Export della BAT: forte balzo in avanti
I dati ISTAT del primo semestre 2016
mercoledì 14 settembre 2016
14.49
iReport
L'ISTAT ha diffuso ieri i dati sulle esportazioni e sulle importazioni delle regioni e delle province italiane aggiornati al secondo trimestre 2016. Nel contesto di lenta ripresa del commercio internazionale e di debole crescita economica mondiale, l'export della provincia Barletta Andria Trani ha registrato nel primo semestre 2016 un significativo balzo in avanti, rafforzando così la sua capacità di tenuta manifestata nel 2015. A crescere maggiormente sono i comparti agricolo e alimentare, tessile e abbigliamento, cuoio e pelletteria, legno, metalmeccanico. Segnali di ripresa si registrano per il calzaturiero che nel 2015 aveva fatto registrare una significativa contrazione. La crescita dell'export della BAT nel primo semestre 2016 è tanto più significativo poiché si inserisce in un contesto nazionale che ha registrato una semplice capacità di tenuta sui livelli dello scorso anno. Aumentano soprattutto i flussi verso i Paesi extra-Ue, in particolare verso Albania e Stati Uniti. L'Albania continua a rappresentare il principale paese di esportazione, in considerazione dei forti flussi nei comparti tessile-abbigliamento e calzaturiero, per la delocalizzazione produttiva operata da aziende del territorio. Nell'Ue la maggiore crescita si registra verso Germania, Regno Unito e Spagna. Crescono non solo le esportazioni, ma anche le importazioni, in misura tale da portare in deficit il saldo commerciale, che negli anni scorsi aveva chiuso in attivo. In termini di competitività, emerge che l'export provinciale continua a essere caratterizzato da settori la cui domanda mondiale è relativamente meno dinamica e che presentano un più basso contenuto tecnologico, settori che rappresentano oltre l'85% dell'export totale provinciale. Si attenuano nel primo semestre 2016 i positivi segnali registrati nel 2015 di rafforzamento dei settori a media tecnologia. In termini di politiche di sviluppo è necessario che le imprese locali, anche assistite dalle istituzioni locali, utilizzino al meglio gli strumenti di incentivazione nazionali e regionali esistenti per sostenere e accelerare i processi di diversificazione verso i settori a più alto contenuto tecnologico.
Il quadro del commercio internazionale nel 2016 e le prospettive a medio termine: una crescita sotto il livello medio dell'ultimo quindicennio
Il commercio estero della BAT si inserisce in un contesto internazionale che ha registrato nella prima parte del 2016 una crescita del commercio mondiale di beni e servizi sotto le attese. I dati disponibili mostrano una sostanziale stasi nei tassi di crescita del commercio mondiale sia per i paesi avanzati che per i paesi in via di sviluppo, e il Fondo Monetario Internazionale prevede per l'anno in corso solo una debole ripresa dell'economia mondiale. In ogni caso le previsioni prefigurano una ripresa per i prossimi sotto la media annua del quindicennio scorso, che -nonostante la forte caduta registrata nel 2009 a seguito della grave crisi finanziaria mondiale scoppiata fra il 2007 e il 2008- aveva superato il 5%. Le previsioni al 2021 manifestano una possibile crescita del commercio mondiale che potrebbe al massimo toccare il 4%. Se poi consideriamo il periodo che va dal 1989 al 2008, cioè dalla caduta del Muro di Berlino alla vigilia dello scoppio della Grande Recessione, che è stato un periodo di grande sviluppo degli scambi mondiali, anche per l'entrata in funzione dell'organizzazione Mondiale del Commercio nel 1995, dobbiamo considerare che la crescita del commercio mondiale era stata ancora più sostenuta, pari a circa il 7% in media annua. Un aspetto rilevante di questo nuovo scenario del commercio mondiale caratterizzato da un forte rallentamento della crescita è legato all'indebolimento delle economie in via di sviluppo, un trend che oggigiorno assume un significato rilevante, atteso il maggior peso assunto da tali economie sul commercio mondiale, passato dal 22% nel 1997 a circa il 40% attuale. La riunione dei paesi del G20 tenutasi di recente in Cina ha formulato indirizzi per sostenere una ripresa più rapida dell'economia mondiale, in grado di coinvolgere tutti i paesi.
