Coronavirus
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Coronavirus: monitoraggio giornaliero sull’andamento dell’epidemia

Luci e ombre nei risultati odierni

Il monitoraggio giornaliero sull'andamento dell'epidemia da coronavirus in Italia, presenta luci e ombre nei risultati odierni, che smorza qualche speranza emersa ieri circa il consolidamento del trend degli ultimi due giorni. L'analisi dei dati a partire dal 22 febbraio scorso, quando i casi diagnosticati di contagio erano appena 79, fa emergere che il fenomeno della diffusione dell'epidemia è ancora in piena espansione, per quanto abbia superato la fase della "crescita esponenziale", e ha raggiunto oggi 69.176 casi. Questa persistente e consistente diffusione dell'epidemia e i timori per un'ulteriore espansione della stessa, con grave pressione sul sistema sanitario, che potrebbe non farcela a reggere tale pressione, ha indotto il Governo ad adottare nuovi provvedimenti di distanziamento sociale, che sono entrati in vigore ieri, lunedì 23 marzo. Oggi il Consiglio dei Ministri ha adottato un nuovo decreto che inasprisce le pene introdotte. Per i prossimi giorni si aspetta di iniziare a vedere il reale effetto dei provvedimenti adottati tra l'8 e il 9 marzo scorso.

Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Superiore della Sanità, nella conferenza stampa dell'altro ieri della Protezione Civile, in considerazione della dinamica del virus, ci vogliono dalle due alle tre settimane per vedere gli effetti dei provvedimenti governativi. E' importante al riguardo il trend della Lombardia, la regione più colpita dall'epidemia, che oggi ha registrato un lieve incremento % dei contagi totali, in controtendenza rispetto al decremento degli ultimi due giorni. Emerge la punta dell'icesberg Molti operatori del settore, per altro, ritengono che il fenomeno sia sottovalutato, perché il numero di tamponi effettuatati è ancora limitato, per quanto sia aumentato dall'inizio del fenomeno, passando da 23 mila del 2 marzo a oltre 296 mila di oggi. Il Governo sta analizzando il caso della Corea del Sud per aumentare significativamente il numero dei tamponi e per orientarlo meglio verso le persone più a rischio.

Secondo i curatori (scienziati e ricercatori) della pagina Facebook "Coronavirus - Dati e Analisi Scientifiche", il fenomeno reale dei contagiati in Italia può essere stimato fra 5 e 10 volte quello rilevato, ciò che rende alquanto aleatorie le stime sull'evoluzione futura dell'epidemia. Lo stesso Capo della Protezione Civile ha oggi ammesso che l'epidemia n atto è ben più ampia di quella che emerge dai contagi diagnosticati. I dati odierni e il trend degli ultimi giorni La giornata odierna presenta dati sui contagi totali in incremento rispetto a ieri: +5.249 rispetto a + 4.789. Un incremento che lancia qualche ombra sulla possibilità di una inversione di tendenza. Possiamo, inoltre, notare che, guardando al trend degli ultimi giorni, oggi registra un nuovo incremento dello speed index, dopo quello di ieri che inverte il trend decrescente dei giorni precedenti e torna sopra il valore di 1 (1,27 - 1,12 - 1,10 - 0,85 - 0,86 – 1,10). Oggi ha rappresentato anche una giornata con un numero ancora rilevante di deceduti (+743), il secondo dato più alto dall'inizio dell'epidemia, che porta il totale deceduti a 6.820.

