Cresce l’export della BAT
I dati del primo trimestre del 2016
giovedì 23 giugno 2016
15.44
iReport
L'ISTAT ha diffuso i dati sulle esportazioni e sulle importazioni delle regioni e delle province italiane aggiornati al primo trimestre 2016.Nel contesto di lenta ripresa del commercio internazionale e di debole crescita economica mondiale, l'export della provincia Barletta Andria Trani ha registrato nel primo trimestre 2016 un significativo balzo in avanti, rafforzando così la sua capacità di tenuta manifestata nel 2015. A crescere maggiormente sono i comparti alimentare, tessile, abbigliamento, cuoio e pelletteria, farmaceutica, metalmeccanico. Segnali di flessione sono invece registrati dal comparto calzaturiero, che già nel 2015 aveva segnato una lieve contrazione. La crescita dell'export della BAT nel primo trimestre 2016 è tanto più significativo poiché si inserisce in un contesto nazionale che ha registrato una complessiva flessione dell'export. Aumentano soprattutto i flussi verso i Paesi extra-Ue, in particolare verso Stati Uniti, Tunisia, Turchia, Albania. Quest'ultimo continua a rappresentare il principale paese di esportazione, in considerazione dei forti flussi nei comparti tessile-abbigliamento e calzaturiero. Nell'Ue la maggiore crescita si registra verso Germania, Regno Unito e Spagna. Crescono non solo le esportazioni, ma anche le importazioni, in misura tale da portare in deficit il saldo commerciale, che negli anni scorsi aveva chiuso in attivo. In termini di competitività, emerge che l'export provinciale continua a essere caratterizzato da settori la cui domanda mondiale è relativamente meno dinamica e che presentano un più basso contenuto tecnologico, settori che rappresentano oltre l'85% dell'export totale provinciale. Si attenuano nel primo trimestre 2016 i positivi segnali registrati nel 2015 di rafforzamento dei settori ad alta e medio-alta tecnologia. In termini di policy è necessario che le imprese locali, anche assistite dalle istituzioni locali, utilizzino al meglio gli strumenti di incentivazione nazionali e regionali esistenti per sostenere e accelerare i processi di diversificazione verso i settori a più alto contenuto tecnologico.
Il quadro del commercio internazionale nel 2016 e le prospettive a medio termine: una crescita sotto il livello medio dell'ultimo quindicennio. Il commercio estero della BAT si inserisce in un contesto internazionale che ha registrato nel 2015 una crescita del commercio mondiale di beni e servizi sotto le attese. I dati del Fondo Monetario Internazionale hanno infatti registrato nel 2015 una crescita del 2,8% rispetto al 3,5% del 2014 e prefigurano un 2016 poco sopra il livello del 2015. Stiamo parlando di tassi di crescita sotto la media annua del quindicennio scorso, che - nonostante la forte caduta registrata nel 2009 a seguito della grave crisi finanziaria mondiale scoppiata fra il 2007 e il 2008 - aveva superato il 5%. Le previsioni al 2021 manifestano una possibile crescita del commercio mondiale che potrebbe al massimo toccare il 4%. Se poi consideriamo il periodo che va dal 1989 al 2008, cioè dalla caduta del Muro di Berlino alla vigilia dello scoppio della Grande Recessione, che è stato un periodo di grande sviluppo degli scambi mondiali, anche per l'entrata in funzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1995, dobbiamo considerare che la crescita del commercio mondiale era stata ancora più sostenuta, pari a circa il 7% in media annua. Un aspetto rilevante di questo nuovo scenario del commercio mondiale caratterizzato da un forte rallentamento della crescita è legato all'indebolimento delle economie in via di sviluppo, un trend che oggigiorno assume un significato rilevante, atteso il maggior peso assunto da tali economie sul commercio mondiale, passato dal 22% nel 1997 al 38% nel 2013.
