Il valore del lavoro: una ricerca urgente
Il tema del convegno al Meeting di Rimini
giovedì 22 agosto 2024
17.19
iReport
Nel pomeriggio odierno nella Sala Conai A2 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno "Il valore del lavoro: una ricerca urgente", organizzato in collaborazione con Compagnia delle Opere e con il sostegno di Isybank. L'incontro ha visto la partecipazione di importanti esponenti del mondo imprenditoriale e cooperativo, tra cui Alessandro Bracci, presidente e amministratore delegato di Teddy Group; Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative; Jacques Moscianese, direttore esecutivo degli Affari Istituzionali di Intesa Sanpaolo; e Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illycaffè. A introdurre e moderare il convegno è stato Francesco Cassese, consulente manageriale di Miror Consulting, che ha avviato il dibattito partendo da una riflessione sul significato e sul valore del lavoro nella società contemporanea, in un'epoca segnata da profondi cambiamenti socioeconomici.
Ripensare il lavoro nell'era post-pandemica
Francesco Cassese ha esordito sottolineando come la pandemia di Covid-19 abbia trasformato radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare, portando alla ribalta nuove domande sul senso e sul valore del lavoro nella nostra esistenza quotidiana. «Il titolo di questo incontro richiama la necessità di riflettere se il lavoro sia ancora oggi una vocazione che risponde a un bisogno umano profondo o semplicemente uno strumento per soddisfare necessità materiali», ha detto, ponendo l'accento sulla ricerca di significato che sempre più persone, specialmente le nuove generazioni, stanno intraprendendo nel loro percorso professionale.
Il lavoro tra vocazione e sfida della continuità operativa
Jacques Moscianese ha riflettuto sul significato personale del lavoro: «Vivo il mio lavoro quasi come una vocazione e questo mi fa sentire parte di una cerchia ristretta di persone fortunate che hanno avuto la possibilità di realizzare il proprio desiderio di lavorare facendo ciò che amano». Il relatore ha poi discusso le sfide affrontate da Intesa Sanpaolo durante la pandemia, sottolineando l'importanza di garantire la continuità operativa per servire la clientela, soprattutto in un momento di crisi: «Durante il lockdown, abbiamo garantito la continuità del lavoro e dei servizi bancari grazie a investimenti significativi in tecnologia, che hanno permesso ai dipendenti di lavorare da casa con la stessa efficienza che avrebbero avuto in ufficio». Ha inoltre evidenziato che la banca ha introdotto innovazioni organizzative, come la settimana lavorativa di quattro giorni e lo smart working flessibile: azioni che hanno permesso di mantenere alti livelli di produttività rispondendo, al contempo, alle nuove esigenze dei lavoratori. Queste innovazioni non solo hanno garantito ad Intesa San Paolo una continuità durante la crisi, ma hanno anche rafforzato la resilienza dell'azienda, creando un ambiente di lavoro più dinamico e adattabile alle sfide future.
Il lavoro come luogo di realizzazione personale e collettiva
Alessandro Bracci ha affrontato il tema del lavoro dal punto di vista delle aspettative dei giovani lavoratori e delle sfide poste dall'inverno demografico: «I giovani oggi sono pochi e molto contendibili. Questo contesto demografico, unito alla consapevolezza che li aspetta una vita lavorativa molto lunga, influenza profondamente il loro approccio al lavoro», ha osservato. Bracci ha poi descritto come la narrativa intorno al lavoro sia cambiata nel tempo: «Prima della pandemia, la narrativa celebrava il carrierismo e la dedizione totale al lavoro. Oggi, invece, si tende a valorizzare l'equilibrio tra vita professionale e personale, e la liberazione del tempo dell'uomo dal tempo del lavoro». Tuttavia, Bracci ha sottolineato che, al di là delle narrative, ciò che conta è la proposta lavorativa concreta che un'azienda offre. Nel caso di Teddy Group questa proposta si basa su un sogno aziendale che unisce la crescita economica alla creazione di occupazione e alla destinazione di parte degli utili a opere di carità. «Il sogno della nostra azienda è di costruire una grande azienda globale che non solo guadagni, ma che crei anche un impatto positivo nella vita delle persone», ha spiegato, evidenziando come questo approccio attragga e motivi i lavoratori, offrendo loro un senso di realizzazione che va oltre la semplice dimensione economica.