La crescita dell'export della BAT, in controtendenza rispetto ai trend nazionale e regionale
Dopo i buoni risultati del 2015 l'export della BAT registra un buon inizio 2016. Nel primo semestre la provincia pugliese segna infatti un incremento tendenziale del dell'11,5%, superiore al 9,1% della media annua 2010-2015. Il 2016 potrebbe dunque rappresentare un anno di ulteriore consolidamento dell'economia provinciale sui mercati internazionali. Si tratta di un buon risultato per l'economia locale, considerata l'incertezza che sta caratterizzando l'economia internazionale, come abbiano detto poc'anzi, e considerato pure che il primo semestre 2016 ha fatto registrare una lievissima flessione delle esportazioni italiane (-0,04%), così come delle esportazioni regionali (-2,73%), rispetto al primo semestre del 2015.
Le tendenze settoriali: il settore moda fa da volano, si rafforzano i settori agro-alimentare, metalmeccanico, farmaceutico
I risultati relativi al primo semestre 2016 evidenziano un trend di crescita rispetto all'anno scorso particolarmente rilevante per i comparti agricolo (+12,4%), alimentare (+37,1%), tessile (+19,8%), abbigliamento (+27,7%), cuoio e pelletteria (+17,4%). Emerge anche una forte ripresa per il comparto del legno (+51,2%). Continua a crescere anche il settore farmaceutico (+9,5%) e si registra pure una ripresa dell'export di calzature (+4,7%), che nel 2015 aveva registrato un calo di quasi l'8%. Occorre tuttavia considerare l'importanza di quest'ultimo comparto che rappresenta nella BAT il 13° distretto italiano di calzature per valore delle esportazioni.
Negativo è il saldo commerciale
Nonostante il forte aumento delle esportazioni il saldo della bilancia commerciale è in rosso, a causa di un incremento ancora più sostenuto delle importazioni. Il settore che più ha contribuito al deficit commerciale è quello del tessile-abbigliamento. Questo dato tuttavia nasconde probabilmente anche maggiori consumi legati alla ripresa in atto dell'economia italiana.
I principali Paesi di destinazione: Albania principale paese, riprende quota il Regno Unito, crescono la Germania e la Spagna, si consolidano gli Stati Uniti
La dinamica positiva dell'export provinciale nel primo semestre 2016 ha interessato sia l'area geografica dell'Ue che quella extra Ue. Fra i paesi europei si segnala la crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso del Regno Unito (+38,9%), della Spagna (+31,7%) e della Germania (+30,9%). Un significativo aumento è anche quello verso la Svezia (+32,3%), Fra i paesi in calo si segnala la Francia (-3,1%), che continua comunque ad essere fra i principali paesi europei di destinazione delle esportazioni provinciali. Fra i paesi extra-Ue l'Albania resta sempre il principale paese di esportazione della BAT, che nella prima parte del 2006 ha registrato una crescita del 24,7%. Si rafforza la crescita verso gli Stati Uniti con un +30,8%, mentre registra un arresto il Medio Oriente, che negli anni scorsi hanno rappresentato un'area importante per l'export della BAT. Torna a crescere l'export verso la Russia (+32,4%), così come si consolida la crescita verso la Svizzera (+24,7%).
Una visione d'insieme della competitività internazionale della BAT
L'export sta diventando sempre più rilevante per l'economia del territorio, ma non può sfuggire la considerazione che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, il posizionamento competitivo internazionale della BAT, rispetto all'Italia nel suo insieme, rimane ancora critico. Innanzitutto, il grado di apertura internazionale dell'economia provinciale è ancorato a meno di un quinto del relativo grado di apertura internazionale dell'economia italiana. In secondo luogo, la capacità competitiva dell'economia locale rimane legata a comparti dell'industria manifatturiera a basso contenuto tecnologico, i cui mercati internazionali sono meno dinamici, quale quelli dell'abbigliamento e delle calzature. Nella prima parte del 2016 si sono anche indeboliti alcuni positivi segnali di crescita di settori ad alta e medio-alta tecnologia.
