La pasta è il prodotto simbolo della dieta mediterranea,
In crescita l’export di pasta dalla Puglia
domenica 19 gennaio 2020
23.37
iReport
Nei primi 9 mesi del 2019 è aumentato l'export di pasta dalla Puglia del 9,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, dato che testimonia il grande successo della produzione 'made in' all'estero. E' quanto dichiara Coldiretti Puglia sui dati Istat/Coeweb sul commercio estero di pasta, in occasione della consacrazione della dieta mediterranea come migliore dieta al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking 2020 elaborato dal media statunitense U.S. News & World's Report's, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori."La pasta è il prodotto simbolo della dieta mediterranea, di cui va salvaguardata qualità e italianità attraverso l'indicazione in etichetta dell'origine 100% Made in Italy del grano duro utilizzato. La recente multa salata dell'Antitrust ad una catena della grande distribuzione straniera per aver diffuso informazioni fuorvianti sull'origine del grano duro nella pasta venduta sugli scaffali è la testimonianza di quanto il Made in Italy abbia un immenso valore, da tutelare quotidianamente anche contro l'Italian Sounding", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. "Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d'Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano", spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Negli Usa quest'anno il Made in Italy – insiste Muraglia - è cresciuto fino ad ora più del doppio rispetto al mercato mondiale dove l'incremento è stato del 3,4%. Bisogna scongiurare la nuova black list Trump che minaccia di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy. Un pacco di pasta in Italia costa 1,5 euro al chilo, negli Usa sale a 2,75 euro al chilo che, con l'applicazione dei dazi al 100% passerebbe a 3,75 euro al chilo. Ora sulla pasta le tariffe sono in media di 6 centesimi al chilo, le ripercussioni per il settore in Puglia sarebbero molto pesanti", incalza Muraglia. Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano 'Cappelli', fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli, tradizione e innovazione – dice Coldiretti - contraddistinguono la Puglia, il Granaio d'Italia, principale produttore italiano di grano duro con 346.500 ettari coltivati, 9.990.000 quintali di prodotto. "Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l'uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell'attività cerealicola che deve puntare sull'aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale", conclude il presidente Muraglia.
"Negli Usa quest'anno il Made in Italy – insiste Muraglia - è cresciuto fino ad ora più del doppio rispetto al mercato mondiale dove l'incremento è stato del 3,4%. Bisogna scongiurare la nuova black list Trump che minaccia di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy. Un pacco di pasta in Italia costa 1,5 euro al chilo, negli Usa sale a 2,75 euro al chilo che, con l'applicazione dei dazi al 100% passerebbe a 3,75 euro al chilo. Ora sulla pasta le tariffe sono in media di 6 centesimi al chilo, le ripercussioni per il settore in Puglia sarebbero molto pesanti", incalza Muraglia. Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano 'Cappelli', fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli, tradizione e innovazione – dice Coldiretti - contraddistinguono la Puglia, il Granaio d'Italia, principale produttore italiano di grano duro con 346.500 ettari coltivati, 9.990.000 quintali di prodotto. "Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l'uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell'attività cerealicola che deve puntare sull'aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale", conclude il presidente Muraglia.