Cronaca
Auto rubate: 10 arresti in provincia di Foggia
Operazione “Cannibal cars” della Polizia Stradale di Bari
Puglia - giovedì 21 gennaio 2021
14.49
Scoperta dalla Polizia Stradale di Bari un'organizzazione criminale specializzata nella ricettazione e nel riciclaggio di veicoli e parti di ricambio, che produceva un giro d'affari di oltre 100 mila euro mensili. A conclusione dell'operazione "Cannibal cars" i poliziotti hanno arrestato 10 persone tutte residenti in provincia di foggia tra cui cinque stranieri. L'attività investigativa che ha avuto inizio a giugno del 2019, a seguito dei controlli amministrativi nelle autodemolizioni, soprattutto in provincia di Foggia nelle zone di Cerignola, Stornara e Orta Nova, ha permesso di identificare e stabilire i ruoli di tutti i componenti dell'associazione e di recuperare parte dei beni. In particolare, gli indagati acquistavano i veicoli rubati dalle cosiddette "squadre" operanti sul territorio, per poi provvedere allo smontaggio e allo smembramento degli stessi, allo stoccaggio e alla prezzatura delle singole parti e di occuparsi, infine, sia della vendita diretta sia online dei ricambi anche sul mercato internazionale.
In questo contesto si distinguevano un trentenne detto "lo zingaro" e sua moglie che si occupavano di trasportare i veicoli e le parti rubate (specie nella provincia di Barletta Andria Trani); ad "Alì", cinquantottenne, era affidato il ruolo di custode, magazziniere e corriere al dettaglio dei ricambi riciclati, mentre un trentottenne, detto "biondo", è risultato il primo consulente e fiancheggiatore del "Capo" nel suo ruolo di contabile ed intermediario con il mercato estero. Ad altri malviventi, destinatari anch' essi di misure cautelari, sono stati contestati invece solo singoli reati. Nello specifico, il gruppo degli stranieri si occupava non solo della guardiania dei depositi dei ricambi e del trasporto con staffette dei componenti dai siti di smontaggio a quelli di stoccaggio, ma anche di una sorta di controllo di qualità sui pezzi da immettere sul mercato dopo averli ripulirli definitivamente di ogni apparente etichetta che potesse ricondurli ai veicoli di appartenenza.
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno scoperto anche un caveau, protetto da porta telecomandata, all'interno del quale erano custodite le componenti di ricambio più delicate e costose come centraline e altra componentistica elettronica. Inoltre, con il rinvenimento di un libro mastro dove erano annotate le quantità e i prezzi dei componenti commercializzati sia sul mercato estero (soprattutto in Polonia) che su quello locale, i poliziotti hanno stimato il giro di affari del gruppo in oltre 100 mila euro mensili. Al termine dell'operazione, per la quale sono stati impiegati circa 80 uomini, nei confronti degli indagati è stato anche notificato un decreto di sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca, per un controvalore di circa 270 mila euro.
In questo contesto si distinguevano un trentenne detto "lo zingaro" e sua moglie che si occupavano di trasportare i veicoli e le parti rubate (specie nella provincia di Barletta Andria Trani); ad "Alì", cinquantottenne, era affidato il ruolo di custode, magazziniere e corriere al dettaglio dei ricambi riciclati, mentre un trentottenne, detto "biondo", è risultato il primo consulente e fiancheggiatore del "Capo" nel suo ruolo di contabile ed intermediario con il mercato estero. Ad altri malviventi, destinatari anch' essi di misure cautelari, sono stati contestati invece solo singoli reati. Nello specifico, il gruppo degli stranieri si occupava non solo della guardiania dei depositi dei ricambi e del trasporto con staffette dei componenti dai siti di smontaggio a quelli di stoccaggio, ma anche di una sorta di controllo di qualità sui pezzi da immettere sul mercato dopo averli ripulirli definitivamente di ogni apparente etichetta che potesse ricondurli ai veicoli di appartenenza.
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno scoperto anche un caveau, protetto da porta telecomandata, all'interno del quale erano custodite le componenti di ricambio più delicate e costose come centraline e altra componentistica elettronica. Inoltre, con il rinvenimento di un libro mastro dove erano annotate le quantità e i prezzi dei componenti commercializzati sia sul mercato estero (soprattutto in Polonia) che su quello locale, i poliziotti hanno stimato il giro di affari del gruppo in oltre 100 mila euro mensili. Al termine dell'operazione, per la quale sono stati impiegati circa 80 uomini, nei confronti degli indagati è stato anche notificato un decreto di sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca, per un controvalore di circa 270 mila euro.