Emiliano disabilità
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Amministrazioni ed Enti

Assegni di cura: per la disabilità e la non autosufficienza

Emiliano e Ruggeri hanno incontrato DG ASL e associazioni


Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, insieme con l'assessore al welfare Salvatore Ruggeri, ha incontrato ieri pomeriggio, nella sede della Presidenza a Bari, i direttori generali delle sei Asl pugliesi e i rappresentanti delle Associazioni che compongono il tavolo tecnico regionale per le disabilità. Obiettivo degli incontri, la condivisione dello stato di avanzamento dell'attività istruttoria delle domande per la seconda annualità degli Assegni di cura (il monitoraggio da parte degli uffici regionali è quindicinale) e il punto sulla spesa sociale complessiva che la Regione Puglia mette a disposizione per la disabilità e la non autosufficienza. "È stato un incontro positivo – ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano nel quale abbiamo aggiornato tutte le associazioni interessate all'assegno di cura dell'andamento delle visite per la composizione della graduatoria e per le erogazioni. Ovviamente non è semplice perché purtroppo c'è qualcuno che ha scambiato l'assegno di cura per disabili gravi e gravissimi per una specie di reddito di cittadinanza. Moltissima gente si è inserita avendo alle spalle situazioni che non sono quelle per le quali l'assegno di cura è stato predisposto. Voglio dire a queste persone che, oltre che a complicare molto l'erogazione per quelle famiglie più bisognose avendo casi più gravi, loro possono fare riferimento ad un'altra misura che abbiamo messo a disposizione e cioè, al reddito di dignità che consente al caregiver, ossia il familiare che si occupa del proprio congiunto disabile, di poter avere insieme il reddito di dignità e la formazione specifica".

"Ci sono altre misure – ha proseguito Emiliano – che si utilizzano in questo caso, mi riferisco ai buoni di servizio che consentono a molte famiglie di gestire soprattutto i casi di autismo o di altre gravi disabilità dei minori. E poi c'è un altro progetto molto importante, quello sulla vita indipendente, che consente a ciascun disabile grave di poter costruire un progetto di vita autonomo. Insomma, sulla disabilità grave e gravissima non ci sono solo gli assegni di cura, che impegnano quest'anno quasi 35milioni di euro, ma ci sono altri strumenti. È importante quindi informarsi bene presso le Asl, presso i medici di famiglia e i Caf". Nel corso degli incontri infatti il Presidente Emiliano ha fatto anche il punto sul dato complessivo della spesa sociale per la disabilità e la non autosufficienza che vede la Regione Puglia in ottima posizione rispetto alle altre regioni. Solo nel 2018, la spesa sociale per le altre misure per la disabilità è stata di oltre 100 milioni di euro con una platea di beneficiari, tra anziani e disabili, che supera le 11.000 persone. Ricordiamo che nel 2010 la spesa complessiva in ambito è stata di appena 20 milioni di euro. "Abbiamo avuto la possibilità – ha continuato il Presidente Emilianodi investire 62mln di euro. Quest'anno purtroppo abbiamo potuto attingere molte meno somme dal fondo nazionale della disabilità. La Regione Puglia, che è tra le regioni che finanzia di più l'assegno di cura in Italia, sta facendo uno sforzo enorme. Devo dire, però, che la civiltà e la maturità del tavolo di oggi ci hanno consentito di affrontare tutte queste materie come se loro governassero assieme a noi la Regione Puglia. Questo significa partecipare e condividere le scelte".

L'assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri ha aggiunto "Ringraziamo le Asl e tutta la struttura regionale per lo sforzo organizzativo messo in atto per istruire le quasi 15mila domande di assegni di cura pervenute entro il 22 novembre scorso. Adesso siamo al lavoro affinché in tempi ristretti si possano erogare le somme a favore dei primi beneficiari della stessa misura. Il lavoro è partito bene ma siamo consapevoli che la strada da percorrere è ancora lunga. Il nostro impegno a favore delle fasce più deboli della popolazione, soprattutto a favore di chi soffre a causa di gravi disabilità, continua e non verrà meno in nessun momento, come dimostra anche il dato crescente della spesa complessiva in ambito sociale passata a oltre 100 milioni di Euro nel 2018 che ci ha consentito di raggiungere 11mila beneficiari tra anziani e disabili".

