Ponte Romano Ofanto
Ponte Romano Ofanto

Tra passato e presente : Il Ponte romano sul fiume Ofanto

Gli interventi di Sabino Silvestri e Peppino Di Nunno

Sui social si continua parlare della siccità e della secca del fiume Ofanto, sponda canosina, che in questi ultimi giorni ha raggiunto livelli bassissimi o assenza totale di acque per lunghi tratti e tanta sterpaglia che invade il ponte romano e tutta l'area circostante. Con un post su Facebook, Sabino Sillvestri direttore dell'Archeoclub d'Italia sede di Canosa di Puglia "Ponte Romano" ha scritto che oggi l'associazione "ha ripreso le opere per valorizzare il nostro ponte romano e quando dico nostro mi riferisco all'intera umanità. Sarebbe necessaria un'opera costante di manutenzione ordinaria che ci aiuti a tenerlo sempre al massimo del suo splendore, in attesa che la Soprintendenza concluda le opere di risanamento dei restanti piloni. Confidiamo che la Aufidus srl, che ha vinto l'appalto per il recupero del museo della transumanza e che ha offerto come benefit anche la manutenzione dei monumenti sul tratturo regio (ponte romano e mausoleo Bagnoli) dopo l'inizio dei lavori di risanamento della struttura, possa al più presto aiutarci con i bellissimi monumenti attigui."

Mentre il Maestro Peppino Di Nunno ha tirato fuori dal suo immenso archivio una "Lettera al Fiume Ofanto", datata 28 ottobre 2007, di grande attualità che è stata riletta a margine dell'ultima visita sul Ponte Romano con il fiume in secca, "pieno di pozzanghere". L'ultima strofa del componimento riferisce il Maestro Peppino Di Nunno : """s' è attuata il 18 agosto 2024, quando mio figlio Davide con due nipotini, Pietro e Leonardo dal Veneto sono venuti a Canosa, anzi, come dicono in bambini, 'in Puglia'. Pur precario nel camminare sono giunto sulle vie dei ciottoli, pochi istanti a piedi scalzi, nel vendere desolante il fiume che non scorre più in Puglia, per la siccità torrida dell'estate 2024. Il penultimo verso evoca tristemente al fiume...'sulle tue spoglie!' E, lo stesso nipotino di sette anni, Leonardo, ai parenti in visita a casa mia, ha illustrato l'esperienza fluviale sul Ponte Romano. I bambini apprendono dal vivo con il gusto di dirlo agli altri. Che bello! Spero la prossima lettera di rivedere con i figli e i nipotini 'ammirare le tue acque, le tue rive, le tue foglie e i tuoi pesci, fin dalla sorgente da dove ...esci!'"""

LETTERA AL FIUME OFANTO
Mio caro fiume Ofanto,
ti scrivo queste mie parole
mentre scandagliano i terreni sulla Luna e su Marte
e depauperano i terreni dei fiumi sulla Terra.

Ricordo quand'ero bambino
"quando eravamo povera gente"
e si mangiava anche il pesce dell'Ofanto,
ma oggi il povero sei diventato Tu
col tuo maestoso letto di argilla
bacino di rifiuti e di veleni,
con le tue verdi rive disboscate
ed il dissesto delle acque straripate
che inondano terre coltivate.

Ricordo quand'ero bambino,
oh! com'era bello nell'immenso dei verdi boschetti,
tra il mormorio delle acque dei pesci,
tra il cinguettio degli uccelli di bosco,
tra il fruscio delle foglie al vento.

Così ti conobbe anche nell'antico tempo latino
il poeta Virgilio ed Orazio nel suo cammino,
e se Canosa ti vide bagnato di sangue di libertà
nella Battaglia di Canne scritta per ogni età,
ora ti vedo bagnato di fango e di rifiuti,
ferito nel tuo corso e nell'ambiente,
stravolto nel tuo letto,
strappato al mio caro boschetto.

Stravolto anche nei terreni dell'alveo
tra i ponti di due civiltà,
dove l'armonia della natura è diventata selvaggia,
per incuria umana che ora si fa coscienza
mentre è scomparso il Ponte Romano nella sua imponenza
dalla cartolina del fiume "tanti saluti da…".
Ponte Romano, frontiera di civiltà senza confine
che da diciannove secoli sei un monumento senza fine,
vivo, forte ed ingegnoso,
scudo pluviale al flusso tumultuoso.

E' vero, lo so, sei un fiume cheto ed impetuoso
come ti declama Orazio nelle tue inondazioni,
ma l'aria, l'acqua e la terra sono state stravolte
in pochi decenni da mani stolte!

E ancora oggi mio caro fiume,
mio caro Ofanto,
nasci dai monti Iripini quasi in Paradiso,
sorgente limpida e incontaminata,
poi scorri inquinato e depauperato
verso i lidi e le onde dell'Adriatico
da cui giunsero flotte antiche d'Oriente
sulle tue zattere lignee di eroi, di mercanti e di santi.

Ora sei soccorso e protetto dal Corpo Forestale
nel recupero di un patrimonio comune,
pagina soggetto delle nostre Istituzioni,
creatura adottata dall'Operazione Fiumi di Legambiente
che rieduca nei bambini il cuore e la mente.

Onore a te, mio caro fiume Ofanto
che bagni questa nostra terra arida,
scorrendo fra le genti di tre regioni,
sul suolo campano, lucano ed àpulo.

Onore a te, mio caro fiume Ofanto,
testimone di storia, di civiltà e di popoli,
che hai dissetato Greci, Latini e popoli Italici.

Onore a te, mio caro fiume Ofanto,
posto nel creato di Dio
come perla buona dell'amica natura,
oggi parli col Cigno dell'Ambiente e della natura
alle coscienze della nostra cultura,
così ti senti un fiume più sicuro
nella speranza del tuo futuro
che scorre insieme al mio futuro.

Ora chiudo questa mia lettera
e lascio la tua storia nelle mani dei bambini,
al loro domani di cittadini,

…e quando i figli dei miei figli
partiti lontano dalle radici daune,
torneranno a Canosa per pregare sulle mie spoglie,
che non debbano sostare anche sulle tue spoglie,
ma che possano ammirare le tue acque, le tue rive, le tue foglie.
(Stylus magistri) maestro Giuseppe Di Nunno
Canosa di Puglia, 28 Ottobre 2007
All'opera l’Archeoclub d'Italia sede di Canosa di Puglia “Ponte Romano"Famiglia Di  Nunno PeppinoIl Fiume Ofanto in seccaFiume Ofanto in seccaCanosa: Il fiume Ofanto in seccaCanosa: Il fiume Ofanto in seccaCanosa: Il fiume Ofanto in seccaCanosa: Il fiume Ofanto in secca
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