Jannacci, Testori e Gaber. Le periferie del nostro cuore
Al Meeting di Rimini, l'omaggio con un tributo di testimonianze e ricordi
sabato 26 agosto 2023
12.06
iReport
Cento anni dalla nascita di Testori, 20 dalla morte di Gaber e 10 da quella di Jannacci: tre artisti che hanno raccontato un'altra Italia del boom che il Meeting di Rimini li ha omaggiati con un tributo di testimonianze e ricordi.Tre anniversari che legano altrettanti protagonisti della vita milanese "Jannacci, Testori, Gaber: le periferie del nostro cuore" : i 100 anni della nascita di Giovanni Testori, i 20 e i 10 rispettivamente della morte di Giorgio Gaber e Enzo Jannacci. Ha partecipato all'evento, Andrea Mirò, cantautrice, con diversi dischi e altrettanti Festival di Sanremo, in questi ultimi anni impegnata a riproporre diversi spettacoli di Gaber e del paroliere Sandro Luporini.
La domanda: Perché un titolo come Jannacci, Testori, Gaber: le periferie del nostro cuore? Perché sono stati tre grandi artisti ma anche tre grandi sensibilità umane che hanno segnato la cultura italiana. In questo incontro sono stati affrontati con una precisa chiave di lettura che forse non li esaurisce ma che però li ha segnati profondamente: il racconto della periferia, dell'altra parte della città, quella che nessuno vede e che non viene mai voglia di visitare o di andare a cercare; figurarci se addirittura, come è avvenuto per questi tre grandi, addirittura cantarla, cantare la periferia come la periferia del cuore: anzi cantare la periferia come vero, autentico cuore della città. "Un giorno come un altro/la gente passa e va/e la città non lo sa". Le parole di Jannacci sono cantate da Andrea Mirò che ha suonato a occhi chiusi il pianoforte. La musicista, ha aperto l'incontro su Jannacci, Testori, Gaber. Tre grandi milanesi che hanno narrato 'la periferia'. Negli anni dal 1950 al 1970 l'esportazione, il Pil, l'emigrazione interna, erano in crescita esponenziale. Massimo Bernardini, giornalista moderatore dell'incontro, ha sottolineato : "con il boom edilizio era arrivato anche il boom delle periferie." Giuseppe Frangi, giornalista (Casa Testori Associazione culturale), ha raccontato che Testori in periferia ci era nato, a Novate, seppure in una famiglia borghese, difatti il padre lo avrebbe voluto nell'industria tessile di famiglia. Lui, invece, attraversava la periferia immedesimandosi nei suoi abitanti e per riuscirci meglio, scriveva nei bar. Diceva che quella che raccontava non era una storia minore: 'Il fabbricone' è un suo testo, in Sala Neri lo ha letto dal vivo l'attore Michele Maccagno.
Paolo Jannacci ha ricordato l'amicizia tra il padre e Gaber che, Bernardini ha rivelato :"oggi sono vicini anche nel cimitero monumentale". Paolo Iannacci , ha prima raccontato che il fatto più rilevante per Jannacci era essere medico (ha tenuto l'ambulatorio tutta la vita), aiutare le persone, soprattutto "si sentiva più pronto verso questa popolazione sempre relegata in difetto". Poi si è messo al piano, anche lui musicista a tutto tondo, in completo a giacca chiaro e 'scarpe da tennis', ed ha interpretato alcune canzoni dove il padre aveva messo in musica l'amore verso quell'umanità povera che vedeva. Il 21 agosto scorso, al Meeting di Rimini, si è svolto un incontro che resterà indelebile nella memoria di coloro che hanno partecipato per ricordare Jannacci, Testori e Gaber, tre artisti di grande spessore, personalità ed umanità.
Prof. Leonardo Di Nunno
La domanda: Perché un titolo come Jannacci, Testori, Gaber: le periferie del nostro cuore? Perché sono stati tre grandi artisti ma anche tre grandi sensibilità umane che hanno segnato la cultura italiana. In questo incontro sono stati affrontati con una precisa chiave di lettura che forse non li esaurisce ma che però li ha segnati profondamente: il racconto della periferia, dell'altra parte della città, quella che nessuno vede e che non viene mai voglia di visitare o di andare a cercare; figurarci se addirittura, come è avvenuto per questi tre grandi, addirittura cantarla, cantare la periferia come la periferia del cuore: anzi cantare la periferia come vero, autentico cuore della città. "Un giorno come un altro/la gente passa e va/e la città non lo sa". Le parole di Jannacci sono cantate da Andrea Mirò che ha suonato a occhi chiusi il pianoforte. La musicista, ha aperto l'incontro su Jannacci, Testori, Gaber. Tre grandi milanesi che hanno narrato 'la periferia'. Negli anni dal 1950 al 1970 l'esportazione, il Pil, l'emigrazione interna, erano in crescita esponenziale. Massimo Bernardini, giornalista moderatore dell'incontro, ha sottolineato : "con il boom edilizio era arrivato anche il boom delle periferie." Giuseppe Frangi, giornalista (Casa Testori Associazione culturale), ha raccontato che Testori in periferia ci era nato, a Novate, seppure in una famiglia borghese, difatti il padre lo avrebbe voluto nell'industria tessile di famiglia. Lui, invece, attraversava la periferia immedesimandosi nei suoi abitanti e per riuscirci meglio, scriveva nei bar. Diceva che quella che raccontava non era una storia minore: 'Il fabbricone' è un suo testo, in Sala Neri lo ha letto dal vivo l'attore Michele Maccagno.
Paolo Jannacci ha ricordato l'amicizia tra il padre e Gaber che, Bernardini ha rivelato :"oggi sono vicini anche nel cimitero monumentale". Paolo Iannacci , ha prima raccontato che il fatto più rilevante per Jannacci era essere medico (ha tenuto l'ambulatorio tutta la vita), aiutare le persone, soprattutto "si sentiva più pronto verso questa popolazione sempre relegata in difetto". Poi si è messo al piano, anche lui musicista a tutto tondo, in completo a giacca chiaro e 'scarpe da tennis', ed ha interpretato alcune canzoni dove il padre aveva messo in musica l'amore verso quell'umanità povera che vedeva. Il 21 agosto scorso, al Meeting di Rimini, si è svolto un incontro che resterà indelebile nella memoria di coloro che hanno partecipato per ricordare Jannacci, Testori e Gaber, tre artisti di grande spessore, personalità ed umanità.
Prof. Leonardo Di Nunno