Discarica Tufarelle: la vittoria al Consiglio di Stato non significa aver vinto la guerra
La nota di Italia Nostra Sezione di Canosa
venerdì 19 febbraio 2021
15.13
iReport
Il 9 febbraio 2021, come è noto, è giunta la notizia che il ricorso al Consiglio di Stato intentato dai Comuni di Canosa e Minervino contro l'autorizzazione rilasciata alla Bleu, ora diventata Dupont Energetica spa, dalla Provincia di BAT per l'apertura di una nuova discarica a Tufarelle, era stato accolto. Da sottolineare che, per ben 2 volte, nel 2016 ed ora, il Consiglio di Stato ha accolto le ragioni del Comune di Canosa contro Bleu, capovolgendo in entrambi i casi le sentenze sfavorevoli del Tar di Bari.
Ma al di la della comprensibile euforia,ragionando a mente fredda dobbiamo ricordarci che la vittoria conseguita oggi è solo una tappa di una guerra ancora da vincere. Il Consiglio di Stato ha bocciato l'Autorizzazione rilasciata dalla Provincia per la nuova discarica a causa di un procedimento istruttorio ritenuto insufficiente, senza adeguata motivazione. Il Consiglio di Stato ha anche scritto che, in caso di riproposizione del progetto, se il procedimento per l'Autorizzazione fosse confortato da una adeguata istruttoria, fosse consentito un vero contradditorio tra le varie parti in causa sui punti nevralgici del progetto, se il procedimento si concludesse con una adeguata motivazione, nulla impedirebbe il rilascio all'Autorizzazione della discarica ora negata.
In effetti l'intero svolgimento della Conferenza di Servizi, al di là del rispetto delle formalità di legge,ha dato l'impressione di un risultato già scritto in partenza. La nuova discarica si doveva fare ad ogni costo. Le motivazioni contrarie al progetto presentate dai due Comuni messe agli atti e neanche contro dedotte. Quali i punti nevralgici evidenziati dai Comuni e non presi in considerazione nel corso del procedimento?
Il pesante carico ambientale su Tufarelle. La compresenza di 4 discariche in un raggio di 500/600 metri. La discarica Co.be.ma. chiusa da 17 anni e sottoposta a procedura d'infrazione dalla Comunità Europea e non ancora bonificata. A distanza di 17 anni in due punti della discarica le emissioni gassose sono maggiori 310 e 83 volte, per metro quadro, rispetto alla norma .
La situazione di potenziale pericolo esistente al confine tra l'impianto S.OL.VI.C. e la discarica Bleu esaurita. Il bacino di 10.300 metri quadri della S.OL.VI.C. contenente 135 mila metri cubi di liquidi speciali separato dalla discarica Bleu colma di 1.500.000 metri cubi di rifiuti da un diaframma calcarenitico. Lo stesso geologo della S.OL.VI.C. ha denunciato una potenziale situazione di rischio,dal momento che il riempimento della discarica potrebbe provocare una potenziale spinta tale da compromettere la staticità del diaframma tufaceo esistente tra le due proprietà.
La direzione del flusso della falda sotterranea è tuttora questione irrisolta. Per l'Arpa fa testo quanto indicato dal Professor Pagliarulo del Politecnico di Bari in uno studio del 2010 lo stesso che è anche consulente della Bleu da circa 20 anni. Se si mettono a confronto i posizionamenti dei cosiddetti pozzi spia a monte e a valle degli impianti di Co.be.ma., S.ol.vi.c. e Bleu, per intercettare possibili inquinamenti, si nota che essi sono disposti in maniera difforme gli uni dagli altri , a dimostrazione di valutazioni idrogeologiche differenti tra i vari impianti, e con la possibilità che eventuali inquinamenti non possano essere intercettati. Proprio perché le caratteristiche della falda sotterranea non sono completamente indagate il Comune di Canosa è stato ammesso ad un finanziamento per un importo di circa 700 mila euro,per un piano di indagini integrativo dei valori di fondo geochimico ,progetto per il quale pochi giorni fa è stata chiusa la Conferenza di Servizi propedeutica alla effettuazione delle indagini .
La distanza che intercorre tra la vecchia e la nuova discarica Bleu. La ditta nel progetto parla genericamente di una distanza tra i due impianti maggiore di 160 metri, per l'Arpa, più realista del re, la distanza è di 300 metri. Per il Comune di Canosa la distanza è di 145 metri. La questione delle distanze tra i due impianti è rilevante. La distanza tra i due impianti valutata dall'Arpa in 300 metri, secondo l'Arpa rende plausibile la compresenza dei due impianti e superare così la prescrizione della Regione che esclude la presenza di impianti troppo vicini che impedisca l'individuazione di responsabili di eventuali inquinamenti.
