in piena espansione, per quanto abbia superato la fase della "crescita esponenziale", ed ha sinora raggiunto 59.138 casi, tanto che il Governo ha dovuto adottare nuovi provvedimenti restrittivi. Molti operatori del settore, per altro, ritengono che il fenomeno sia sottovalutato, perché il numero di tamponi effettuatati è ancora limitato, per quanto sia aumentato dall'inizio del fenomeno, passando da 23 mila del 2 marzo a 258 mila di domenica 22 marzo 2020. Il Governo sta analizzando il caso della Corea del Sud per aumentare significativamente il numero dei tamponi e per orientarlo meglio verso le persone più a rischio.
La giornata di domenica 22 marzo presenta dati, che pur gravi, sono segnali migliorativi rispetto a sabato scorso. Nella giornata di domenica vi è stato, infatti, un incremento di casi minore di quello di sabato 21 marzo: +5.560 casi contro +6.557. Non è ancora possibile dire se ci troviamo di fronte a una inversione di tendenza, tanto auspicato. Tale dato giunge dopo cinque giorni consecutivi di incrementi record in termini assoluti. Possiamo però osservare che, guardando al trend degli ultimi giorni, oggi è il terzo giorno in cui lo speed index registra valori decrescenti (1,27 - 1,12 - 1,10 – 0,85). Questa domenica ha rappresentato anche una giornata con un numero ancora rilevante di deceduti (+651) che porta il totale deceduti a 5.476.
Guardando alla dinamica di più lungo periodo, possiamo notare che la diffusione dell'epidemia ha registrato nelle ultime settimane un significativo rallentamento relativo, per quanto resti ancora preoccupante. Infatti, lo speed index medio giornaliero è passato da 1,36 (settimana 1-7 marzo), a 1,26 (settimana 8-14 marzo), 1,10 (settimana 15-21 marzo) e nel primo giorno della settimana 22-28 marzo è sceso ulteriormente a 0,85. Quando si avrà il picco non è ancora ben chiaro, occorrerà aspettare i prossimi tre-quattro giorni, nell'approssimarsi dei 15 giorni dall'estensione su tutto il territorio nazionale delle misure per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, per vedere se queste misure abbiano prodotto gli effetti sperati. Alcuni studi parlano di un picco che potrebbe arrivare tra il 25 marzo e il 15 aprile.
Uno scenario, presentato in un grafico, ipotizza un possibile slittamento del picco a maggio. E' solo uno scenario tra tanti che possono essere tratteggiati, ma vi sono prese di posizione di esperti che lasciano immaginare che tale scenario è nell'ordine delle idee, uno scenario che non può essere escluso. Il trend presentato si adatta quasi perfettamente ai dati storici, ma le variabili che possono influire sui risultati futuri sono tante. Certamente tale scenario potrà venir meno con il pieno rispetto delle misure restrittive adottate dal governo, comprese le ultime che entreranno in vigore mercoledì 25 marzo.
L'analisi dell'evoluzione dell'epidemia nella provincia di Lodi, dove a febbraio ci sono stati i primi provvedimenti restrittivi, emerge che tali provvedimenti hanno avuto un sicuro effetto, a fronte di quanto è avvenuto con la provincia di Bergamo e nel resto d'Italia, dove le misure restrittive sono state introdotte solo il 10 marzo. L'evoluzione del fenomeno è peraltro legata alla diversa dinamica della diffusione del virus nelle regioni del Centro e del Sud, che mostra uno sfasamento temporale delle fasi del ciclo epidemico.
I trend di crescita delle regioni meridionali, in particolare, evidenziano la fondatezza delle preoccupazioni dei governatori di tali regioni: un'esplosione dell'epidemia potrebbe avere un effetto devastante sulla sanità nel Sud. Il trend di crescita rispetto alle regioni del Nord è più elevato, in particolare lo è quello della Puglia. Lo speed index di quest'ultima domenica ha registrato un incremento rispetto alla media dell'ultima settimana (1,18 rispetto a 1,15). In Puglia, dove i casi totali di contagio hanno raggiunto la cifra di 786 unità, le province più interessate sono quelle di Bari, con 231 casi (+37) e Foggia con 212 casi (+22). Seguono Lecce con 120 casi (+17), Brindisi con 100 casi (+6), BAT con 49 casi (+17) e Taranto con 41 casi (+6).
