Economia BAT: boom dell’export nel III trimestre
La moda e l’agroalimentare, i settori più importanti
lunedì 18 dicembre 2017
0.26
iReport
Da pochi giorni l'ISTAT ha diffuso i dati relativi all'export delle regioni e province italiane nel terzo trimestre 2017, che evidenziano, in un un contesto di consolidamento della crescita economica e del commercio mondiali, l'incremento tendenziale delle esportazioni della BAT su base annua pari al +7,1%, sostanzialmente in linea con l'incremento nazionale (+7,3%). La BAT va meglio della Puglia che ha registrato un incremento del +5,4% e del Mezzogiorno, che ha registrato ua perdita del 3%. Di seguito nel dettaglio i trend dell'economia internazionale e i trend delle esportazioni italiane e della BAT.
Lo scenario di evoluzione dell'economia internazionale.
Dopo un leggero rallentamento della crescita economica a livello mondiale negli ultimi due anni, il Fondo Monetario Internazionale, nel suo World Economic Outlook dello scorso ottobre, prevede che quest'anno la crescita si collochi al +4,2% e che si consolidi negli anni successivi su valori intorno 4%. Si tratta di una crescita meno intensa di quella registrata negli anni primi dello scoppio della grave crisi finanzaria ed economica scoppiata fra il 2008 e il 2009, che aveva registrato un tasso medioannuo del 7% circa fra il 2000 e il 2008, ma comunque si tratta di una crescita in fase di rafforzamento. A crescere, secondo il Fondo Monetario Internazionale, saranno soprattutto le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, mentre le economie avanzate e le economie della zona euro registreranno una crescita che si manterrà sotto il 2%.
Prospettive di ripresa della globalizzazione.
Il processo di globalizzazione dell'economia mondiale, dopo la crisi del 2008-2009, si va evolvendo in misura meno intensa rispetto al periodo pre-crisi. Il commercio internazionale, che a partire dalla costituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, negli anni '90 del secolo scorso, aveva rappresentano il principale motore della crescita economica mondiale, ha smesso questo ruolo negli anni più recenti. Dal 2010 al 2016 il commercio mondiale, in media annua, è infatti cresciuto di appena il 3% rispetto al 6,9% registrato fra il 2000 e il 2008. Gli stessi paesi in via di sviluppo, in primis la Cina, che con l'Organizzazione Mondiale del Commercio hanno visto crescere il loro peso economico proprio grazie al commercio internazionale, ora stanno marciando a un ritmo più blando rispetto al passato. Gli stessi accordi raggiunti tra i paesi del G20 spingono la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo a puntare maggiormente sulla crescita dei propri mercati interni piuttosto che sull'export. Le stesse prese di posizione protezionistiche del nuovo governo americano, se confermate, spingeranno nella direzione di una crescita meno intensa del commercio internazionale. In questo scenario di fondo di consolidamento della ripresa dell' economica mondiale, pur con un ruolo meno pronunciato rispetto al passato del commercio mondiale, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la crescita media annua di quest'ultimo fra il 2017 e il 2022 dovrebbe attestarsi sul +4%, un punto in più rispetto al periodo 2010-2016 e soprattutto più elevata della crescita del PIL mondiale.I dati rilevati dal CPB-Word Trade Monitor evidenziano in effetti che nel corso dei primi nove mesi del 2017 il commercio estero è cresciuto del +5,9% rispetto allo stesso periodo del 2016, un trend migliore a quello stimato dal Fondo Monetario Internazionale.
La crescita dell'export della BAT.
In questo scenario mondiale di consolidamento della crescita economica su ritmi più blandi del passato, che quindi crea un contesto meno favorevole alla crescita del commercio internazionale e, dunque, un contesto internazionale più competitivo, la BAT anche nel 2017 mostra segnali positivi di presenza sui mercati esteri.Nel terzo trimestre del 2017 la crescita dell'export è stato pari al +0,6% rispetto al trimestre precedente, ma pari al +7,1% in termini tendenziali su base annua, in linea con quella nazionale (+7,3%).Questa crescita tendenziale è superiore a quella registrata dalla Puglia nei primi nove mesi dell'anno (+5,4%) e a quella del Mezzogiorno (-3%).L'incremento tendenziale dell'export della BAT nei primi tre trimestri del 2017 mostra, però, un lieve rallentamento rispetto alla crescita in media annua del periodo 2010-2016, che è stata pari all'8,7%.
La composizione dell'export della BAT.
