Eventi e cultura
Al via il Festival della Letteratura Mediterranea
Dall’arte alla fotografia nel segno dell’FLM-LAB
Puglia - martedì 20 settembre 2016
7.06
Ha preso il via con "Derive", l'installazione artistica di Antonio Maria Pecchini, inaugurata domenica scorsa all'interno della Torre della Regina della Fortezza Svevo-Angioina di Lucera(FG), la parte Lab del Festival della Letteratura Mediterranea organizzata in collaborazione con Salvatore Lovaglio e l'Associazione Mecenate. L'FLM-LAB mette in connessione idee, attività, linguaggi e spazi, perché Lucera è un laboratorio artistico. Come il Mediterraneo, crocevia di culture che imparano il dialogo e la ricchezza comune. "Urban land art", il workshop di costruzioni in materiale naturale, curato dal gruppo LAN_Laboratorio Architetture Naturali - che è stato presentato, lunedì 19 settembre scorso, nella sala conferenze della Biblioteca Comunale S. Pasquale - prende spunto dalle considerazioni artistiche relative all'installazione "Derive", per esplorare il tema del Festival Il segno ci fa umani attraverso l'architettura legata alla cultura dell'eco-sostenibilità, del consumo consapevole e dell'etica sociale. Il terzo step dell'FLM-LAB vedrà protagonista la fotografia con l'inaugurazione, martedì 20 settembre alle ore 19.30 nella Biblioteca Comunale San Pasquale, della mostra "Another step and you're elsewhere" di Danilo Balducci. Docente di fotografia e reportage presso l'Accademia di Belle Arti di L'Aquila e vincitore di diversi premi nazionali e internazionali, Danilo Balducci è sempre stato affascinato dalla fotografia e dal potere comunicativo delle immagini. Il reportage e la fotografia sociale sono tra i suoi interessi principali. Di lui Rinaldo Alvisi, presidente del Comitato Scientifico FIOF scrive: "…si è letteralmente immerso nella storia. Nel fluire della migrazione degli uomini. Una cascata di sofferenze, di sentimenti che il 'nostro' è riuscito a fermare per un minuscolo istante, che durerà per sempre, senza cadere nel pietismo di maniera. L'immersione di Balducci è totale, sempre in apnea fotografica, sempre al livello degli uomini ripresi. La conoscenza della vicenda umana dei migranti. I quali, nelle fotografie di Danilo Balducci, non dimenticano mai la propria dignità di appartenenza, che esplode letteralmente all'interno delle nostre povere etichette".