Lo scenario dell'economia mondiale a medio termine: una ripresa a rischio di deragliamento
L'attuale fase di modesta crescita del commercio internazionale si inserisce nello scenario più ampio della lenta ripresa economica mondiale, confermato dalle più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale. Tali previsioni prefigurano, infatti, una crescita economica modesta per i prossimi anni: a livello mondiale, dopo la crescita nel 2015 pari al 3,1%, il 2016 potrebbe aumentare di appena lo 0,1%. Al 2021 il tasso di crescita potrebbe raggiungere il 3,9%. Ma parliamo di trend che devono poi fare i conti con la forte incertezza che sta caratterizzando l'economia mondiale di questi anni e con la reale capacità dei paesi in via di sviluppo, in particolare la Cina, di fare maggiormente affidamento sulla crescita interna piuttosto che sulla crescita delle esportazioni, come è avvenuto in passato. Intanto la crescita dell'economia degli USA, secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2016 dovrebbe leggermente rallentare rispetto al 2015 e potrebbe ulteriormente rallentare negli anni a seguire. Peraltro anche la crescita della Zona Euro è prevista mantenersi sostanzialmente stabile fra il 2016 e il 2021, oscillante fra l'1,5 e l'1,6%. Il G20 tenutosi a Shanghai a fine febbraio scorso, con la partecipazione dei ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali, ha posto l'attenzione sul rallentamento del ritmo delle riforme registratosi negli ultimi anni, che avrebbero dovuto promuovere una crescita economica mondiale più sostenuta, spinta prevalentemente con la politica monetaria espansiva. Il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría durante il vertice ha dichiarato che "il rallentamento preoccupante dell'economia mondiale richiede una risposta politica urgente e globale, attingendo a tutte le leve politiche monetarie, fiscali e strutturali a disposizione dei governi". Il direttore del Fondo Monetario Internazionale ha parlato espressamente del "rischio di deragliamento dell'economia mondiale", collegato al contestuale rallentamento della crescita delle economie in via di sviluppo e a una ripresa sotto le attese da parte delle economie avanzate.
La crescita dell'export della BAT, in controtendenza rispetto ai trend nazionale e regionale
Dopo i buoni risultati del 2015 l'export della BAT registra un buon inizio 2016. Nel primo trimestre la provincia pugliese segna infatti un incremento tendenziale del 9,7%, superiore al 9,1% della media annua 2010-2015. Il 2016 potrebbe dunque rappresentare un anno di ulteriore consolidamento dell'economia provinciale sui mercati internazionali. Si tratta di un buon risultato per l'economia locale, considerata l'incertezza che sta caratterizzando l'economia internazionale e considerato pure che il primo trimestre 2016 ha fatto registrare un lieve peggioramento delle esportazioni italiane (-0,4%), così come delle esportazioni regionali (-2,1%), rispetto al primo trimestre del 2015. Pur in calo rispetto all'ultimo trimestre 2015, il dato positivo del primo trimestre scorso è promettente perché normalmente, come è accaduto negli anni scorsi, il trend trimestrale della BAT tende a rafforzarsi in corso d'anno. Le tendenze settoriali: il settore moda fa da volano, si rafforzano i settori alimentare, metalmeccanico, farmaceutico. Il sistema moda (tessile-abbigliamento-calzature) continua a rappresentare il volano dell'export provinciale, in tendenziale ripresa rispetto ai risultati deludenti dell'anno scorso. Positivi sono i risultati per il comparto tessile (+34,2%), il comparto abbigliamento (+31,7%), cuoio e pelletteria (+15,6%), a fronte di un deludente andamento del comparto calzature (-1,9%). Occorre tuttavia considerare l'importanza di quest'ultimo comparto che rappresenta nella BAT il 13° distretto italiano di calzature per valore delle esportazioni. In crescita anche il comparto alimentare (+62,6%), il comparto metalmeccanico (+29,4%) e il comparto farmaceutico (+16,8%). Negativo è il saldo commerciale: ad aumentare non sono solo le esportazioni ma anche le importazioni, in misura tale da rendere il saldo commerciale negativo nel primo trimestre 2016. Il settore che più ha contribuito al deficit commerciale è quello della chimica. I principali Paesi di destinazione: Albania principale paese, riprende quota il Regno Unito, crescono la Germania e la Spagna, si consolidano gli Stati Uniti. La dinamica positiva dell'export provinciale nel primo trimestre 2016 ha interessato sia l'area geografica dell'Ue che quella extra Ue. Fra i paesi europei si segnala la crescita rispetto al corrispondente triennio 2015 della Spagna (+47,7%) e della Germania (+28,2%). Riprende quota il Regno Unito (+29,2%), che nel 2015 aveva registrato una flessione. Fra i paesi extra-Ue l'Albania resta sempre il principale paese di esportazione della BAT, che nella prima parte del 2006 ha registrato una crescita del 26,9% rispetto allo stesso periodo del 2005. Si rafforza la crescita verso gli Stati Uniti con un +36,5%, mentre registra un arresto il Medio Oriente, che negli anni scorsi hanno rappresentato un'area importante per l'export della BAT. Torna a crescere l'export verso la Russia (+22,9%), così come si consolida la crescita verso la Turchia (+31,6%).
