Discarica di rifiuti: “Fondamentale una serrata vigilanza"
La nota di Legambiente Puglia sulle ultime notizie riguardanti le indagini
venerdì 22 aprile 2022
23.38
iReport
Legambiente Puglia interviene in merito alle ultime notizie riguardanti le indagini sulla discarica di rifiuti speciali Cobema di Canosa di Puglia. "Sono sempre più sconcertanti le notizie che emergono dall'indagine che riguarda gli "affari" mossi intorno alla discarica di rifiuti speciali Cobema di Canosa di Puglia. – hanno commentato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia e Carmelinda Lombardi, coordinatrice Salute e Ambiente e componente del comitato scientifico di Legambiente Puglia - Soprattutto se questo coinvolge, attraverso ipotesi di reato, anche funzionari pubblici che dovrebbero controllare e monitorare sul rispetto della legalità per un tema così delicato, quale i rifiuti, che tocca la vita e salute diretta dei cittadini. Siamo fiduciosi nell'azione della magistratura che sicuramente sarà accertare le responsabilità pubbliche e private in una questione che sicuramente sancisce un'ulteriore ferita per questo territorio". Nel giro di pochi mesi ben 2 inchieste si sono susseguite: nel mese di febbraio con l'incidente probatorio disposto dal Gip del tribunale di Trani ha confermato che la discarica chiusa dal 2005, ha causato, nel corso degli anni, un diffuso fenomeno di inquinamento ambientale, "con copiosa presenza di percolato, accertato sia al di sotto della discarica che lungo i fianchi riversandosi in direzione dei circostanti uliveti".
Ora un ulteriore indagine, scaturita dalla prima, che ha portato i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Barletta su delega della Procura della Repubblica di Trani, a eseguire un decreto di perquisizione personale, locale e sequestro nei confronti di 13 soggetti, nei territori della Provincia Bat, Provincia Bari e Provincia di Salerno. Il territorio di Canosa di Puglia, ricordiamo, oltre l'impianto della Cobema, in contrada Tufarelle, al confine con Minervino Murge, presenta altri due impianti per il trattamento dei rifiuti. "Sulla gestione dei rifiuti è fondamentale e necessaria una stretta e persistenza vigilanza del pubblico perché non si può lasciare al privato libertà di azione incontrollata. – continua Ronzulli - Ciò che accade è anche causa di una miope visione della politica regionale che non ha voluto investire su impianti pubblici, ma restare dipendente dalle volontà del privato. Questo non è più possibile ed accettabile ed è per questo che nella discussione dell'ultimo Piano Rifiuti Regionale abbiamo lottato affinché la Regione Puglia intraprendesse un percorso verso anche l'impiantistica pubblica".
Ora un ulteriore indagine, scaturita dalla prima, che ha portato i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Barletta su delega della Procura della Repubblica di Trani, a eseguire un decreto di perquisizione personale, locale e sequestro nei confronti di 13 soggetti, nei territori della Provincia Bat, Provincia Bari e Provincia di Salerno. Il territorio di Canosa di Puglia, ricordiamo, oltre l'impianto della Cobema, in contrada Tufarelle, al confine con Minervino Murge, presenta altri due impianti per il trattamento dei rifiuti. "Sulla gestione dei rifiuti è fondamentale e necessaria una stretta e persistenza vigilanza del pubblico perché non si può lasciare al privato libertà di azione incontrollata. – continua Ronzulli - Ciò che accade è anche causa di una miope visione della politica regionale che non ha voluto investire su impianti pubblici, ma restare dipendente dalle volontà del privato. Questo non è più possibile ed accettabile ed è per questo che nella discussione dell'ultimo Piano Rifiuti Regionale abbiamo lottato affinché la Regione Puglia intraprendesse un percorso verso anche l'impiantistica pubblica".