Cronaca
A Giuseppe Lomuscio, Medaglia d’Onore alla memoria
In Prefettura, durante le celebrazioni della Giornata della Memoria
BAT - sabato 27 gennaio 2018
16.46
A Barletta,stamani, si è tenuta in Prefettura, alla presenza delle principali autorità del territorio, la cerimonia per la celebrazione della Giornata della Memoria per commemorare le vittime dell'olocausto. Nell'occasione, il Prefetto di Barletta Andria Trani, Maria Antonietta Cerniglia, ha consegnato le Medaglie d'Onore alla memoria di due cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra: Giuseppe Lomuscio, di Canosa di Puglia, e Ruggiero Iodice, di Barletta.
Giuseppe Lomuscio, soldato di leva classe soldato di leva classe 1920, fu accorpato al 4° Reggimento Genova Cavalleria nel 1939. Partito per l'Albania nella Campagna di Grecia e sbarcato a Durazzo il 10 febbraio 1941, l'8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e condotto in Germania, come avvenne per 600.000 soldati dell'Esercito Italiano che costituiscono la storia degli Internati Militari Italiani. A 23 anni fu deportato nel Campo di Prigionia militare. Dopo la Liberazione dell'Aprile 1945, il Militare tornò nella sua Canosa di Puglia e venne riconosciuto "prigioniero di guerra". Ha ritirato quest'oggi la medaglia la moglie Savina Morra.
Ruggiero Iodice Classe 1916, fu chiamato alle armi nel 1938 ed arruolato come soldato di Fanteria presso il 9° Reggimento Fanteria Regina. Partecipò alle operazioni di guerra svoltesi nel Mediterraneo fino all'8 settembre 1943 quando, in seguito all'armistizio, fu catturato dai militari Tedeschi. Per tre mesi fu detenuto temporaneamente come Internato Militare Italiano in un campo di concentramento tedesco sull'isola e, durante questo periodo, subì maltrattamenti di ogni genere. Fortunatamente, durante la navigazione finalizzata alla deportazione definitiva in un Lager tedesco in Germania, la nave che lo trasportava fu intercettata dagli alleati inglesi e dirottata nel porto di Brindisi, dove il 10 dicembre 1943 fu sbarcato e finalmente liberato dalla prigionia. Ha ritirato quest'oggi la medaglia il nipote Ruggiero Alessandro Iodice.
La cerimonia odierna in Prefettura - dopo una breve esposizione da parte del Prefetto sul valore della memoria in questo territorio, ricco di tradizione e di spiritualità, e sull'importanza del coinvolgimento diretto degli studenti per attestare i valori della libertà e della democrazia e quindi del rispetto, dell'accoglienza, dell'inclusione e dell'integrazione - è stata inoltre arricchita dalla presentazione delle attività dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta da parte del Presidente Luigi Di Cuonzo e dalle preziose testimonianze di alcuni istituti scolastici del territorio, che hanno presentato i propri cortometraggi: "Le voci di Murgetta Rossi", della 3^H della "Renato Moro" di Barletta, "Mi chiamo Emidio Mastrodomenico e sono un partigiano" della 1^A dell'Istituto "Dell'Aquila" di San Ferdinando di Puglia e "Il lungo treno della memoria - Storia di donne e uomini", a cura degli studenti del Liceo Classico "Casardi" di Barletta. Nel corso della giornata è stata inoltre presentata (dal Dirigente Scolastico Grazia Ruggiero) l'App "GiudeccAPP", realizzata dagli studenti del Liceo "De Sanctis" di Trani per promuovere e valorizzare la sinagoga-museo Sant'Anna di Trani, mentre la Società di Storia Patria ha mostrato ai presenti uno stralcio della mostra sugli Internati Militari Italiani. Il Coro Stabile "Michele Prudente" dell'Istituto Comprensivo "Bovio-Mazzini" di Canosa di Puglia, diretto dal Professor Francesco Sisti, ha introdotto la cerimonia intonando l'Inno di Mameli e l'Inno alla Gioia ed accompagnato il prosieguo della cerimonia con il canto ebraico "Gam Gam" e con la Preghiera delle Madri. La manifestazione si è conclusa nel chiostro del Palazzo della Prefettura, con la tradizionale accensione della Menorah, da parte del Prefetto Cerniglia, per mantenere viva la memoria dell'offesa inferta all'umanità.
In concomitanza alla cerimonia in Prefettura, il maestro Giuseppe Di Nunno , ricercatore storico della memoria del "Dragone" Giuseppe Lomuscio nel contesto degli Internati Miliari Italiani e nel prezioso legame riscoperto di contatti di " Pace in Europa" con il Museo Kaisersteinbruck di Vienna, sede prossima allo Stammlager XVII A di deportazione del Militare, ha offerto un momento formativo con le Classi di Quinta A e B, C e G, del Liceo "E.Fermi" di Canosa di Puglia (BT) nella condivisione della dirigente scolastica professoressa Nunzia Silvestri e dei professori Caserta Facciolongo, Fusiello, Faretina e Maffione. I giovani studenti del Liceo Fermi, prossimi al traguardo della maturità, con attenzione, interesse e partecipazione hanno condiviso la storia, anche con riferimenti a Canosa e alla fine ignobile della statua di Imbriani, "mutata in strumento bellico" nel 1940. Il maestro Di Nunno, mostrando la falce del padre , anche Lui deportato IMI, e un aratro in ferro in miniatura del canosino Antonio Persichella ha evocato l'insegnamento di un ebreo del V Sec. a. C., Isaia, che nelle Sacre Scritture fa appello ancora oggi: "ed essi forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci…" " ... e i popoli non si eserciteranno più nella guerra".