Una visione d'insieme della competitività internazionale della BAT
L'export sta diventando sempre più rilevante per l'economia del territorio, ma non può sfuggire la considerazione che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, il posizionamento competitivo internazionale della BAT, rispetto all'Italia nel suo insieme, rimane ancora critico. Innanzitutto, il grado di apertura internazionale dell'economia provinciale è ancorato a meno di un quinto del relativo grado di apertura internazionale dell'economia italiana. In secondo luogo, la capacità competitiva dell'economia locale rimane legata a comparti dell'industria manifatturiera a basso contenuto tecnologico e i cui mercati internazionali sono meno dinamici, quale quelli dell'abbigliamento e delle calzature. Nella prima parte del 2016 si sono anche indeboliti alcuni positivi segnali di crescita di settori ad alta e medio-alta tecnologia. In terzo luogo, in termini di competitività la BAT, rispetto ai principali mercati con cui intrattiene la gran parte dei suoi rapporti commerciali, risulta essere molto competitiva nei confronti dei paesi del Medio Oriente, degli Stati Uniti, della Francia, della Germania, del Regno Unito. Non competitiva è nei confronti di paesi extraeuropei, quali Cina, Egitto, Tunisia, ma anche nei confronti di paesi europei quali l'Irlanda, la Grecia, il Belgio e i Paesi Bassi.
Le politiche per aumentare l'apertura internazionale della BAT: le opportunità degli incentivi nazionali al commercio internazionale
In un mondo sempre più globalizzato, la capacità di saper stare sui mercati internazionali è una capacità rilevante per un sistema produttivo e per un territorio nel suo complesso. Il territorio della BAT dovrà perciò fare ancora molti sforzi prima di raggiungere un grado di apertura internazionale soddisfacente, sforzi che dovranno essere inquadrati in una chiara e lungimirante strategia di internazionalizzazione, in grado di coinvolgere tanto le imprese quanto le istituzioni, una strategia che deve puntare a rafforzare l'internazionalizzazione delle imprese permanentemente presenti sui mercati esteri e ad allargare la base delle imprese in grado di operare su tali mercati, in una prospettiva di diversificazione verso settori più promettenti. Pur considerando che il trattato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio non contempla sussidi all'export, i vari Stati normalmente adottano politiche tese a promuovere, nei limiti del trattato, le esportazioni e più in generale l'internazionalizzazione delle imprese. Attualmente sono operativi a livello nazionale vari strumenti di incentivazione del commercio internazionale, gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre agli incentivi statali occorre tener presenti gli incentivi regionali, legati fondamentalmente alle risorse europee a titolo delle politiche di coesione e delle politiche di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020.
Emmanuele Daluiso-Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Il quadro del commercio internazionale nel 2016 e le prospettive a medio termine: una crescita sotto il livello medio dell'ultimo quindicennio. Il commercio estero della BAT si inserisce in un contesto internazionale che ha registrato nel 2015 una crescita del commercio mondiale di beni e servizi sotto le attese. I dati del Fondo Monetario Internazionale hanno infatti registrato nel 2015 una crescita del 2,8% rispetto al 3,5% del 2014 e prefigurano un 2016 poco sopra il livello del 2015. Stiamo parlando di tassi di crescita sotto la media annua del quindicennio scorso, che - nonostante la forte caduta registrata nel 2009 a seguito della grave crisi finanziaria mondiale scoppiata fra il 2007 e il 2008 - aveva superato il 5%. Le previsioni al 2021 manifestano una possibile crescita del commercio mondiale che potrebbe al massimo toccare il 4%. Se poi consideriamo il periodo che va dal 1989 al 2008, cioè dalla caduta del Muro di Berlino alla vigilia dello scoppio della Grande Recessione, che è stato un periodo di grande sviluppo degli scambi mondiali, anche per l'entrata in funzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1995, dobbiamo considerare che la crescita del commercio mondiale era stata ancora più sostenuta, pari a circa il 7% in media annua. Un aspetto rilevante di questo nuovo scenario del commercio mondiale caratterizzato da un forte rallentamento della crescita è legato all'indebolimento delle economie in via di sviluppo, un trend che oggigiorno assume un significato rilevante, atteso il maggior peso assunto da tali economie sul commercio mondiale, passato dal 22% nel 1997 al 38% nel 2013.