Le politiche per aumentare l'apertura internazionale della BAT: le opportunità degli incentivi nazionali al commercio internazionale
In un mondo sempre più globalizzato, la capacità di saper stare sui mercati internazionali è una capacità rilevante per un sistema produttivo e per un territorio nel suo complesso. Il territorio della BAT dovrà perciò fare ancora molti sforzi prima di raggiungere un grado di apertura internazionale soddisfacente, sforzi che dovranno essere inquadrati in una chiara e lungimirante strategia di internazionalizzazione, in grado di coinvolgere tanto le imprese quanto le istituzioni, una strategia che deve puntare a rafforzare l'internazionalizzazione delle imprese permanentemente presenti sui mercati esteri e ad allargare la base delle imprese in grado di operare su tali mercati, in una prospettiva di diversificazione verso settori più promettenti. Pur considerando che il trattato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio non contempla sussidi all'export, i vari Stati normalmente adottano politiche tese a promuovere, nei limiti del trattato, le esportazioni e più in generale l'internazionalizzazione delle imprese. Attualmente sono operativi a livello nazionale vari strumenti di incentivazione del commercio internazionale, gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre agli incentivi statali occorre tener presenti gli incentivi regionali, legati fondamentalmente alle risorse europee a titolo delle politiche di coesione e delle politiche di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Il quadro del commercio internazionale nel 2016 e le prospettive a medio termine: una crescita sotto il livello medio dell'ultimo quindicennio
Il commercio estero della BAT si inserisce in un contesto internazionale che ha registrato nella prima parte del 2016 una crescita del commercio mondiale di beni e servizi sotto le attese. I dati disponibili mostrano una sostanziale stasi nei tassi di crescita del commercio mondiale sia per i paesi avanzati che per i paesi in via di sviluppo, e il Fondo Monetario Internazionale prevede per l'anno in corso solo una debole ripresa dell'economia mondiale. In ogni caso le previsioni prefigurano una ripresa per i prossimi sotto la media annua del quindicennio scorso, che -nonostante la forte caduta registrata nel 2009 a seguito della grave crisi finanziaria mondiale scoppiata fra il 2007 e il 2008- aveva superato il 5%. Le previsioni al 2021 manifestano una possibile crescita del commercio mondiale che potrebbe al massimo toccare il 4%. Se poi consideriamo il periodo che va dal 1989 al 2008, cioè dalla caduta del Muro di Berlino alla vigilia dello scoppio della Grande Recessione, che è stato un periodo di grande sviluppo degli scambi mondiali, anche per l'entrata in funzione dell'organizzazione Mondiale del Commercio nel 1995, dobbiamo considerare che la crescita del commercio mondiale era stata ancora più sostenuta, pari a circa il 7% in media annua. Un aspetto rilevante di questo nuovo scenario del commercio mondiale caratterizzato da un forte rallentamento della crescita è legato all'indebolimento delle economie in via di sviluppo, un trend che oggigiorno assume un significato rilevante, atteso il maggior peso assunto da tali economie sul commercio mondiale, passato dal 22% nel 1997 a circa il 40% attuale. La riunione dei paesi del G20 tenutasi di recente in Cina ha formulato indirizzi per sostenere una ripresa più rapida dell'economia mondiale, in grado di coinvolgere tutti i paesi.
La crescita dell'export della BAT, in controtendenza rispetto ai trend nazionale e regionale
Dopo i buoni risultati del 2015 l'export della BAT registra un buon inizio 2016. Nel primo semestre la provincia pugliese segna infatti un incremento tendenziale del dell'11,5%, superiore al 9,1% della media annua 2010-2015. Il 2016 potrebbe dunque rappresentare un anno di ulteriore consolidamento dell'economia provinciale sui mercati internazionali. Si tratta di un buon risultato per l'economia locale, considerata l'incertezza che sta caratterizzando l'economia internazionale, come abbiano detto poc'anzi, e considerato pure che il primo semestre 2016 ha fatto registrare una lievissima flessione delle esportazioni italiane (-0,04%), così come delle esportazioni regionali (-2,73%), rispetto al primo semestre del 2015.