L'Arpa giudica assolutamente sicuro il sistema di monitoraggio della discarica costituito dalla rete di monitoraggio geolelettrico posta sul fondo . Ad oggi non si è a conoscenza di prove,studi,casi che attestino la validità e la durabilità di questo sistema di sorveglianza per l'intera vita di una discarica, compreso il periodo successivo alla sua chiusura.
Queste sono solo alcune delle questioni controverse per le quali non c'è stato un confronto approfondito in seno alla Conferenza di Servizi, che è stata nei fatti una vuota procedura il cui esito sembrava scritto in partenza.
L'Arpa poi giustifica il suo assenso alla nuova discarica perchè il nuovo progetto prevedeva solo 374 mila metri cubi netti, poca cosa rispetto al vecchio progetto di 3.800.000 metri cubi chiesto in precedenza dalla Bleu e bocciato dal Consiglio di Stato. Nel settembre 2020 a soli tre anni di distanza la Bleu ,ora Dupont Energetica spa,ha presentato una richiesta di ampliamento della nuova discarica per portare la volumetria da 374 mila metri a 690 mila .Il disegno della Dupont Energetica è chiaro, riproporre il progetto di ampliamento di 3.800.000 bocciato nel 2016 dal Consiglio di Stato ,procedendo per gradi, in più anni, con richieste di ampliamento di lotti di dimensioni più contenute, allo scopo di facilitarne l'approvazione da parte degli organi competenti, e per anestetizzare la protesta delle popolazioni interessate, fino a raggiungere lo stesso risultato finale fallito nel 2016 .E' la stessa strategia usata con successo da Bleu con la vecchia discarica. L'attività della discarica ,iniziata nel 1997 , procedette per lotti successivi , furono realizzati 4 lotti, oltre alla riprofilatura che comportò altre cubature aggiuntive fino a raggiungere la capienza finale di 1.500.000 metri cubi. Ora si vuole replicare lo stesso schema.
E ora che cosa succede ? Si è creata una situazione nuova. C'è una discarica autorizzata dalla Provincia nell'agosto del 2017. L'autorizzazione è stata annullata dal Consiglio di Stato, intanto la discarica è entrata regolarmente in attività e vi sono stati abbancati qualche centinaio di migliaia di metri cubi di rifiuti. Allo stato attuale quel sito non è autorizzato all'attività di discarica. E i rifiuti che in questi anni sono stati li depositati che fine faranno? Non si conoscono in Italia precedenti analoghi..Mi limito ad osservare che abbiamo una discarica priva di autorizzazione ubicata in agro di Minervino. L'Amministrazione Comunale di Minervino potrebbe chiedere alla Dupont Energetica con apposito Ordinanza il ripristino dello stato originario dei luoghi attualmente occupati dai rifiuti.
Mario Riccardo Limitone Presidente Italia Nostra Sezione di Canosa di Puglia
Ma al di la della comprensibile euforia,ragionando a mente fredda dobbiamo ricordarci che la vittoria conseguita oggi è solo una tappa di una guerra ancora da vincere. Il Consiglio di Stato ha bocciato l'Autorizzazione rilasciata dalla Provincia per la nuova discarica a causa di un procedimento istruttorio ritenuto insufficiente, senza adeguata motivazione. Il Consiglio di Stato ha anche scritto che, in caso di riproposizione del progetto, se il procedimento per l'Autorizzazione fosse confortato da una adeguata istruttoria, fosse consentito un vero contradditorio tra le varie parti in causa sui punti nevralgici del progetto, se il procedimento si concludesse con una adeguata motivazione, nulla impedirebbe il rilascio all'Autorizzazione della discarica ora negata.
In effetti l'intero svolgimento della Conferenza di Servizi, al di là del rispetto delle formalità di legge,ha dato l'impressione di un risultato già scritto in partenza. La nuova discarica si doveva fare ad ogni costo. Le motivazioni contrarie al progetto presentate dai due Comuni messe agli atti e neanche contro dedotte. Quali i punti nevralgici evidenziati dai Comuni e non presi in considerazione nel corso del procedimento?
Il pesante carico ambientale su Tufarelle. La compresenza di 4 discariche in un raggio di 500/600 metri. La discarica Co.be.ma. chiusa da 17 anni e sottoposta a procedura d'infrazione dalla Comunità Europea e non ancora bonificata. A distanza di 17 anni in due punti della discarica le emissioni gassose sono maggiori 310 e 83 volte, per metro quadro, rispetto alla norma .
La situazione di potenziale pericolo esistente al confine tra l'impianto S.OL.VI.C. e la discarica Bleu esaurita. Il bacino di 10.300 metri quadri della S.OL.VI.C. contenente 135 mila metri cubi di liquidi speciali separato dalla discarica Bleu colma di 1.500.000 metri cubi di rifiuti da un diaframma calcarenitico. Lo stesso geologo della S.OL.VI.C. ha denunciato una potenziale situazione di rischio,dal momento che il riempimento della discarica potrebbe provocare una potenziale spinta tale da compromettere la staticità del diaframma tufaceo esistente tra le due proprietà.
