Riqualificazione del quartiere Castello, torniamo a parlarne
La nota di Mario Riccardo Limitone,Presidente Italia Nostra Onlus Sezione di Canosa
martedì 2 febbraio 2021
22.15
iReport
Come già abbiamo scritto in precedenza, il 10 dicembre scorso l'Amministrazione Comunale di Canosa di Puglia ha tenuto un seminario sulla riqualificazione del quartiere Castello. L'iniziativa dell'Amministrazione mirava non solo ad informare sullo stato dell'arte ma anche a raccogliere suggerimenti da parte di tutti i portatori di interesse, specialmente di noi cittadini , delle associazioni e dei vari ordini professionali. Al progetto, lo ricordiamo, sta lavorando il Dipartimento di Ingegneria ed Architettura dell'Università di Bari. Italia Nostra ha fatto pervenire il suo contributo di idee all'Amministrazione Comunale, ne abbiamo anche scritto sulla Gazzetta del 23 dicembre e sui media cittadini. Il nostro scopo era quello di suscitare una costruttiva e proficua discussione da parte di tutti, tecnici, associazioni e soprattutto da parte di noi cittadini. Messaggio non pervenuto. A distanza di cinquanta giorni sembra che l'argomento non interessi nessuno. Non un cenno sui social tranne l'umico l'intervento di chi si è detto persuaso che fosse meglio chiudere definitivamente il discorso sul recupero e la valorizzazione del centro storico, tanto il degrado è ormai diventato inarrestabile, quasi a certificare fatalisticamente la realtà di un ghetto. Noi non siamo d'accordo. C'è un luogo comune che a proposito del Castello occorre sfatare, e cioè quello di confondere il degrado del luogo con la bruttezza. Il Castello non è solo il costruito che ha un enorme potenziale che attende solo di essere valorizzato, ma è anche un deposito di storia e un grande patrimonio paesaggistico.
Il Castello primo contrafforte delle Murge proteso nella vallata dell'Ofanto, la vicinanza del fiume è stato l'elemento decisivo che ne ha fatto la culla del primo nucleo urbano. Lì sono le nostre radici. Abbandonarlo a se stesso significherà rinnegare le nostre origini. E inoltre, quante altre località della Puglia possono vantare la bellezza di un orizzonte visivo che spazia dal Vulture al Gargano fino alle spiagge del mare Adriatico? Perché non cominciamo pensare a tutto questo come ad un bene patrimoniale infinitamente superiore al patrimonio costruito? Perché non cogliere le opportunità che offre questo patrimonio paesaggistico ? Perchè questa riserva di ricchezza non deve essere valorizzata ? Ma in quel seminario del 10 dicembre abbiamo registrato una omissione importante. Non si è parlato del Palazzo dei Carmelitani, la vecchia sede dell'Ospedale , né si è parlato del Palazzo Iliceto. Per salvare il Castello bisogna mettere in mostra l'argenteria, e i palazzi degli ex Carmelitani e Iliceto sono parte di questa argenteria. Il Palazzo degli ex Carmelitani è stato ristrutturato con i fondi PON – Sicurezza per lo sviluppo – obiettivo convergenza 2007- 2013 per adeguarlo a centro semiresidenziale per anziani, disabili e minori a carattere sociale. Questo progetto è stato portato a termine nel 2013, è costato oltre un milione di euro compresi gli arredi e da allora è rimasto inutilizzato. Il Palazzo degli ex Carmelitani è sospeso nel tempo dell'attesa. Se, come pensiamo, la sua originaria destinazione d'uso non è più attuale, non si può ripensare a quell'immobile come centro di servizi e di aggregazione sociale e culturale al servizio della città? Rappresenterebbe un volano per la rivitalizzazione del quartiere. Si potrebbero destinare alcuni locali di quel contenitore ad associazioni giovanili, ad esempio agli scouts. Gli scouts hanno maturato in diverse città molte esperienze operando in quartieri a forte disagio sociale.
Anche la funzione del Palazzo Iliceto in un progetto di riqualificazione complessiva del quartiere va ripensata. E' ancora plausibile mantenere in quei locali le collezioni del Museo Archeologico Comunale? Quei locali offrono condizioni ambientali ottimali per la conservazione dei reperti che vi sono esposti? Palazzo Iliceto non può essere meglio utilizzato come galleria per mostre temporanee e location per cineforum? Naturalmente partendo dal presupposto che la gestione di questi contenitori non possa essere presa in carico esclusivamente dalla pubblica amministrazione, non ne ha le risorse umane e finanziarie necessarie. Occorre il concorso decisivo delle molte associazioni presenti in città. C'è infine un altro aspetto che non bisogna tralasciare. Il Castello è un luogo privilegiato della religiosità della nostra città, e in quanto tale, è un luogo identitario. La chiesa di S. Lucia/ Purgatorio, la chiesa del Carmine, la chiesa di Santa Caterina sono depositi di religiosità popolare molto vissuta e sentita. Da sempre la missione della Chiesa si dispiega con efficacia in certe realtà degradate, e per quanto la Chiesa sia presente sul rione Castello forse è necessario un sostegno più incisivo. Ci domandiamo se non sia il caso di rafforzare il presidio della Chiesa nel quartiere spostando la Parrocchia dal Carmine alla chiesa di Santa Lucia. Magari i fedeli che frequenteranno la chiesa di Santa Lucia saranno meno numerosi, ma avere lì una Parrocchia aperta al posto dell'attuale Rettoria, quasi sempre chiusa, aiuterebbe a presidiare più efficacemente il quartiere. Chiediamo pertanto alla Comunità Ecclesiale di ripensare la Chiesa di Santa Lucia come Parrocchia. Servirebbe, e molto, a lenire le ferite del quartiere.
