Eventi e cultura
Busa e Medella: donne dimenticate di Canosa
Riscoperte due strade cittadine già dedicate in passato
Canosa - sabato 27 febbraio 2021
23.25
Una cerimonia sobria e significativa si è svolta stamani a Canosa di Puglia(BT), per ricordare Busa e Medella "donne dimenticate", a cura e messa in opera dalla FIDAPA Canosa, sotto l'egida del Comune. Per l'occasione hanno preso parte: l'assessore alla Cultura di Canosa, Mara Gerardi; la presidente FIDAPA Canosa, Carmelinda Lombardi; il Cavaliere della Repubblica Peppino Di Nunno e il dottor Sandro Sardella, entrambi esperti di storia chiamati in veste di relatori. Riscoperte due strade cittadine Via Guglielmo Oberdan e Via Generale Luigi Cadorna già dedicate in passato alla Matrona Busa e Dasme Medella, due figure femminili importanti della storia di Canosa, nell'ambito del progetto culturale "He for She" della FIDAPA Canosa teso a valorizzare la donna a partire dalla toponomastica per affermare la parità di genere a partire da esempi come questi.
La prima targa inaugurata riporta: "Via Guglielmo Oberdan già via Matrona Busa. Eroina Canosina che salvò con tenacia ed impegno risoluto, l'esercito di Roma dalla disfatta totale. Battaglia di Canne - 216 A.C." Via Matrona Busa, oggi via Oberdan, attesta le radici storiche della domus della Matrona Busa, citata da Tito Livio nell'opera «Ab Urbe Condita» nei giorni che seguirono la Battaglia di Canne, ""giorni storici quanto i giorni della battaglia, che diedero onore alla Matrona della Daunia e al Popolo Canosino. Ma la "mulier apula nomine Busa", "illustre per stirpe", viene annoverata anche fra le Donne Illustri, dal Boccaccio nell'opera "De Mulieribus Claris", al cap. LXIX, che cita "De Busa canusina apula muliere", la prima Matrona della Daunia di cui si conosca il nome e vanto della femminilità canosina, oggetto anche in una mostra nei decenni scorsi nel Castello federiciano di Manfredonia.""" – Come riferito dal Maestro Peppino Di Nunno che ha ricordato anche """La Via Busa venne fotografata da Saverio Violante, consultando l'Archivio Diocesano di Andria nell'evento storico del 1929 con la traslazione da Napoli a Canosa del reliquiario argenteo del cranio di San Sabino.""" Matrona Busa una donna che ha contribuito a cambiare la storia di Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura".
Non da meno la figura di """Medella Dasme - Aristocratica tra le più nobili canosine il cui corredo sepolcrale negli Ipogei Lagrasta ha contribuito a rendere ancora oggi famosi in tutto il mondo accademico le opere d'arte canosine - I secolo A.C.""" Come riporta la targa scoperta in Via Generale Luigi Cadorna già Via Medella Dasme, "damigella greca" in sposa ad un cittadino romano. La via conduce al sito archeologico del 'tesoro' fu intitolata a Medella deposta nella camera sepolcrale 22 secoli fa e riportata nell'epigrafe del graffito in latino nel 67 a.C. Altre due pagine di storia sono state scritte e commentate quest'oggi grazie alla sinergia tra il Comune di Canosa e la locale associazione FIDAPA arricchite dal lavoro di studio e ricerche del Maestro Peppino Di Nunno, redattore di Canosaweb, e del Dottor Sandro Sardella, curatore del Museo dei Vescovi, per promuovere e valorizzare il patrimonio presente sul territorio meno conosciuto e dimenticato, come accaduto per la toponomastica locale.
Foto a cura di Savino Mazzarella e Luigi Barbarossa
La prima targa inaugurata riporta: "Via Guglielmo Oberdan già via Matrona Busa. Eroina Canosina che salvò con tenacia ed impegno risoluto, l'esercito di Roma dalla disfatta totale. Battaglia di Canne - 216 A.C." Via Matrona Busa, oggi via Oberdan, attesta le radici storiche della domus della Matrona Busa, citata da Tito Livio nell'opera «Ab Urbe Condita» nei giorni che seguirono la Battaglia di Canne, ""giorni storici quanto i giorni della battaglia, che diedero onore alla Matrona della Daunia e al Popolo Canosino. Ma la "mulier apula nomine Busa", "illustre per stirpe", viene annoverata anche fra le Donne Illustri, dal Boccaccio nell'opera "De Mulieribus Claris", al cap. LXIX, che cita "De Busa canusina apula muliere", la prima Matrona della Daunia di cui si conosca il nome e vanto della femminilità canosina, oggetto anche in una mostra nei decenni scorsi nel Castello federiciano di Manfredonia.""" – Come riferito dal Maestro Peppino Di Nunno che ha ricordato anche """La Via Busa venne fotografata da Saverio Violante, consultando l'Archivio Diocesano di Andria nell'evento storico del 1929 con la traslazione da Napoli a Canosa del reliquiario argenteo del cranio di San Sabino.""" Matrona Busa una donna che ha contribuito a cambiare la storia di Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura".
Non da meno la figura di """Medella Dasme - Aristocratica tra le più nobili canosine il cui corredo sepolcrale negli Ipogei Lagrasta ha contribuito a rendere ancora oggi famosi in tutto il mondo accademico le opere d'arte canosine - I secolo A.C.""" Come riporta la targa scoperta in Via Generale Luigi Cadorna già Via Medella Dasme, "damigella greca" in sposa ad un cittadino romano. La via conduce al sito archeologico del 'tesoro' fu intitolata a Medella deposta nella camera sepolcrale 22 secoli fa e riportata nell'epigrafe del graffito in latino nel 67 a.C. Altre due pagine di storia sono state scritte e commentate quest'oggi grazie alla sinergia tra il Comune di Canosa e la locale associazione FIDAPA arricchite dal lavoro di studio e ricerche del Maestro Peppino Di Nunno, redattore di Canosaweb, e del Dottor Sandro Sardella, curatore del Museo dei Vescovi, per promuovere e valorizzare il patrimonio presente sul territorio meno conosciuto e dimenticato, come accaduto per la toponomastica locale.
Foto a cura di Savino Mazzarella e Luigi Barbarossa