A fronte di 14.789 domande pervenute al 22.11.2018, entro il mese di dicembre tutte le domande sono state istruite per l'ammissibilità amministrativa, sulla base dei dati disponibili sulle piattaforme informatiche regionali, nel mese di gennaio tutte le ASL hanno avviato le seguenti attività: verifica amministrativa delle domande (con conferimento diretto con i cittadini, per documentazione integrativa rispetto ai dati da sistema);valutazioni sanitarie per l'ammissibilità a beneficio;provvedimenti amministrativi di ammissione e finanziamento. Le risorse disponibili, passate da 25 milioni a 35 milioni di euro, con l'approvazione dell'integrazione di 10 milioni nel Bilancio di Previsione 2019 approvato a fine anno, consentiranno di accogliere fino a circa 3.300 domande cioè il 22% circa delle domande presentate, con la distribuzione tra ASL. Tutte le domande presentate, rispetto alla attribuzione dei punteggi provvisori, figurano oltre 11.400 domande che non fruiscono di alcuna prestazione sanitaria domiciliare né di prestazioni domiciliari di riabilitazione, e che quindi in larga parte fanno riferimento a profili di non autosufficienza non gravissima. Le valutazioni sanitarie in corso consentiranno di individuare tra queste, ad esempio, le situazioni di minori con disturbi gravi dello spettro autistico, che non ricevano altre prestazioni sanitarie, e che potranno essere ammesse ad Assegni di cura. Al 31 gennaio 2019 le ASL tutte hanno già avviato l'istruttoria, con la lavorazione di quasi il 36% delle domande prioritarie o riguardanti le situazioni più gravi, e più in generale circa il 20% delle domande presentate. Sono emerse già 547 domande ammesse al beneficio, con molti provvedimenti di ammissione già adottati. I risultati sono in corso di caricamento su piattaforma per la visualizzazione su piattaforma. Nelle ultime settimane l'attività è andata avanti, tanto che ad esempio per la ASL di Lecce gli ammessi sono passati da 141 a 251 e solo il 40% le domande già lavorate. Entro fine settimana si completerà il monitoraggio su tutte le ASL.


L'Assegno di cura non è l'unica misura per la disabilità e la non autosufficienza che la Regione Puglia promuove e realizza. Negli ultimi anni la spesa complessiva in ambito sociale è cresciuta in modo significativo, passando da appena 20 milioni di euro nel 2010 a oltre 100 milioni di euro nel 2018 e con una platea di beneficiari, tra anziani e disabili, che supera le 11.000 persone. La spesa sociale è allocata su Assegni di cura, buoni servizio per compartecipare le rette dei centri diurni per disabili e anziani e delle prestazioni SAD e ADI, assistenza specialistica e trasporto scolastico per gli alunni disabili, i progetti per la vita indipendente. E a questo si aggiungono le prestazioni erogate direttamente dai Comuni nell'ambito dei Piani Sociali di Zona con le risorse trasferite dalla Regione a valere su FNA, FNPS, Fondi regionali per la programmazione sociale ordinaria. Alle 11.000 persone che ricevono prestazioni socioassistenziali, si devono aggiungere 8.944 pazienti che ricevono prestazioni domiciliari sanitarie di II e III livello su tutto il territorio regionale, pur con significative differenze tra ASL [es: ASL BR 5,28/1000 ab., ASL BA 0,64/1000 ab., media regionale 2,20/1000 ab.].

Va evidenziato che tutte le altre misure finanziate con fondi regionali – ad eccezione degli assegni di cura - sono misure che o presuppongono la rendicontazione dell'intero contributo fruito o presuppongono l'erogazione direttamente alle unità di offerta che forniscono il servizio ai cittadini richiedenti e intestatari dei benefici. Per tutte queste misure il numero di domande che annualmente pervengono è molto vicino alle domande che sono accolte sulla base delle risorse disponibili. Solo per assegni di cura il numero di domande presentate è cinque volte superiore al numero di domande finanziabili: si tratta anche della unica misura per la quale non è previsto alcun controllo sulla spesa e, purtroppo, anche della spesa che più rischia di alimentare forme di lavoro irregolare e di lavoro di cura non riconoscibile ai fini della qualificazione professionale dei caregiver impegnati.
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