Territorio
ASL BT: la cenerentola tra le ASL pugliesi
Il Governo Nazionale continua a mantenere la nostra Regione sotto “piano di rientro”
BAT - venerdì 31 gennaio 2014
10.08
«In questi ultimi giorni c'è un gran parlare dell'accordo regionale avvenuto il 26 gennaio 2012 con le Organizzazioni Sindacali, poi approvato dalla Giunta Regionale con delibera 486 del 13 marzo 2012 finalizzato all'abbattimento delle "liste di attesa" riferite a specifiche prestazioni sanitarie ( ECG, visite cardiologiche,, campo visivo,elettromiografia, ecografie, TAC, Risonanza Magnetica etcc..)». Scrive così Michele Gorgoglione, segretario aziendale Fp Cgil ASL BT.
«La Giunta Regionale ha messo a disposizione dell'ASL BT due milioni di euro, ma per una serie di problemi legati al rispetto del regolamento applicativo per l'utilizzo di tali fondi, solo in parte potranno essere utilizzati ed i restanti saranno persi dalla nostra ASL per tornare in Regione. Siamo consapevoli che per questa situazione La Direzione Generale dell'ASL BT non ha colpe, in quanto tali somme sono legate a vincolo di bilancio e pertanto alla Regione Puglia chiediamo di poter creare le condizioni affinchè il finanziamento residuo possa restare nella nostra ASL e servire per poter assumere altro personale e potenziare l'offerta sanitaria dell'ASL BT.
Tale richiesta ci sembra legittimata da una serie di considerazioni che dimostrano come il cittadino-lavoratore-utente dell'ASL della Provincia BAT continua a subire, a vario livello delle vere e proprie discriminazioni. La prima discriminazione il cittadino della Provincia BAT la riceve dal Governo Nazionale. E' bene ricordare che la quota pro-capite che riceviamo per la spesa sanitaria è di circa 1500 euro a differenza di quanto viene dato agli altri cittadini delle altre Regioni d'Italia che è di media circa 1900 euro.
Non bisogna dimenticare che il Governo Nazionale continua a mantenere la nostra Regione sotto "piano di rientro" con tutte le restrizioni e vincoli che ne derivano e di conseguenza penalizzano il cittadino pugliese non mettendolo nella condizione di ottenere una offerta sanitaria pari a quello di altre Regioni italiane. Ancora una penalizzazione il cittadino e il lavoratore dell'ASL BT della Provincia BAT la riceve dalla Regione Puglia per quanto riguarda la percentuale di calcolo per l'attribuzione dei posti letto, per la nostra ASL è consentito 1,7 posti letto ogni mille abitanti, mentre nelle altre ASL pugliesi l'indice è di media 3 posti letto ogni 1000 abitanti. Non ci dobbiamo certo dimenticare che il cittadino lavoratore dell'ASL BT si è visto chiudere 2 ospedali (Minervino e Spinazzola) e depotenziare altri due (Canosa e Trani).
In questo contesto negli ospedali della BAT il numero degli infermieri, operatori socio-assistenziali e degli operatori addetti alle pulizie continua ad essere insufficiente, al punto che molti dipendenti, per carenza di personale, non riescono a poter andare in ferie, quando ne hanno esigenza, e pur di garantire i livelli essenziali di assistenza, effettuano turni di servizio con elevati carichi di lavoro. Dopo tutti questi sacrifici occorre una svolta a 360° che vada finalmente a porre in essere una nuova politica sanitaria che non debba essere fatta non più con tagli lineari e valutazioni di pura ragioneria contabile ma che sia impostata su un cambiamento strutturale, concentrando l'attenzione non sul numero dei servizi sanitari offerti ma sulla qualità dei servizi erogati».
«La Giunta Regionale ha messo a disposizione dell'ASL BT due milioni di euro, ma per una serie di problemi legati al rispetto del regolamento applicativo per l'utilizzo di tali fondi, solo in parte potranno essere utilizzati ed i restanti saranno persi dalla nostra ASL per tornare in Regione. Siamo consapevoli che per questa situazione La Direzione Generale dell'ASL BT non ha colpe, in quanto tali somme sono legate a vincolo di bilancio e pertanto alla Regione Puglia chiediamo di poter creare le condizioni affinchè il finanziamento residuo possa restare nella nostra ASL e servire per poter assumere altro personale e potenziare l'offerta sanitaria dell'ASL BT.
Tale richiesta ci sembra legittimata da una serie di considerazioni che dimostrano come il cittadino-lavoratore-utente dell'ASL della Provincia BAT continua a subire, a vario livello delle vere e proprie discriminazioni. La prima discriminazione il cittadino della Provincia BAT la riceve dal Governo Nazionale. E' bene ricordare che la quota pro-capite che riceviamo per la spesa sanitaria è di circa 1500 euro a differenza di quanto viene dato agli altri cittadini delle altre Regioni d'Italia che è di media circa 1900 euro.
Non bisogna dimenticare che il Governo Nazionale continua a mantenere la nostra Regione sotto "piano di rientro" con tutte le restrizioni e vincoli che ne derivano e di conseguenza penalizzano il cittadino pugliese non mettendolo nella condizione di ottenere una offerta sanitaria pari a quello di altre Regioni italiane. Ancora una penalizzazione il cittadino e il lavoratore dell'ASL BT della Provincia BAT la riceve dalla Regione Puglia per quanto riguarda la percentuale di calcolo per l'attribuzione dei posti letto, per la nostra ASL è consentito 1,7 posti letto ogni mille abitanti, mentre nelle altre ASL pugliesi l'indice è di media 3 posti letto ogni 1000 abitanti. Non ci dobbiamo certo dimenticare che il cittadino lavoratore dell'ASL BT si è visto chiudere 2 ospedali (Minervino e Spinazzola) e depotenziare altri due (Canosa e Trani).
In questo contesto negli ospedali della BAT il numero degli infermieri, operatori socio-assistenziali e degli operatori addetti alle pulizie continua ad essere insufficiente, al punto che molti dipendenti, per carenza di personale, non riescono a poter andare in ferie, quando ne hanno esigenza, e pur di garantire i livelli essenziali di assistenza, effettuano turni di servizio con elevati carichi di lavoro. Dopo tutti questi sacrifici occorre una svolta a 360° che vada finalmente a porre in essere una nuova politica sanitaria che non debba essere fatta non più con tagli lineari e valutazioni di pura ragioneria contabile ma che sia impostata su un cambiamento strutturale, concentrando l'attenzione non sul numero dei servizi sanitari offerti ma sulla qualità dei servizi erogati».