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Adozioni internazionali: storia a lieto fine per una coppia polignanese

Dopo cinque anni, abbraccia il figlio adottivo bielorusso

Quando si pensava che la burocrazia e lo sfinimento erano in procinto di prendere il sopravvento sulla voglia di adottare di due genitori polignanesi, è arrivata la buona notizia. Dopo cinque anni di documenti, visite mediche ripetute, adempimenti burocratici e soldi versati, una coppia di polignanesi è riuscita a realizzare il sogno di accogliere, questa volta per sempre, il bambino bielorusso con cui avevano un legame speciale ormai da anni, uguale a quello che si crea tra genitori e figlio. È dalla tragedia di Chernobyl dell'86 che tra il nostro Paese e la Bielorussia si è creato un ponte di solidarietà che ha visto migliaia di famiglie, in tutta Italia, accogliere bambini bielorussi orfani o bambini le cui famiglie non potevano permettersi di sostenere i costi delle cure per i propri figli. Da lì, in molti casi, è "scoccata la scintilla" e molte coppie hanno deciso di adottare uno dei minori accolti, grazie anche all'unico accordo bilaterale sulle adozioni internazionali che la Bielorussia ha siglato ad oggi, proprio con l'Italia. Tra queste, c'è anche la coppia di Polignano che dopo aver conosciuto un bambino di 7 anni nel 2012, è stata catturata dal suo affetto e ha deciso di avviare le pratiche per l'adozione. "Per noi è stata una scelta naturale parla commosso il padre, 37enne polignanese - dopo aver avuto il piacere di accogliere il nostro bambino negli ultimi cinque anni, tre mesi in estate e un mese in inverno. Purtroppo, non è stato affatto facile vista l'assoluta assenza di supporto da parte dello Stato italiano. Spesso ci siamo sentiti soli davanti ad una procedura estenuante e complessa ma che alla fine si dimentica in fretta dinanzi alla soddisfazione di poter abbracciare tuo figlio. È un'esperienza che consiglio a tutti, con l'auspicio che lo Stato italiano faccia qualcosa per rendere più agevole l'iter adottivo".

Dello stesso parere è il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), membro della commissione affari esteri, il quale da ormai quattro anni si occupa di adozioni internazionali e delle difficoltà dei genitori di tutta Italia nel portare a termine un'adozione internazionale. "La chiamata dei genitori polignanesi mi ha commosso – dichiara Scagliusi – Devo ringraziare loro perché, per primi, mi hanno segnalato la situazione in cui versa il mondo delle adozioni internazionali in Italia. La loro storia mi ha permesso di approfondire la questione e rendermi conto di quanto inefficiente sia la gestione della Commissione Adozioni Internazionali (CAI), l'ente pubblico che si occupa di adozioni internazionali in Italia. È dal mio ingresso in Parlamento – continua il deputato polignanese – che in tutti i modi ho cercato un dialogo con la ex presidente Silvia Della Monica e con l'attuale presidente Maria Elena Boschi ma ho trovato davanti a me un muro di omertà e di arroganza. Non è un caso che le adozioni internazionali siano calate del 50% in Italia negli ultimi 5 anni. Per fortuna, nel caso della coppia polignanese, è stato sufficiente sentire l'ambasciatore italiano che ho conosciuto in un mio precedente viaggio istituzionale a Minsk per essere rassicurato sul fatto che la procedura fosse in dirittura d'arrivo. Da lì a poche ore, le informazioni sono state confermate dalla telefonata gioiosa dei miei concittadini. Li ringrazio a nome della comunità per il loro bel gesto e sono fiero di poterlo sottolineare. Quello che hanno fatto questi due genitori, nonostante le difficoltà incontrate, è la dimostrazione che l'amore non conosce confini, né biologici e né geografici.Purtroppo, a seguito dell'esito del referendum, - conclude Emanuele Scagliusi (M5S) - immagino che i prossimi saranno mesi di ulteriore stallo per la CAI. Spero che con il nuovo Governo ci sarà maggiore attenzione verso questi genitori, la cui generosità andrebbe sostenuta, non ignorata. Noi del M5S ce la stiamo mettendo tutta".
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