Emmanuele Daluiso, vice presidente Euro*IDEES Bruxelles
Membro dell'AISRE Associazione Italina di Scienze Regionali
La giornata di domenica 22 marzo presenta dati, che pur gravi, sono segnali migliorativi rispetto a sabato scorso. Nella giornata di domenica vi è stato, infatti, un incremento di casi minore di quello di sabato 21 marzo: +5.560 casi contro +6.557. Non è ancora possibile dire se ci troviamo di fronte a una inversione di tendenza, tanto auspicato. Tale dato giunge dopo cinque giorni consecutivi di incrementi record in termini assoluti. Possiamo però osservare che, guardando al trend degli ultimi giorni, oggi è il terzo giorno in cui lo speed index registra valori decrescenti (1,27 - 1,12 - 1,10 – 0,85). Questa domenica ha rappresentato anche una giornata con un numero ancora rilevante di deceduti (+651) che porta il totale deceduti a 5.476.
Guardando alla dinamica di più lungo periodo, possiamo notare che la diffusione dell'epidemia ha registrato nelle ultime settimane un significativo rallentamento relativo, per quanto resti ancora preoccupante. Infatti, lo speed index medio giornaliero è passato da 1,36 (settimana 1-7 marzo), a 1,26 (settimana 8-14 marzo), 1,10 (settimana 15-21 marzo) e nel primo giorno della settimana 22-28 marzo è sceso ulteriormente a 0,85. Quando si avrà il picco non è ancora ben chiaro, occorrerà aspettare i prossimi tre-quattro giorni, nell'approssimarsi dei 15 giorni dall'estensione su tutto il territorio nazionale delle misure per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, per vedere se queste misure abbiano prodotto gli effetti sperati. Alcuni studi parlano di un picco che potrebbe arrivare tra il 25 marzo e il 15 aprile.
Uno scenario, presentato in un grafico, ipotizza un possibile slittamento del picco a maggio. E' solo uno scenario tra tanti che possono essere tratteggiati, ma vi sono prese di posizione di esperti che lasciano immaginare che tale scenario è nell'ordine delle idee, uno scenario che non può essere escluso. Il trend presentato si adatta quasi perfettamente ai dati storici, ma le variabili che possono influire sui risultati futuri sono tante. Certamente tale scenario potrà venir meno con il pieno rispetto delle misure restrittive adottate dal governo, comprese le ultime che entreranno in vigore mercoledì 25 marzo.
L'analisi dell'evoluzione dell'epidemia nella provincia di Lodi, dove a febbraio ci sono stati i primi provvedimenti restrittivi, emerge che tali provvedimenti hanno avuto un sicuro effetto, a fronte di quanto è avvenuto con la provincia di Bergamo e nel resto d'Italia, dove le misure restrittive sono state introdotte solo il 10 marzo. L'evoluzione del fenomeno è peraltro legata alla diversa dinamica della diffusione del virus nelle regioni del Centro e del Sud, che mostra uno sfasamento temporale delle fasi del ciclo epidemico.
I trend di crescita delle regioni meridionali, in particolare, evidenziano la fondatezza delle preoccupazioni dei governatori di tali regioni: un'esplosione dell'epidemia potrebbe avere un effetto devastante sulla sanità nel Sud. Il trend di crescita rispetto alle regioni del Nord è più elevato, in particolare lo è quello della Puglia. Lo speed index di quest'ultima domenica ha registrato un incremento rispetto alla media dell'ultima settimana (1,18 rispetto a 1,15). In Puglia, dove i casi totali di contagio hanno raggiunto la cifra di 786 unità, le province più interessate sono quelle di Bari, con 231 casi (+37) e Foggia con 212 casi (+22). Seguono Lecce con 120 casi (+17), Brindisi con 100 casi (+6), BAT con 49 casi (+17) e Taranto con 41 casi (+6).
Emmanuele Daluiso, vice presidente Euro*IDEES Bruxelles
Membro dell'AISRE Associazione Italina di Scienze Regionali