Il modello cooperativo e il significato del lavoro
Maurizio Gardini ha offerto una prospettiva unica sul valore del lavoro, radicata nella diversità del modello cooperativo. «La cooperativa non è mai un'impresa che massimizza il dividendo o l'utile. Nasce per rispondere a bisogni reali: il bisogno di un lavoro dignitoso, di una casa, di un servizio giusto», ha affermato, sottolineando come il modello cooperativo metta al centro la persona e la comunità, promuovendo un senso di partecipazione e appartenenza che va oltre la semplice dimensione economica. Gardini ha poi discusso l'importanza della mutualità, sia interna che esterna, e come questa possa contribuire a ricostruire il tessuto sociale e a promuovere la coesione nelle comunità. «Il lavoro cooperativo è un lavoro che genera valore vero, un valore che si riflette non solo nei bilanci economici, ma anche nella qualità della vita delle persone e dei territori in cui operiamo», ha detto, evidenziando come questo modello imprenditoriale possa rispondere in modo efficace alle sfide contemporanee, offrendo un'alternativa sostenibile e socialmente responsabile al capitalismo tradizionale. Ha inoltre parlato dell'importanza di politiche di supporto ai giovani, sottolineando come la cooperazione possa essere una risposta concreta alle sfide occupazionali e sociali del futuro.
Leadership etica e responsabilità sociale delle aziende
Cristina Scocchia ha concluso il giro di interventi parlando della responsabilità delle aziende nel promuovere un ambiente di lavoro che sia non solo produttivo, ma anche etico e inclusivo. «La leadership non è potere, ma responsabilità», ha dichiarato, sottolineando come i leader aziendali abbiano il dovere di integrare il valore economico con i valori etici, sociali e ambientali. «Il profitto è importante per la sostenibilità di lungo termine di un'azienda, ma non può essere il fine ultimo. Le aziende devono essere attori sociali responsabili, capaci di creare un impatto positivo sul benessere delle persone e delle comunità in cui operano», ha aggiunto. Scocchia ha poi illustrato le strategie adottate da Illy per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e meritocratico che valorizzi le competenze e le diversità. L'ad di Illycaffè ha poi raccontato un episodio particolarmente significativo, avvenuto durante una visita a una piantagione di caffè in Brasile, dove ha visto concretamente come l'impegno dell'azienda nel sostenere le comunità locali abbia un impatto diretto sulla vita delle persone: «Essere una stakeholders company significa prendersi cura di tutti gli attori lungo la catena del valore, dai collaboratori ai fornitori, fino ai produttori di caffè», ha spiegato, evidenziando come questo approccio sia parte integrante della cultura aziendale di Illy e contribuisca a costruire un futuro più equo e sostenibile.
Il lavoro come spazio di realizzazione umana e sociale
Nel panel sono emerse due parole chiave: narrativa e sogno. Il lavoro non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma anche uno spazio di realizzazione personale e collettiva, un luogo dove si costruisce il proprio senso di identità e di appartenenza. È importante dunque creare un ambiente di lavoro che sia davvero a misura d'uomo, capace di rispondere non solo alle esigenze materiali, ma anche ai bisogni più profondi delle persone.
Ripensare il lavoro nell'era post-pandemica
Francesco Cassese ha esordito sottolineando come la pandemia di Covid-19 abbia trasformato radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare, portando alla ribalta nuove domande sul senso e sul valore del lavoro nella nostra esistenza quotidiana. «Il titolo di questo incontro richiama la necessità di riflettere se il lavoro sia ancora oggi una vocazione che risponde a un bisogno umano profondo o semplicemente uno strumento per soddisfare necessità materiali», ha detto, ponendo l'accento sulla ricerca di significato che sempre più persone, specialmente le nuove generazioni, stanno intraprendendo nel loro percorso professionale.
Il lavoro tra vocazione e sfida della continuità operativa
Jacques Moscianese ha riflettuto sul significato personale del lavoro: «Vivo il mio lavoro quasi come una vocazione e questo mi fa sentire parte di una cerchia ristretta di persone fortunate che hanno avuto la possibilità di realizzare il proprio desiderio di lavorare facendo ciò che amano». Il relatore ha poi discusso le sfide affrontate da Intesa Sanpaolo durante la pandemia, sottolineando l'importanza di garantire la continuità operativa per servire la clientela, soprattutto in un momento di crisi: «Durante il lockdown, abbiamo garantito la continuità del lavoro e dei servizi bancari grazie a investimenti significativi in tecnologia, che hanno permesso ai dipendenti di lavorare da casa con la stessa efficienza che avrebbero avuto in ufficio». Ha inoltre evidenziato che la banca ha introdotto innovazioni organizzative, come la settimana lavorativa di quattro giorni e lo smart working flessibile: azioni che hanno permesso di mantenere alti livelli di produttività rispondendo, al contempo, alle nuove esigenze dei lavoratori. Queste innovazioni non solo hanno garantito ad Intesa San Paolo una continuità durante la crisi, ma hanno anche rafforzato la resilienza dell'azienda, creando un ambiente di lavoro più dinamico e adattabile alle sfide future.