Il trend di più lungo periodo: a quando il picco epidemico? Guardando alla dinamica di più lungo periodo, possiamo notare che la diffusione dell'epidemia ha registrato nelle ultime settimane un significativo rallentamento relativo, per quanto resti ancora preoccupante. Infatti, lo speed index medio settimanale dei contagiati, dopo l'accelerazione registrata fra la settimana 22-29 febbraio e quella 1-7 marzo (da 1,31 a 1,36), ha registrato una decelerazione nelle settimane successive: 1,26 nella settimana 8-14 marzo, 1,10 nella settimana 15-21 marzo e 0,94 nei primi tre giorni della settimana 22-28 marzo. Lo speed index medio settimanale relativo ai deceduti presenta valori più elevati che per i contagiati e comunque decrescenti nelle ultime due settimane. Quando si avrà il picco non è ancora ben chiaro, occorrerà aspettare i prossimi tre-quattro giorni, nell'approssimarsi dei 15 giorni dall'estensione su tutto il territorio nazionale delle misure per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, per vedere se queste misure stiano realmente producendo gli effetti sperati. Alcuni studi parlano di un picco che potrebbe arrivare tra il 25 marzo e il 15 aprile. Uno scenario, presentato in un grafico, ipotizza un possibile slittamento del picco a maggio. E' solo uno scenario tra tanti che possono essere tratteggiati, ma vi sono prese di posizione di esperti che lasciano immaginare che tale scenario è nell'ordine delle idee, uno scenario che non può essere escluso. Il trend presentato si adatta quasi perfettamente ai dati storici, ma le variabili che possono influire sui risultati futuri sono tante. Certamente tale scenario potrà venir meno con il pieno rispetto delle misure restrittive adottate dal governo, comprese le ultime che sono entrate in vigore ieri.

Il caso di Lodi: primo focolaio, non ancora spento L'analisi dell'evoluzione dell'epidemia nella provincia di Lodi, che è stato il primo focolaio e la prima zona rossa in Italia, fa emergere che i provvedimenti di distanziamento sociale adottati dal Governo hanno avuto un sicuro effetto, a fronte di quanto è avvenuto in provincia di Bergamo e nel resto d'Italia, dove le misure restrittive sono state introdotte solo il 10 marzo. A Lodi il fenomeno, che è stato molto invasivo rispetto alla popolazione, pur con un trend decrescente, ha avuto andamenti altalenanti di progressione e regressione. Questo ci dice che la lotta all'epidemia è lunga e che non bisogna abbassare la guardia, sinché non venga debellata.

Il Sud e la Puglia L'evoluzione del fenomeno è peraltro legata alla diversa dinamica della diffusione del virus nelle regioni del Centro e del Sud, che mostra uno sfasamento temporale del ciclo epidemico. I trend di crescita delle regioni meridionali, in particolare, evidenziano la fondatezza delle preoccupazioni dei governatori di tali regioni: un'esplosione dell'epidemia potrebbe avere un effetto devastante sulla sanità nel Sud. Il trend di crescita rispetto alle regioni del Nord è più elevato, in particolare lo è quello della Puglia. Lo speed index di quest'ultima ha tuttavia registrato, negli ultimi tre giorni, un lieve decremento rispetto alla media dell'ultima settimana (1,03 rispetto a 1,15). In Puglia, dove i casi totali di contagio hanno raggiunto oggi la cifra di 1.005 unità, le province più interessate sono quelle di Bari, con 304 casi (+36) e Foggia con 255 casi (+29). Seguono Lecce con 161 casi (+12), Brindisi con 103 casi (+1), BAT con 62 casi (+3) e Taranto con 51 casi (+5).

Riferimenti teorici dei fenomeni epidemiologici Ricordo che i fenomeni epidemiologici sono tipicamente espressi da una funzione matematica ad S: questa funzione fa emergere diverse fasi evolutive del fenomeno analizzato, all'inizio la crescita è quasi esponenziale, successivamente rallenta, diventando quasi lineare, per raggiungere una posizione asintotica dove non c'è più crescita. I dati reali cumulati per l'Italia relativi ai contagiati da coronavirus evidenziano lo sviluppo di questa curva. La curva che invece caratterizza i dati della crescita giornaliera evidenzia una tipica curva a campana, con all'apice della curva il picco epidemiologico. Anche in questo caso i dati reali riportati evidenziano lo sviluppo di questa curva, di cui rimane incerto il tempo in cui sarà raggiunto il picco epidemiologico, cioè il giorno dopo il quale il numero dei nuovi contagiati inizierà stabilmente a diminuire.
Emmanuele Daluiso, vice presidente Euro*IDEES Bruxelles
Membro dell'AISRE Associazione Italina di Scienze Regionali


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