La direzione del flusso della falda sotterranea è tuttora questione irrisolta. Per l'Arpa fa testo quanto indicato dal Professor Pagliarulo del Politecnico di Bari in uno studio del 2010 lo stesso che è anche consulente della Bleu da circa 20 anni. Se si mettono a confronto i posizionamenti dei cosiddetti pozzi spia a monte e a valle degli impianti di Co.be.ma., S.ol.vi.c. e Bleu, per intercettare possibili inquinamenti, si nota che essi sono disposti in maniera difforme gli uni dagli altri , a dimostrazione di valutazioni idrogeologiche differenti tra i vari impianti, e con la possibilità che eventuali inquinamenti non possano essere intercettati. Proprio perché le caratteristiche della falda sotterranea non sono completamente indagate il Comune di Canosa è stato ammesso ad un finanziamento per un importo di circa 700 mila euro,per un piano di indagini integrativo dei valori di fondo geochimico ,progetto per il quale pochi giorni fa è stata chiusa la Conferenza di Servizi propedeutica alla effettuazione delle indagini .
La distanza che intercorre tra la vecchia e la nuova discarica Bleu. La ditta nel progetto parla genericamente di una distanza tra i due impianti maggiore di 160 metri, per l'Arpa, più realista del re, la distanza è di 300 metri. Per il Comune di Canosa la distanza è di 145 metri. La questione delle distanze tra i due impianti è rilevante. La distanza tra i due impianti valutata dall'Arpa in 300 metri, secondo l'Arpa rende plausibile la compresenza dei due impianti e superare così la prescrizione della Regione che esclude la presenza di impianti troppo vicini che impedisca l'individuazione di responsabili di eventuali inquinamenti.
L'Arpa giudica assolutamente sicuro il sistema di monitoraggio della discarica costituito dalla rete di monitoraggio geolelettrico posta sul fondo . Ad oggi non si è a conoscenza di prove,studi,casi che attestino la validità e la durabilità di questo sistema di sorveglianza per l'intera vita di una discarica, compreso il periodo successivo alla sua chiusura.
Queste sono solo alcune delle questioni controverse per le quali non c'è stato un confronto approfondito in seno alla Conferenza di Servizi, che è stata nei fatti una vuota procedura il cui esito sembrava scritto in partenza.
L'Arpa poi giustifica il suo assenso alla nuova discarica perchè il nuovo progetto prevedeva solo 374 mila metri cubi netti, poca cosa rispetto al vecchio progetto di 3.800.000 metri cubi chiesto in precedenza dalla Bleu e bocciato dal Consiglio di Stato. Nel settembre 2020 a soli tre anni di distanza la Bleu ,ora Dupont Energetica spa,ha presentato una richiesta di ampliamento della nuova discarica per portare la volumetria da 374 mila metri a 690 mila .Il disegno della Dupont Energetica è chiaro, riproporre il progetto di ampliamento di 3.800.000 bocciato nel 2016 dal Consiglio di Stato ,procedendo per gradi, in più anni, con richieste di ampliamento di lotti di dimensioni più contenute, allo scopo di facilitarne l'approvazione da parte degli organi competenti, e per anestetizzare la protesta delle popolazioni interessate, fino a raggiungere lo stesso risultato finale fallito nel 2016 .E' la stessa strategia usata con successo da Bleu con la vecchia discarica. L'attività della discarica ,iniziata nel 1997 , procedette per lotti successivi , furono realizzati 4 lotti, oltre alla riprofilatura che comportò altre cubature aggiuntive fino a raggiungere la capienza finale di 1.500.000 metri cubi. Ora si vuole replicare lo stesso schema.
E ora che cosa succede ? Si è creata una situazione nuova. C'è una discarica autorizzata dalla Provincia nell'agosto del 2017. L'autorizzazione è stata annullata dal Consiglio di Stato, intanto la discarica è entrata regolarmente in attività e vi sono stati abbancati qualche centinaio di migliaia di metri cubi di rifiuti. Allo stato attuale quel sito non è autorizzato all'attività di discarica. E i rifiuti che in questi anni sono stati li depositati che fine faranno? Non si conoscono in Italia precedenti analoghi..Mi limito ad osservare che abbiamo una discarica priva di autorizzazione ubicata in agro di Minervino. L'Amministrazione Comunale di Minervino potrebbe chiedere alla Dupont Energetica con apposito Ordinanza il ripristino dello stato originario dei luoghi attualmente occupati dai rifiuti.
Mario Riccardo Limitone Presidente Italia Nostra Sezione di Canosa di Puglia