Lo scenario dell'economia mondiale a medio termine: una ripresa a rischio di deragliamento
L'attuale fase di modesta crescita del commercio internazionale si inserisce nello scenario più ampio della lenta ripresa economica mondiale, confermato dalle più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale. Tali previsioni prefigurano, infatti, una crescita economica modesta per i prossimi anni: a livello mondiale, dopo la crescita nel 2015 pari al 3,1%, il 2016 potrebbe aumentare di appena lo 0,1%. Al 2021 il tasso di crescita potrebbe raggiungere il 3,9%. Ma parliamo di trend che devono poi fare i conti con la forte incertezza che sta caratterizzando l'economia mondiale di questi anni e con la reale capacità dei paesi in via di sviluppo, in particolare la Cina, di fare maggiormente affidamento sulla crescita interna piuttosto che sulla crescita delle esportazioni, come è avvenuto in passato. Intanto la crescita dell'economia degli USA, secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2016 dovrebbe leggermente rallentare rispetto al 2015 e potrebbe ulteriormente rallentare negli anni a seguire. Peraltro anche la crescita della Zona Euro è prevista mantenersi sostanzialmente stabile fra il 2016 e il 2021, oscillante fra l'1,5 e l'1,6%. Il G20 tenutosi a Shanghai a fine febbraio scorso, con la partecipazione dei ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali, ha posto l'attenzione sul rallentamento del ritmo delle riforme registratosi negli ultimi anni, che avrebbero dovuto promuovere una crescita economica mondiale più sostenuta, spinta prevalentemente con la politica monetaria espansiva. Il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría durante il vertice ha dichiarato che "il rallentamento preoccupante dell'economia mondiale richiede una risposta politica urgente e globale, attingendo a tutte le leve politiche monetarie, fiscali e strutturali a disposizione dei governi". Il direttore del Fondo Monetario Internazionale ha parlato espressamente del "rischio di deragliamento dell'economia mondiale", collegato al contestuale rallentamento della crescita delle economie in via di sviluppo e a una ripresa sotto le attese da parte delle economie avanzate.
La crescita dell'export della BAT, in controtendenza rispetto ai trend nazionale e regionale
Dopo i buoni risultati del 2015 l'export della BAT registra un buon inizio 2016. Nel primo trimestre la provincia pugliese segna infatti un incremento tendenziale del 9,7%, superiore al 9,1% della media annua 2010-2015. Il 2016 potrebbe dunque rappresentare un anno di ulteriore consolidamento dell'economia provinciale sui mercati internazionali. Si tratta di un buon risultato per l'economia locale, considerata l'incertezza che sta caratterizzando l'economia internazionale e considerato pure che il primo trimestre 2016 ha fatto registrare un lieve peggioramento delle esportazioni italiane (-0,4%), così come delle esportazioni regionali (-2,1%), rispetto al primo trimestre del 2015. Pur in calo rispetto all'ultimo trimestre 2015, il dato positivo del primo trimestre scorso è promettente perché normalmente, come è accaduto negli anni scorsi, il trend trimestrale della BAT tende a rafforzarsi in corso d'anno. Le tendenze settoriali: il settore moda fa da volano, si rafforzano i settori alimentare, metalmeccanico, farmaceutico. Il sistema moda (tessile-abbigliamento-calzature) continua a rappresentare il volano dell'export provinciale, in tendenziale ripresa rispetto ai risultati deludenti dell'anno scorso. Positivi sono i risultati per il comparto tessile (+34,2%), il comparto abbigliamento (+31,7%), cuoio e pelletteria (+15,6%), a fronte di un deludente andamento del comparto calzature (-1,9%). Occorre tuttavia considerare l'importanza di quest'ultimo comparto che rappresenta nella BAT il 13° distretto italiano di calzature per valore delle esportazioni. In crescita anche il comparto alimentare (+62,6%), il comparto metalmeccanico (+29,4%) e il comparto farmaceutico (+16,8%). Negativo è il saldo commerciale: ad aumentare non sono solo le esportazioni ma anche le importazioni, in misura tale da rendere il saldo commerciale