Mario Riccardo Limitone- Presidente Italia Nostra Onlus Sezione di Canosa di Puglia
Il Castello primo contrafforte delle Murge proteso nella vallata dell'Ofanto, la vicinanza del fiume è stato l'elemento decisivo che ne ha fatto la culla del primo nucleo urbano. Lì sono le nostre radici. Abbandonarlo a se stesso significherà rinnegare le nostre origini. E inoltre, quante altre località della Puglia possono vantare la bellezza di un orizzonte visivo che spazia dal Vulture al Gargano fino alle spiagge del mare Adriatico? Perché non cominciamo pensare a tutto questo come ad un bene patrimoniale infinitamente superiore al patrimonio costruito? Perché non cogliere le opportunità che offre questo patrimonio paesaggistico ? Perchè questa riserva di ricchezza non deve essere valorizzata ? Ma in quel seminario del 10 dicembre abbiamo registrato una omissione importante. Non si è parlato del Palazzo dei Carmelitani, la vecchia sede dell'Ospedale , né si è parlato del Palazzo Iliceto. Per salvare il Castello bisogna mettere in mostra l'argenteria, e i palazzi degli ex Carmelitani e Iliceto sono parte di questa argenteria. Il Palazzo degli ex Carmelitani è stato ristrutturato con i fondi PON – Sicurezza per lo sviluppo – obiettivo convergenza 2007- 2013 per adeguarlo a centro semiresidenziale per anziani, disabili e minori a carattere sociale. Questo progetto è stato portato a termine nel 2013, è costato oltre un milione di euro compresi gli arredi e da allora è rimasto inutilizzato. Il Palazzo degli ex Carmelitani è sospeso nel tempo dell'attesa. Se, come pensiamo, la sua originaria destinazione d'uso non è più attuale, non si può ripensare a quell'immobile come centro di servizi e di aggregazione sociale e culturale al servizio della città? Rappresenterebbe un volano per la rivitalizzazione del quartiere. Si potrebbero destinare alcuni locali di quel contenitore ad associazioni giovanili, ad esempio agli scouts. Gli scouts hanno maturato in diverse città molte esperienze operando in quartieri a forte disagio sociale.
Anche la funzione del Palazzo Iliceto in un progetto di riqualificazione complessiva del quartiere va ripensata. E' ancora plausibile mantenere in quei locali le collezioni del Museo Archeologico Comunale? Quei locali offrono condizioni ambientali ottimali per la conservazione dei reperti che vi sono esposti? Palazzo Iliceto non può essere meglio utilizzato come galleria per mostre temporanee e location per cineforum? Naturalmente partendo dal presupposto che la gestione di questi contenitori non possa essere presa in carico esclusivamente dalla pubblica amministrazione, non ne ha le risorse umane e finanziarie necessarie. Occorre il concorso decisivo delle molte associazioni presenti in città. C'è infine un altro aspetto che non bisogna tralasciare. Il Castello è un luogo privilegiato della religiosità della nostra città, e in quanto tale, è un luogo identitario. La chiesa di S. Lucia/ Purgatorio, la chiesa del Carmine, la chiesa di Santa Caterina sono depositi di religiosità popolare molto vissuta e sentita. Da sempre la missione della Chiesa si dispiega con efficacia in certe realtà degradate, e per quanto la Chiesa sia presente sul rione Castello forse è necessario un sostegno più incisivo. Ci domandiamo se non sia il caso di rafforzare il presidio della Chiesa nel quartiere spostando la Parrocchia dal Carmine alla chiesa di Santa Lucia. Magari i fedeli che frequenteranno la chiesa di Santa Lucia saranno meno numerosi, ma avere lì una Parrocchia aperta al posto dell'attuale Rettoria, quasi sempre chiusa, aiuterebbe a presidiare più efficacemente il quartiere. Chiediamo pertanto alla Comunità Ecclesiale di ripensare la Chiesa di Santa Lucia come Parrocchia. Servirebbe, e molto, a lenire le ferite del quartiere.
Mario Riccardo Limitone- Presidente Italia Nostra Onlus Sezione di Canosa di Puglia