Le tendenze settoriali: il settore moda fa da volano, si rafforzano i settori agro-alimentare, metalmeccanico, farmaceutico
I risultati relativi al primo semestre 2016 evidenziano un trend di crescita rispetto all'anno scorso particolarmente rilevante per i comparti agricolo (+12,4%), alimentare (+37,1%), tessile (+19,8%), abbigliamento (+27,7%), cuoio e pelletteria (+17,4%). Emerge anche una forte ripresa per il comparto del legno (+51,2%). Continua a crescere anche il settore farmaceutico (+9,5%) e si registra pure una ripresa dell'export di calzature (+4,7%), che nel 2015 aveva registrato un calo di quasi l'8%. Occorre tuttavia considerare l'importanza di quest'ultimo comparto che rappresenta nella BAT il 13° distretto italiano di calzature per valore delle esportazioni.
Negativo è il saldo commerciale
Nonostante il forte aumento delle esportazioni il saldo della bilancia commerciale è in rosso, a causa di un incremento ancora più sostenuto delle importazioni. Il settore che più ha contribuito al deficit commerciale è quello del tessile-abbigliamento. Questo dato tuttavia nasconde probabilmente anche maggiori consumi legati alla ripresa in atto dell'economia italiana.
I principali Paesi di destinazione: Albania principale paese, riprende quota il Regno Unito, crescono la Germania e la Spagna, si consolidano gli Stati Uniti
La dinamica positiva dell'export provinciale nel primo semestre 2016 ha interessato sia l'area geografica dell'Ue che quella extra Ue. Fra i paesi europei si segnala la crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso del Regno Unito (+38,9%), della Spagna (+31,7%) e della Germania (+30,9%). Un significativo aumento è anche quello verso la Svezia (+32,3%), Fra i paesi in calo si segnala la Francia (-3,1%), che continua comunque ad essere fra i principali paesi europei di destinazione delle esportazioni provinciali. Fra i paesi extra-Ue l'Albania resta sempre il principale paese di esportazione della BAT, che nella prima parte del 2006 ha registrato una crescita del 24,7%. Si rafforza la crescita verso gli Stati Uniti con un +30,8%, mentre registra un arresto il Medio Oriente, che negli anni scorsi hanno rappresentato un'area importante per l'export della BAT. Torna a crescere l'export verso la Russia (+32,4%), così come si consolida la crescita verso la Svizzera (+24,7%).
Una visione d'insieme della competitività internazionale della BAT
L'export sta diventando sempre più rilevante per l'economia del territorio, ma non può sfuggire la considerazione che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, il posizionamento competitivo internazionale della BAT, rispetto all'Italia nel suo insieme, rimane ancora critico. Innanzitutto, il grado di apertura internazionale dell'economia provinciale è ancorato a meno di un quinto del relativo grado di apertura internazionale dell'economia italiana. In secondo luogo, la capacità competitiva dell'economia locale rimane legata a comparti dell'industria manifatturiera a basso contenuto tecnologico, i cui mercati internazionali sono meno dinamici, quale quelli dell'abbigliamento e delle calzature. Nella prima parte del 2016 si sono anche indeboliti alcuni positivi segnali di crescita di settori ad alta e medio-alta tecnologia.
Le politiche per aumentare l'apertura internazionale della BAT: le opportunità degli incentivi nazionali al commercio internazionale
In un mondo sempre più globalizzato, la capacità di saper stare sui mercati internazionali è una capacità rilevante per un sistema produttivo e per un territorio nel suo complesso. Il territorio della BAT dovrà perciò fare ancora molti sforzi prima di raggiungere un grado di apertura internazionale soddisfacente, sforzi che dovranno essere inquadrati in una chiara e lungimirante strategia di internazionalizzazione, in grado di coinvolgere tanto le imprese quanto le istituzioni, una strategia che deve puntare a rafforzare l'internazionalizzazione delle imprese permanentemente presenti sui mercati esteri e ad allargare la base delle imprese in grado di operare su tali mercati, in una prospettiva di diversificazione verso settori più promettenti. Pur considerando che il trattato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio non contempla sussidi all'export, i vari Stati normalmente adottano politiche tese a promuovere, nei limiti del trattato, le esportazioni e più in generale l'internazionalizzazione delle imprese. Attualmente sono operativi a livello nazionale vari strumenti di incentivazione del commercio internazionale, gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre agli incentivi statali occorre tener presenti gli incentivi regionali, legati fondamentalmente alle risorse europee a titolo delle politiche di coesione e delle politiche di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles