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Vita di città

Antonio Damiano: l'ospedale sotto casa, chi non lo vorrebbe?

Nunzio Valentino, mi pare persona informata e avveduta. Sono negativamente sorpreso dal suo ultimo scritto

Ho avuto modo di leggere qualche post di Nunzio Valentino, mi pare persona informata e avveduta; non so, con precisione, quale lavoro faccia ma mi è parso di capire che ha occupazione di una qualche responsabilità.
Persona insomma che ha dimestichezza con il bene comune e la cosa pubblica.

Per quanto detto, sono negativamente sorpreso dal suo ultimo scritto su canosaweb, un po' retorico, e nel merito da iscriversi nella ormai sterminata schiera degli inni alla universale guerra dei micro-egoismi.
Con lo stesso spirito con cui un famoso attore satirico, con voluta irriverenza e gustoso paradosso, fa dire a Bossi che il Papa immigrato è un Papa che ruba il lavoro ai Papi italiani, è trattato, e non solo da Nunzio Valentino, l'affaire " Chiusura dell'Ospedale".

Sono mesi oramai che Il Sindaco, l'ex Sindaco, il candidato Sindaco sconfitto, "B619" con tutto l'ambaradan a seguire si sono mossi in "lieta schiera a pugnar contro lo nemico", con tutte le precisazioni, rimbalzi di colpe, medaglie, meriti ed allori del caso, affinché, non solo l'ospedale non chiuda, ma che addirittura se ne potenzi la struttura, infischiandosene di qualsiasi sia pur legittima norma e regola che contraddica il sacrosanto principio "L'ospedale sotto casa".
Parlando alla pancia della gente si è aperto il festival del chi "la dura la vince", caratterizzato da un radicalismo mostrato con atti di "codardo oltraggio", di una occupazione del nostro nosocomio senza alcun ardimento, poiché il tiranno (la concezione di bene comune) contro cui si combatte non offende, ne può offendere , e compensata da "servo encomio" da parte di cittadini portatori di desideri scontati ( ospedale sotto casa, chi non lo vorrebbe!).
La predetta schiera, le cui fazioni interne, alcune delle quali tra loro contrapposte, tentano di accaparrarsi l'intero merito dell'eroica comune battaglia cercando di contrabbandare l'altrui intenzione come fittizia e strumentale ( egoismo nell'egoismo), si è appostata sui bastioni della città, in attesa dei nemici su cui versare olio bollente se dovessero tentare di toccare con un solo dito l'ospedale.

Con sortite tattiche, tramite incursioni nei confronti dell'Ente Regione, cui si annette ogni responsabilità di voler mortificare la possibilità che andrebbe offerta a chiunque di curarsi a casa propria, invocando maldestramente principi costituzionali, la "Felice schiera" supportata Ahimè anche dal Consiglio Comunale cerca di ottenere, approfittando del momento elettorale, che l'ospedale resti quello del 2010.
Che poi l'ospedale sia cultura mi piacerebbe che Nunzio Valentino ne specificasse il senso.

Si riferisce alla scienza medica ( ai luminari che sono fuggiti: Dott. Vincenzi) oppure alla tradizione nella gestione sanitaria (i comitati di gestione)? Non sono un esperto della sanità ma vi chiedo se la comunità di riferimento su cui (sarebbe più corretto) ragionare sia non il Comune bensì il territorio regionale, cui leggi nazionali hanno imposto severi tagli alla spesa sanitaria indotte da ogni tipo di dissipazione, e se il bene comune (autentico) sia la salute e non L'ospedale sotto casa.

Non è affatto automatico che maggiori posti letto sotto casa significhino maggior salute.
Una discarica mal controllata sul territorio o una poco accurata attività di prevenzione seppur corredata da una ingente quantità di posti letto di immediata fruizione, non servirebbe ad ottenere più salute, ma semmai un più confortevole passaggio a miglior vita.

Bisognerebbe dire con estrema chiarezza e precisione, per dissipare il dubbio che il tutto serva ad annettersi meriti che nulla hanno a che fare con la salute ma che potrebbero rivelarsi utili a fini di consenso da spendere politicamente ed elettoralmente ovvero a salvaguardia di posti di lavoro (che è cosa rispettabilissima ma senz'altro diversa), come e sopratutto perchè, nel riordino, l'Ente Regione persegua pervicacemente l'obiettivo di penalizzarci in ogni modo e senza ragione.

E' questo ultimo un punto fondamentale che se non ben dimostrato rende l'intera operazione ambigua. L'onere della prova è naturalmente a carico di B619.
La media di 3,7 o 3,2 (o quel che sia) posti letto per mille abitanti, affatto rispettata dalla Regione per il nostro territorio, in quanto media si tratta di un valore indicativo di un fenomeno che nei suoi accadimenti particolari potrebbe scostarsi molto dal suo valore, medio appunto.

L'esempio che segue è banale ma calzante: se io mi mangio un intero pollo e tu non ne mangi affatto per la media statistica ne abbiamo mangiato metà per uno.
Se nel territorio di san Giovanni Rotondo per la presenza in quel territorio del famosissimo nosocomio "Casa Sollievo della Sofferenza" il numero dei posti letto sia ben più alto della media regionale ( non lo so, pur essendo plausibile che sia così, ma immaginiamo che verosimilmente sia così), è evidente che per compensare il numero più elevato di posti letto da qualche altra parte lo stesso dovrà essere ridotto al di sotto della media.

A questo punto non posso pensare che ci siano persone assennate le quali possano dire essere di maggior beneficio depauperare strutture del pregio della "Casa Sollievo delle Sofferenza" per potenziare territori meno pregiati da un punto di vista sanitario,ad esempio, come il nostro.
Non voglio tediarvi ancora, ma spero che adesso non se la prendano con San Pio Padre.

Antonio Damiano
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