E' l'industria manifatturiera a contribuire fondamentalmente all'export provinciale, nella misura di oltre il 90%.Circa il 38% dell'export provinciale proviene dal comparto calzaturiero, seguito dai comparti dell'abbigliamento e del tessile che pesano per oltre il 21%. Oltre il 63 % dell'export provinciale proviene dal sistema moda e la BAT rappresenta uno dei principali distretti calzaturieri italiani, collocandosi al 14°posto delle province italiane.Rilevante è anche il comparto agroalimentare, che complessivamente pesa per oltre il 21%.Altri comparti più limitati sono quelli della gomma e materie plastche (3,9%), dei macchinari non altrimenti classificati (3,3%), della chimica (2,1%), dei prodtti in metallo (1,8%), dell'estrattivo (1,1%).
Le aree geografiche di destinazione dell'export della BAT.
La crescita meno intensa delle economie avanzate e della zona euro, come dicevo in precedenza, ha spinto anche la BAT a guardare in termini sempre più consistenti ai mercati in via di sviluppo, soprattutto Albania (23,5%) e Medio Oriente (5,0%). L'export verso l'UE continua, comunque, a rappresentare oltre la metà dell'export provinciale, e riguarda soprattutto Francia (16,2%), Germania (11,2%) e Regno Unito (4,8%).
Le principali criticità dell'export della BAT e gli obiettivi futuri.
Pur a fronte dei positivi risultati qui esposti, l'export della BAT presenta dei punti di criticità che in una prospettiva futura di medio-lungo periodo, non possono essere sottovalutati. A livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo. La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Oltre l'80% dell'export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, esponendosi così fortemente alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso. Qualcosa comunque sembra muoversi: i settori a medio-alta tecnologia tra il 2010 e il 2016 hanno mostrato un trend di lieve crescita, consolidatasi nei primi nove mesi del 2017. Nel complesso, comunque, il peso dell'export sul valore della ricchezza complessivamente prodotta dalla BAT, cioè il prodotto interno lordo, rimane modesta, sotto il 10%, contro il 25%della media nazionale.L'incremento del peso dell'export sul prodotto interno lordo e la crescita dell'export legato a settori con un maggiore conteuto tecnologico sono dunque tra i principali obiettivi che l'economia della BAT dovrebbe perseguire per dare anche un contributo a migliorare il tasso di occupazione.Questi obiettivi dovrebbero diventare l'essenza di una nuova strategia di sviluppo territoriale, che dovrebbe vedere le istituzioni locali e le rappresentaze delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali fortemente impegnate a disegnare.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell'Associazione Italiana di Scienze Regionali
Lo scenario di evoluzione dell'economia internazionale.
Dopo un leggero rallentamento della crescita economica a livello mondiale negli ultimi due anni, il Fondo Monetario Internazionale, nel suo World Economic Outlook dello scorso ottobre, prevede che quest'anno la crescita si collochi al +4,2% e che si consolidi negli anni successivi su valori intorno 4%. Si tratta di una crescita meno intensa di quella registrata negli anni primi dello scoppio della grave crisi finanzaria ed economica scoppiata fra il 2008 e il 2009, che aveva registrato un tasso medioannuo del 7% circa fra il 2000 e il 2008, ma comunque si tratta di una crescita in fase di rafforzamento. A crescere, secondo il Fondo Monetario Internazionale, saranno soprattutto le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, mentre le economie avanzate e le economie della zona euro registreranno una crescita che si manterrà sotto il 2%.
Prospettive di ripresa della globalizzazione.
Il processo di globalizzazione dell'economia mondiale, dopo la crisi del 2008-2009, si va evolvendo in misura meno intensa rispetto al periodo pre-crisi. Il commercio internazionale, che a partire dalla costituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, negli anni '90 del secolo scorso, aveva rappresentano il principale motore della crescita economica mondiale, ha smesso questo ruolo negli anni più recenti. Dal 2010 al 2016 il commercio mondiale, in media annua, è infatti cresciuto di appena il 3% rispetto al 6,9% registrato fra il 2000 e il 2008. Gli stessi paesi in via di sviluppo, in primis la Cina, che con l'Organizzazione Mondiale del Commercio hanno visto crescere il loro peso economico proprio grazie al commercio internazionale, ora stanno marciando a un ritmo più blando rispetto al passato. Gli stessi accordi raggiunti tra i paesi del G20 spingono la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo a puntare maggiormente sulla crescita dei propri mercati interni piuttosto che sull'export. Le stesse prese di posizione protezionistiche del nuovo governo americano, se confermate, spingeranno nella direzione di una crescita meno intensa del commercio internazionale. In questo scenario di fondo di consolidamento della ripresa dell' economica mondiale, pur con un ruolo meno pronunciato rispetto al passato del commercio mondiale, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la crescita media annua di quest'ultimo fra il 2017 e il 2022 dovrebbe attestarsi sul +4%, un punto in più rispetto al periodo 2010-2016 e soprattutto più elevata della crescita del PIL mondiale.I dati rilevati dal CPB-Word Trade Monitor evidenziano in effetti che nel corso dei primi nove mesi del 2017 il commercio estero è cresciuto del +5,9% rispetto allo stesso periodo del 2016, un trend migliore a quello stimato dal Fondo Monetario Internazionale.