Il lavoro come luogo di realizzazione personale e collettiva
Alessandro Bracci ha affrontato il tema del lavoro dal punto di vista delle aspettative dei giovani lavoratori e delle sfide poste dall'inverno demografico: «I giovani oggi sono pochi e molto contendibili. Questo contesto demografico, unito alla consapevolezza che li aspetta una vita lavorativa molto lunga, influenza profondamente il loro approccio al lavoro», ha osservato. Bracci ha poi descritto come la narrativa intorno al lavoro sia cambiata nel tempo: «Prima della pandemia, la narrativa celebrava il carrierismo e la dedizione totale al lavoro. Oggi, invece, si tende a valorizzare l'equilibrio tra vita professionale e personale, e la liberazione del tempo dell'uomo dal tempo del lavoro». Tuttavia, Bracci ha sottolineato che, al di là delle narrative, ciò che conta è la proposta lavorativa concreta che un'azienda offre. Nel caso di Teddy Group questa proposta si basa su un sogno aziendale che unisce la crescita economica alla creazione di occupazione e alla destinazione di parte degli utili a opere di carità. «Il sogno della nostra azienda è di costruire una grande azienda globale che non solo guadagni, ma che crei anche un impatto positivo nella vita delle persone», ha spiegato, evidenziando come questo approccio attragga e motivi i lavoratori, offrendo loro un senso di realizzazione che va oltre la semplice dimensione economica.
Il modello cooperativo e il significato del lavoro
Maurizio Gardini ha offerto una prospettiva unica sul valore del lavoro, radicata nella diversità del modello cooperativo. «La cooperativa non è mai un'impresa che massimizza il dividendo o l'utile. Nasce per rispondere a bisogni reali: il bisogno di un lavoro dignitoso, di una casa, di un servizio giusto», ha affermato, sottolineando come il modello cooperativo metta al centro la persona e la comunità, promuovendo un senso di partecipazione e appartenenza che va oltre la semplice dimensione economica. Gardini ha poi discusso l'importanza della mutualità, sia interna che esterna, e come questa possa contribuire a ricostruire il tessuto sociale e a promuovere la coesione nelle comunità. «Il lavoro cooperativo è un lavoro che genera valore vero, un valore che si riflette non solo nei bilanci economici, ma anche nella qualità della vita delle persone e dei territori in cui operiamo», ha detto, evidenziando come questo modello imprenditoriale possa rispondere in modo efficace alle sfide contemporanee, offrendo un'alternativa sostenibile e socialmente responsabile al capitalismo tradizionale. Ha inoltre parlato dell'importanza di politiche di supporto ai giovani, sottolineando come la cooperazione possa essere una risposta concreta alle sfide occupazionali e sociali del futuro.
Leadership etica e responsabilità sociale delle aziende
Cristina Scocchia ha concluso il giro di interventi parlando della responsabilità delle aziende nel promuovere un ambiente di lavoro che sia non solo produttivo, ma anche etico e inclusivo. «La leadership non è potere, ma responsabilità», ha dichiarato, sottolineando come i leader aziendali abbiano il dovere di integrare il valore economico con i valori etici, sociali e ambientali. «Il profitto è importante per la sostenibilità di lungo termine di un'azienda, ma non può essere il fine ultimo. Le aziende devono essere attori sociali responsabili, capaci di creare un impatto positivo sul benessere delle persone e delle comunità in cui operano», ha aggiunto. Scocchia ha poi illustrato le strategie adottate da Illy per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e meritocratico che valorizzi le competenze e le diversità. L'ad di Illycaffè ha poi raccontato un episodio particolarmente significativo, avvenuto durante una visita a una piantagione di caffè in Brasile, dove ha visto concretamente come l'impegno dell'azienda nel sostenere le comunità locali abbia un impatto diretto sulla vita delle persone: «Essere una stakeholders company significa prendersi cura di tutti gli attori lungo la catena del valore, dai collaboratori ai fornitori, fino ai produttori di caffè», ha spiegato, evidenziando come questo approccio sia parte integrante della cultura aziendale di Illy e contribuisca a costruire un futuro più equo e sostenibile.
Il lavoro come spazio di realizzazione umana e sociale
Nel panel sono emerse due parole chiave: narrativa e sogno. Il lavoro non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma anche uno spazio di realizzazione personale e collettiva, un luogo dove si costruisce il proprio senso di identità e di appartenenza. È importante dunque creare un ambiente di lavoro che sia davvero a misura d'uomo, capace di rispondere non solo alle esigenze materiali, ma anche ai bisogni più profondi delle persone.