Puglia formaggi
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Formaggi: record per l'export

Benefici effetti dell'etichettatura 'made in Italy'

L'aumento dell'8% delle vendite di formaggi italiani all'estero con +8% in quantità rispetto all'anno precedente è dovuto anche al rinnovato appeal del 'made in Italy', ora certificato dall'etichettatura obbligatoria dell'origine del latte. E' l'analisi di Coldiretti Puglia su dati Istat, relativi ai primi due mesi dell'anno, diffusi in occasione della Giornata mondiale del latte, indetta dalla FAO il 1° giugno scorso per ricordare l'importanza dell'alimento e dei suoi derivati nella dieta. "Ben 80mila mucche da latte presenti in Puglia possono mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt - sottolinea Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia -garantita a livelli di sicurezza e qualità superiori, grazie alla professionalità dei nostri allevatori, al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d'Europa, ma anche ai primati conquistati a livello nazionale e comunitario con 2 DOP (canestrato pugliese e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino)".

Proprio nell'ottica della trasparenza è stato firmato il primo accordo di filiera tra Coldiretti, la Cooperativa 'Latte Munto in Puglia' e Delizia SPA, contro il fiume di latte di dubbia qualità che invade il mercato a prezzi stracciati e per la trasparenza dei rapporti tra la produzione e la trasformazione nel settore lattiero - caseario. "Con l'accordo che detta regole precise, per 1 anno saranno conferiti minimo 100 quintali al giorno di latte - spiega Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - al prezzo di 0,405 euro al litro di latte crudo alla stalla. Il quantitativo aumenterà in base ai periodi dell'anno in cui aumenta la necessità di latte. Si inizia, così, a mettere un stop alle continue fluttuazioni di mercato, dovute a manovre speculative e a frequenti decisioni unilaterali da parte dei caseifici di sospendere il ritiro del latte anche per 15 giorni. Finalmente è stato aperto il dialogo con i trasformatori per ridare centralità al latte e al territorio, perché bisogna uscire dalla grande ambiguità di commercializzare un prodotto che può fregiarsi di un marchio comunitario così fortemente distintivo del territorio, valorizzando così i caseifici che già usano latte pugliese, senza che il valore aggiunto sia adeguatamente esaltato". Con la pratica troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati - precisa Coldiretti Puglia - anche una parte della grande distribuzione organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità e realmente garante della sicurezza alimentare. Alla luce dell'entrata in vigore del Decreto sull'etichettatura obbligatoria sono determinanti scelte chiare sotto svariati aspetti, a partire dal sostegno ai sistemi produttivi e della trasformazione in termini promozionali e, più in particolare, in termini di programmazione di fondi pubblici per esaltare il valore del Made in Puglia. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero - caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero - caseari "Made in Puglia".
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