La crescita dell'export della BAT.
In questo scenario mondiale di consolidamento della crescita economica su ritmi più blandi del passato, che quindi crea un contesto meno favorevole alla crescita del commercio internazionale e, dunque, un contesto internazionale più competitivo, la BAT anche nel 2017 mostra segnali positivi di presenza sui mercati esteri.Nel terzo trimestre del 2017 la crescita dell'export è stato pari al +0,6% rispetto al trimestre precedente, ma pari al +7,1% in termini tendenziali su base annua, in linea con quella nazionale (+7,3%).Questa crescita tendenziale è superiore a quella registrata dalla Puglia nei primi nove mesi dell'anno (+5,4%) e a quella del Mezzogiorno (-3%).L'incremento tendenziale dell'export della BAT nei primi tre trimestri del 2017 mostra, però, un lieve rallentamento rispetto alla crescita in media annua del periodo 2010-2016, che è stata pari all'8,7%.
La composizione dell'export della BAT.
E' l'industria manifatturiera a contribuire fondamentalmente all'export provinciale, nella misura di oltre il 90%.Circa il 38% dell'export provinciale proviene dal comparto calzaturiero, seguito dai comparti dell'abbigliamento e del tessile che pesano per oltre il 21%. Oltre il 63 % dell'export provinciale proviene dal sistema moda e la BAT rappresenta uno dei principali distretti calzaturieri italiani, collocandosi al 14°posto delle province italiane.Rilevante è anche il comparto agroalimentare, che complessivamente pesa per oltre il 21%.Altri comparti più limitati sono quelli della gomma e materie plastche (3,9%), dei macchinari non altrimenti classificati (3,3%), della chimica (2,1%), dei prodtti in metallo (1,8%), dell'estrattivo (1,1%).
Le aree geografiche di destinazione dell'export della BAT.
La crescita meno intensa delle economie avanzate e della zona euro, come dicevo in precedenza, ha spinto anche la BAT a guardare in termini sempre più consistenti ai mercati in via di sviluppo, soprattutto Albania (23,5%) e Medio Oriente (5,0%). L'export verso l'UE continua, comunque, a rappresentare oltre la metà dell'export provinciale, e riguarda soprattutto Francia (16,2%), Germania (11,2%) e Regno Unito (4,8%).
Le principali criticità dell'export della BAT e gli obiettivi futuri.
Pur a fronte dei positivi risultati qui esposti, l'export della BAT presenta dei punti di criticità che in una prospettiva futura di medio-lungo periodo, non possono essere sottovalutati. A livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo. La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Oltre l'80% dell'export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, esponendosi così fortemente alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso. Qualcosa comunque sembra muoversi: i settori a medio-alta tecnologia tra il 2010 e il 2016 hanno mostrato un trend di lieve crescita, consolidatasi nei primi nove mesi del 2017. Nel complesso, comunque, il peso dell'export sul valore della ricchezza complessivamente prodotta dalla BAT, cioè il prodotto interno lordo, rimane modesta, sotto il 10%, contro il 25%della media nazionale.L'incremento del peso dell'export sul prodotto interno lordo e la crescita dell'export legato a settori con un maggiore conteuto tecnologico sono dunque tra i principali obiettivi che l'economia della BAT dovrebbe perseguire per dare anche un contributo a migliorare il tasso di occupazione.Questi obiettivi dovrebbero diventare l'essenza di una nuova strategia di sviluppo territoriale, che dovrebbe vedere le istituzioni locali e le rappresentaze delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali fortemente impegnate a disegnare.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell'Associazione Italiana di Scienze Regionali