negativo nel primo trimestre 2016. Il settore che più ha contribuito al deficit commerciale è quello della chimica. I principali Paesi di destinazione: Albania principale paese, riprende quota il Regno Unito, crescono la Germania e la Spagna, si consolidano gli Stati Uniti. La dinamica positiva dell'export provinciale nel primo trimestre 2016 ha interessato sia l'area geografica dell'Ue che quella extra Ue. Fra i paesi europei si segnala la crescita rispetto al corrispondente triennio 2015 della Spagna (+47,7%) e della Germania (+28,2%). Riprende quota il Regno Unito (+29,2%), che nel 2015 aveva registrato una flessione. Fra i paesi extra-Ue l'Albania resta sempre il principale paese di esportazione della BAT, che nella prima parte del 2006 ha registrato una crescita del 26,9% rispetto allo stesso periodo del 2005. Si rafforza la crescita verso gli Stati Uniti con un +36,5%, mentre registra un arresto il Medio Oriente, che negli anni scorsi hanno rappresentato un'area importante per l'export della BAT. Torna a crescere l'export verso la Russia (+22,9%), così come si consolida la crescita verso la Turchia (+31,6%).
Una visione d'insieme della competitività internazionale della BAT
L'export sta diventando sempre più rilevante per l'economia del territorio, ma non può sfuggire la considerazione che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, il posizionamento competitivo internazionale della BAT, rispetto all'Italia nel suo insieme, rimane ancora critico. Innanzitutto, il grado di apertura internazionale dell'economia provinciale è ancorato a meno di un quinto del relativo grado di apertura internazionale dell'economia italiana. In secondo luogo, la capacità competitiva dell'economia locale rimane legata a comparti dell'industria manifatturiera a basso contenuto tecnologico e i cui mercati internazionali sono meno dinamici, quale quelli dell'abbigliamento e delle calzature. Nella prima parte del 2016 si sono anche indeboliti alcuni positivi segnali di crescita di settori ad alta e medio-alta tecnologia. In terzo luogo, in termini di competitività la BAT, rispetto ai principali mercati con cui intrattiene la gran parte dei suoi rapporti commerciali, risulta essere molto competitiva nei confronti dei paesi del Medio Oriente, degli Stati Uniti, della Francia, della Germania, del Regno Unito. Non competitiva è nei confronti di paesi extraeuropei, quali Cina, Egitto, Tunisia, ma anche nei confronti di paesi europei quali l'Irlanda, la Grecia, il Belgio e i Paesi Bassi.
Le politiche per aumentare l'apertura internazionale della BAT: le opportunità degli incentivi nazionali al commercio internazionale
In un mondo sempre più globalizzato, la capacità di saper stare sui mercati internazionali è una capacità rilevante per un sistema produttivo e per un territorio nel suo complesso. Il territorio della BAT dovrà perciò fare ancora molti sforzi prima di raggiungere un grado di apertura internazionale soddisfacente, sforzi che dovranno essere inquadrati in una chiara e lungimirante strategia di internazionalizzazione, in grado di coinvolgere tanto le imprese quanto le istituzioni, una strategia che deve puntare a rafforzare l'internazionalizzazione delle imprese permanentemente presenti sui mercati esteri e ad allargare la base delle imprese in grado di operare su tali mercati, in una prospettiva di diversificazione verso settori più promettenti. Pur considerando che il trattato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio non contempla sussidi all'export, i vari Stati normalmente adottano politiche tese a promuovere, nei limiti del trattato, le esportazioni e più in generale l'internazionalizzazione delle imprese. Attualmente sono operativi a livello nazionale vari strumenti di incentivazione del commercio internazionale, gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre agli incentivi statali occorre tener presenti gli incentivi regionali, legati fondamentalmente alle risorse europee a titolo delle politiche di coesione e delle politiche di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020.
Emmanuele Daluiso-Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles