Archeologia
Acquisita al patrimonio del Comune di Canosa di Puglia l’area archeologica “Giove Toro”
Finalmente torna alla città un sito archeologico di grandissima importanza. Giunge al termine, quindi, l'iter amministrativo iniziato nell'aprile 2012
Canosa - mercoledì 20 marzo 2013
11.32
L'area archeologica "Giove Toro" dal 19 marzo appartiene al Comune di Canosa di Puglia. È stato siglato ieri mattina, presso lo studio notarile di Paolo Porziotta, l'atto di transazione che determina il passaggio dell'area archeologica dalla curatela fallimentare dell'impresa che ne aveva il possesso (Angelo e Carmine Notargiacomo) al Comune di Canosa. Sono intervenuti l'assessore alla Cultura e Archeologia, Sabino Facciolongo, il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune, Sabino Germinario, il consigliere comunale Nino Imbrici, e gli avvocati delle due controparti: Sabino Palmieri, per conto del Comune di Canosa e Vincenzo Monterisi, per conto della curatela fallimentare.
Giunge al termine, quindi, l'iter amministrativo iniziato nell'aprile 2012 (con delibera di Giunta n. 108 del 23 aprile 2012) e proseguito con l'atto approvato all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 1 febbraio, che ha determinato l'acquisizione al patrimonio del Comune di Canosa di Puglia dell'area archeologica di via Imbriani. Il Consiglio comunale ha infatti preso atto della autorizzazione rilasciata dalla Sezione civile del Tribunale di Trani, con provvedimento del 3 luglio 2012, in ordine alla transazione e al conseguente trasferimento dell'area al Comune.
"Finalmente torna alla città un sito archeologico di grandissima importanza, per la conoscenza dell'antica Canusium di età imperiale – ha ribadito l'assessore alla Cultura e Archeologia, Sabino Facciolongo - ; si tratta di un complesso unico in tutta la Puglia, risalente all'età Antonina, simile solo al noto "tempio di Adriano" di Roma".
"Ora il Comune – ha aggiunto il sindaco Ernesto La Salvia -, potrà procedere a concorrere all'assegnazione di fondi pubblici e privati per il recupero, valorizzazione e trasformazione dell'area in Parco Archeologico. L'acquisizione ci permetterà, d'intesa con la Fondazione Archeologica Canosina ed altri enti che vi vorranno contribuire, di attivare tutte le procedure di finanziamento finalizzate al recupero e alla valorizzazione del sito, che così potrà essere pienamente fruibile da tutti i cittadini di Canosa e dai turisti che vorranno visitarlo".
IL TEMPIO DI ETÀ IMPERIALE
Si tratta di un imponente tempio periptero, con dieci colonne sui lati lunghi e sei sulla fronte e sul retro, al quale si accedeva attraverso un ampia scalinata. L'edificio era compreso in un grande spazio porticato, cui si accedeva probabilmente da un propileo.
Il tempio misura attualmente in lunghezza 27,77 m.;16,54 m. in larghezza e 3,39 m. in altezza. Il podio, in opera laterizia poggiava su una piattaforma di quasi 5 m. costruita in tufelli e filari di laterizi, presenta le tracce dell'impostazione dei muri della cella, nonché di tombe a fossa che invasero l'area quando il tempio cessò la sua funzione. L'edificazione del tempio è attribuibile all'opera di munificenza del senatore Erode Attico al tempo della deduzione a colonia del municipio canosino nel 141-142 dopo Cristo, sotto il principato di Antonino Pio. Il tempio, al momento dell'abbandono, fu depredato della ricca decorazione architettonica in marmo proconnesio di cui rimangono numerose testimonianze frammentarie come capitelli corinzio asiatici, frammenti di colonne di granito della Triade, di architravi e cornici finemente scolpiti.
LA DOMUS DI ETÀ REPUBBLICANA
Durante le ricerche archeologiche, in corrispondenza dello spigolo SO dell'edificio di culto sono stati messi in luce alcuni ambienti relativi a strutture abitative che conservavano ancora frammenti di pareti affrescate e resti di pavimento a mosaico. Si tratta di una domus del quartiere residenziale di età municipale (I sec. a.C. – II sec. d.C.), intercettata e sepolta dalle fondazioni del tempio in seguito alla nuova progettazione urbanistica dell'area al tempo della colonia dedotta dall'imperatore Antonino Pio (141-142 d.C.). Gli affreschi, successivamente restaurati e collocati su supporti mobili, sono attualmente conservati a Canosa in Palazzo Sinesi, sede della Fondazione Archeologica Canosina e della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia.
LA FASE PALEOCRISTIANA
Sono emerse dallo scavo strutture successive al tempio e presumibilmente attribuibili alla fase paleocristiana della città, ipotesi confortata dalla presenza dei noti mattoni sui quali è leggibile il monogramma del santo vescovo Sabino (VI sec. d.C.), oltre che da una formella in terracotta sulla quale sono ben leggibili evidenti simboli cristiani. L'ultima fase di utilizzo dell'area è caratterizzata dalla presenza di tombe, soprattutto infantili, che invasero gli spazi disponibili, proprio come avvenne nell'ultima fase di utilizzo delle altre aree paleocristiane cittadine, come la basilica di San Leucio e il battistero di San Giovanni.
Dalle ricerche archeologiche condotte negli anni ottanta sono pertanto emerse strutture precedenti la costruzione del tempio, avvenuta in età antonina (II sec. d.C.), e altre successive allo stesso, che fanno di questa area una importantissima e ricchissima fonte di informazioni sulle fasi di trasformazione urbana della Canosa antica.
Cenni storici sull'area archeologica di Giove Toro: (Fonte: www.canosaweb.it)
ufficio stampa
Francesca Lombardi
Giunge al termine, quindi, l'iter amministrativo iniziato nell'aprile 2012 (con delibera di Giunta n. 108 del 23 aprile 2012) e proseguito con l'atto approvato all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 1 febbraio, che ha determinato l'acquisizione al patrimonio del Comune di Canosa di Puglia dell'area archeologica di via Imbriani. Il Consiglio comunale ha infatti preso atto della autorizzazione rilasciata dalla Sezione civile del Tribunale di Trani, con provvedimento del 3 luglio 2012, in ordine alla transazione e al conseguente trasferimento dell'area al Comune.
"Finalmente torna alla città un sito archeologico di grandissima importanza, per la conoscenza dell'antica Canusium di età imperiale – ha ribadito l'assessore alla Cultura e Archeologia, Sabino Facciolongo - ; si tratta di un complesso unico in tutta la Puglia, risalente all'età Antonina, simile solo al noto "tempio di Adriano" di Roma".
"Ora il Comune – ha aggiunto il sindaco Ernesto La Salvia -, potrà procedere a concorrere all'assegnazione di fondi pubblici e privati per il recupero, valorizzazione e trasformazione dell'area in Parco Archeologico. L'acquisizione ci permetterà, d'intesa con la Fondazione Archeologica Canosina ed altri enti che vi vorranno contribuire, di attivare tutte le procedure di finanziamento finalizzate al recupero e alla valorizzazione del sito, che così potrà essere pienamente fruibile da tutti i cittadini di Canosa e dai turisti che vorranno visitarlo".
IL TEMPIO DI ETÀ IMPERIALE
Si tratta di un imponente tempio periptero, con dieci colonne sui lati lunghi e sei sulla fronte e sul retro, al quale si accedeva attraverso un ampia scalinata. L'edificio era compreso in un grande spazio porticato, cui si accedeva probabilmente da un propileo.
Il tempio misura attualmente in lunghezza 27,77 m.;16,54 m. in larghezza e 3,39 m. in altezza. Il podio, in opera laterizia poggiava su una piattaforma di quasi 5 m. costruita in tufelli e filari di laterizi, presenta le tracce dell'impostazione dei muri della cella, nonché di tombe a fossa che invasero l'area quando il tempio cessò la sua funzione. L'edificazione del tempio è attribuibile all'opera di munificenza del senatore Erode Attico al tempo della deduzione a colonia del municipio canosino nel 141-142 dopo Cristo, sotto il principato di Antonino Pio. Il tempio, al momento dell'abbandono, fu depredato della ricca decorazione architettonica in marmo proconnesio di cui rimangono numerose testimonianze frammentarie come capitelli corinzio asiatici, frammenti di colonne di granito della Triade, di architravi e cornici finemente scolpiti.
LA DOMUS DI ETÀ REPUBBLICANA
Durante le ricerche archeologiche, in corrispondenza dello spigolo SO dell'edificio di culto sono stati messi in luce alcuni ambienti relativi a strutture abitative che conservavano ancora frammenti di pareti affrescate e resti di pavimento a mosaico. Si tratta di una domus del quartiere residenziale di età municipale (I sec. a.C. – II sec. d.C.), intercettata e sepolta dalle fondazioni del tempio in seguito alla nuova progettazione urbanistica dell'area al tempo della colonia dedotta dall'imperatore Antonino Pio (141-142 d.C.). Gli affreschi, successivamente restaurati e collocati su supporti mobili, sono attualmente conservati a Canosa in Palazzo Sinesi, sede della Fondazione Archeologica Canosina e della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia.
LA FASE PALEOCRISTIANA
Sono emerse dallo scavo strutture successive al tempio e presumibilmente attribuibili alla fase paleocristiana della città, ipotesi confortata dalla presenza dei noti mattoni sui quali è leggibile il monogramma del santo vescovo Sabino (VI sec. d.C.), oltre che da una formella in terracotta sulla quale sono ben leggibili evidenti simboli cristiani. L'ultima fase di utilizzo dell'area è caratterizzata dalla presenza di tombe, soprattutto infantili, che invasero gli spazi disponibili, proprio come avvenne nell'ultima fase di utilizzo delle altre aree paleocristiane cittadine, come la basilica di San Leucio e il battistero di San Giovanni.
Dalle ricerche archeologiche condotte negli anni ottanta sono pertanto emerse strutture precedenti la costruzione del tempio, avvenuta in età antonina (II sec. d.C.), e altre successive allo stesso, che fanno di questa area una importantissima e ricchissima fonte di informazioni sulle fasi di trasformazione urbana della Canosa antica.
Cenni storici sull'area archeologica di Giove Toro: (Fonte: www.canosaweb.it)
ufficio stampa
Francesca Lombardi