Giuseppe Lomuscio, soldato di leva classe soldato di leva classe 1920, fu accorpato al 4° Reggimento Genova Cavalleria nel 1939. Partito per l'Albania nella Campagna di Grecia e sbarcato a Durazzo il 10 febbraio 1941, l'8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e condotto in Germania, come avvenne per 600.000 soldati dell'Esercito Italiano che costituiscono la storia degli Internati Militari Italiani. A 23 anni fu deportato nel Campo di Prigionia militare. Dopo la Liberazione dell'Aprile 1945, il Militare tornò nella sua Canosa di Puglia e venne riconosciuto "prigioniero di guerra". Ha ritirato quest'oggi la medaglia la moglie Savina Morra.
Ruggiero Iodice Classe 1916, fu chiamato alle armi nel 1938 ed arruolato come soldato di Fanteria presso il 9° Reggimento Fanteria Regina. Partecipò alle operazioni di guerra svoltesi nel Mediterraneo fino all'8 settembre 1943 quando, in seguito all'armistizio, fu catturato dai militari Tedeschi. Per tre mesi fu detenuto temporaneamente come Internato Militare Italiano in un campo di concentramento tedesco sull'isola e, durante questo periodo, subì maltrattamenti di ogni genere. Fortunatamente, durante la navigazione finalizzata alla deportazione definitiva in un Lager tedesco in Germania, la nave che lo trasportava fu intercettata dagli alleati inglesi e dirottata nel porto di Brindisi, dove il 10 dicembre 1943 fu sbarcato e finalmente liberato dalla prigionia. Ha ritirato quest'oggi la medaglia il nipote Ruggiero Alessandro Iodice.
La cerimonia odierna in Prefettura - dopo una breve esposizione da parte del Prefetto sul valore della memoria in questo territorio, ricco di tradizione e di spiritualità, e sull'importanza del coinvolgimento diretto degli studenti per attestare i valori della libertà e della democrazia e quindi del rispetto, dell'accoglienza, dell'inclusione e dell'integrazione - è stata inoltre arricchita dalla presentazione delle attività dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta da parte del Presidente Luigi Di Cuonzo e dalle preziose testimonianze di alcuni istituti scolastici del territorio, che hanno presentato i propri cortometraggi: "Le voci di Murgetta Rossi", della 3^H della "Renato Moro" di Barletta, "Mi chiamo Emidio Mastrodomenico e sono un partigiano" della 1^A dell'Istituto "Dell'Aquila" di San Ferdinando di Puglia e "Il lungo treno della memoria - Storia di donne e uomini", a cura degli studenti del Liceo Classico "Casardi" di Barletta. Nel corso della giornata è stata inoltre presentata (dal Dirigente Scolastico Grazia Ruggiero) l'App "GiudeccAPP", realizzata dagli studenti del Liceo "De Sanctis" di Trani per promuovere e valorizzare la sinagoga-museo Sant'Anna di Trani, mentre la Società di Storia Patria ha mostrato ai presenti uno stralcio della mostra sugli Internati Militari Italiani. Il Coro Stabile "Michele Prudente" dell'Istituto Comprensivo "Bovio-Mazzini" di Canosa di Puglia, diretto dal Professor Francesco Sisti, ha introdotto la cerimonia intonando l'Inno di Mameli e l'Inno alla Gioia ed accompagnato il prosieguo della cerimonia con il canto ebraico "Gam Gam" e con la Preghiera delle Madri. La manifestazione si è conclusa nel chiostro del Palazzo della Prefettura, con la tradizionale accensione della Menorah, da parte del Prefetto Cerniglia, per mantenere viva la memoria dell'offesa inferta all'umanità.
In concomitanza alla cerimonia in Prefettura, il maestro Giuseppe Di Nunno , ricercatore storico della memoria del "Dragone" Giuseppe Lomuscio nel contesto degli Internati Miliari Italiani e nel prezioso legame riscoperto di contatti di " Pace in Europa" con il Museo Kaisersteinbruck di Vienna, sede prossima allo Stammlager XVII A di deportazione del Militare, ha offerto un momento formativo con le Classi di Quinta A e B, C e G, del Liceo "E.Fermi" di Canosa di Puglia (BT) nella condivisione della dirigente scolastica professoressa Nunzia Silvestri e dei professori Caserta Facciolongo, Fusiello, Faretina e Maffione. I giovani studenti del Liceo Fermi, prossimi al traguardo della maturità, con attenzione, interesse e partecipazione hanno condiviso la storia, anche con riferimenti a Canosa e alla fine ignobile della statua di Imbriani, "mutata in strumento bellico" nel 1940. Il maestro Di Nunno, mostrando la falce del padre , anche Lui deportato IMI, e un aratro in ferro in miniatura del canosino Antonio Persichella ha evocato l'insegnamento di un ebreo del V Sec. a. C., Isaia, che nelle Sacre Scritture fa appello ancora oggi: "ed essi forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci…" " ... e i popoli non si eserciteranno più nella guerra".