Il ritorno alla dieta mediterranea
Coldiretti elabora i dati ISTA 2017 sui consumi alimentari
domenica 24 giugno 2018
20.34
iReport
La famiglia pugliese spende in media 457 euro per la spesa, posizionandosi al decimo posto della classifica nazionale dei consumi alimentari, secondo l'elaborazione di Coldiretti su dati Istat 2017, che nel Mezzogiorno d'Italia assorbono quasi un quarto della spesa complessiva, anche se è il Nord Est dove gli acquisti di cibo sono più alti. Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2017 nel carrello delle famiglie italiane ha visto un prepotente ritorno della dieta mediterranea con l'aumento della spesa per l'olio d'oliva (+11%), frutta e verdura (entrambe con +4%), pane e pasta (+1%) nonché la riscossa della carne dopo anni di costante calo dei consumi. In Puglia si assiste ad una svolta salutista della famiglia pugliese (2/3 componenti) che è passata negli ultimi 5 anni da 74 euro spesi al mese per l'ortofrutta a 96 euro, secondo un sondaggio condotto da Coldiretti Puglia all'interno di Mercati e Botteghe di Campagna Amica. "Il successo di affluenza nei Mercati di Campagna Amica – afferma il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – anche nelle giornate dedicate alla frutta, come per l'agritintarella day con bicchieroni di ciliegie, pesche e albicocche a Bari su Piazza del Ferrarese, testimonia la grande attenzione dei consumatori verso il cibo sano e le proprietà salutistiche di frutta e verdura a km0, considerate indiscutibilmente essenziali per garantire una buona salute e un importante elemento di crescita delle giovani generazioni".
La situazione – precisa la Coldiretti – varia notevolmente da Nord a Sud nelle diverse regioni, dall'importo minimo di 420 euro al mese in Abruzzo ai 424 della Sicilia, i 431 in Friuli Venezia Giulia, i 434 di Veneto e Umbria, i 442 della Sardegna, i 443 del Molise, i 445 della Liguria, i 447 del Lazio, i 448 della Calabria, i 457 della Puglia e dell'Emilia Romagna, i 460 delle Marche, i 461 della Toscana, i 475 della Lombardia, i 478 del Piemonte, i 479 del Trentino Alto Adige, i 485 della Basilicata, i 488 della Campania e i 503 della "regina" Valle d'Aosta. "Continua l'ottima performance dei prodotti bio – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e il settore biologico può diventare uno strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità al prezzo giusto e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini". Le pratiche bio – aggiunge Coldiretti Puglia - interessano tutti i comparti agricoli olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%). Anche rispetto al segmento dell'acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi.
La situazione – precisa la Coldiretti – varia notevolmente da Nord a Sud nelle diverse regioni, dall'importo minimo di 420 euro al mese in Abruzzo ai 424 della Sicilia, i 431 in Friuli Venezia Giulia, i 434 di Veneto e Umbria, i 442 della Sardegna, i 443 del Molise, i 445 della Liguria, i 447 del Lazio, i 448 della Calabria, i 457 della Puglia e dell'Emilia Romagna, i 460 delle Marche, i 461 della Toscana, i 475 della Lombardia, i 478 del Piemonte, i 479 del Trentino Alto Adige, i 485 della Basilicata, i 488 della Campania e i 503 della "regina" Valle d'Aosta. "Continua l'ottima performance dei prodotti bio – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e il settore biologico può diventare uno strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità al prezzo giusto e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini". Le pratiche bio – aggiunge Coldiretti Puglia - interessano tutti i comparti agricoli olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%). Anche rispetto al segmento dell'acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi.