
Vita di città
Calcaterra ha visitato la mostra "I Normanni e la Basilica Palatina di Canosa"
Sport e storia un binomio culturale di rilievo
Canosa - venerdì 30 novembre 2018
23.41
Il campione di podismo Giorgio Calcaterra è stato tra i primi visitatori della mostra "I Normanni e la Basilica Palatina di Canosa" inaugurata sabato scorso al termine della tavola rotonda "La cultura industriale: il ponte tra economia e crescita sociale al centro dell'identità europea", nell'ambito della XVII Edizione della Settimana della Cultura d'Impresa di Confindustria la Zona Territoriale BAT. Da Roma a Canosa di Puglia, per gareggiare e vincere il Trofeo Boemondo, una corsa su un percorso urbano ed extra urbano di 15 km, e poi come promesso agli organizzatori della Podistica Canusium 2004, ha visitato la mostra curata da Sandro Giuseppe Sardella, Vittoria Valentina Pelagio e Michela Cianti della OmniArte, gestori del Museo dei Vescovi di Canosa. Sport e storia un binomio culturale di rilievo per promuovere le bellezze del territorio attraverso un testimonial d'eccezione come Giorgio Calcaterra, l'ultramaratoneta romano, 3 volte Campione del mondo della 100 Km su strada, dodici volte vincitore alla 100 Km del Passatore, da Firenze a Faenza che ha osservato e ascoltato con molta attenzione i dettagli della mostra "I Normanni e la Basilica Palatina di Canosa", con opere straordinariamente preziose.
"Abbiamo voluto dare risalto al ruolo che i Normanni svolsero durante il loro potentato pugliese, soprattutto su Canosa, divenendo patroni dell'antica Chiesa Primaziale di Puglia. L'operato di Papa Pasquale II e di Boemondo d'Altavilla furono talmente importanti da elevare la Chiesa di Canosa a Reale Basilica Palatina, con diritto di sepoltura dei membri reali, generando la Prevositura" ha dichiarato Sandro Sardella, Amministratore della OmniArte e uno dei Curatori del nuovo progetto espositivo che coniuga il binomio politico ed ecclesiastico, particolarmente felice, a cavallo tra l'XI e il XII secolo. In visione esclusiva del pubblico sono stati esposti tutti gli elementi superstiti del corredo pontificale, attribuito a Papa Pasquale II e alla sua presenza a Canosa nel settembre del 1101 per dedicare la Basilica a S. Sabino e farne un luogo amministrativo di grande potenza. Il pontefice poté risolvere la contesa con Bari sull'antica Diocesi primaziale di Puglia, lasciando alla Basilica Palatina di Canosa un rango inalterato ed un sistema innovativo di gestione amministrativo-politica, favorendone una quasi indipendenza. Parallelamente il Castello di Canosa divenne il luogo del potere, in cui si svolsero delicati incontri politici. Tra questi il più importante fu quello tra Ruggiero Borsa e Boemondo d'Altavilla, per la spartizione del potere in Puglia. "Questo progetto espositivo mette luce in maniera specifica sulla prima dinastia normanna, quella degli Altavilla, precursori degli Svevi in un'epoca a cavallo, per Canosa, tra il dominio bizantino e quello alternato delle invasioni saracene." - Ha spiegato Valentina Pelagio, una delle curatrici del progetto. – "Documenti mai esposti, ciò che rimane del corredo funebre di Boemondo d'Altavilla, la monetazione normanna dell'epoca e le inedite stole pontificali sono stati distribuiti nella sala medievale, in un allestimento in penombra con un particolare gioco di luci, così da mettere in evidenza solamente la bellezza e l'unicità dei pezzi. Ovviamente rimangono in esposizione la croce d'avorio, capolavoro della glittica arabo-normanno siciliana e il flabellum, il ventaglio liturgico miniato, realizzato a Kiev nell'XI secolo e considerato come l'unico in perfetto stato di conservazione".
Non da meno le precisazioni di Mons. Felice Bacco, Direttore del Museo dei Vescovi, terzo polo del Museo diocesano di Andria: "Oggetti d'uso antico che divengono opere d'arte e poi, grazie al fondamentale principio della fruibilità, divengono patrimonio culturale di tutti. Il Museo dei Vescovi è, sin dal momento della sua apertura, il luogo dove abbiamo voluto con la Cooperativa OmniArte, gestire la rotazione frequente delle opere, così da avere sempre meno magazzini pieni e non visitabili." Michela Cianti, altra curatrice del progetto espositivo ha focalizzato l'attenzione sullo studio particolareggiato delle luci e dei colori: "preferendo la penombra, che ha permesso di mettere fortemente in evidenza questi straordinari oggetti artistici. Il senso è che risplendano di quell'aura che caratterizzò i progressi artistici e la fusione culturale che si ebbe in quell'epoca in Puglia, già terra multirazziale e multiculturale, oltre che luogo di conquista e di passaggio." Con la firma sul registro delle presenze si è conclusa la visita di Giorgio Calcaterra alla mostra "I Normanni e la Basilica Palatina di Canosa" presso il Museo dei Vescovi di Canosa, un'anticipazione di quanto sarà poi trasferito a Mannheim nel 2021, quando sarà realizzata una mostra di portata europea sui Normanni, in cui saranno presenti i preziosi pezzi della Basilica Cattedrale di Canosa a simbolo del prestigio non solo di una Basilica, ma di un territorio che accolse e stregò i Signori venuti dal nord.
Foto a cura di Savino Mazzarella
"Abbiamo voluto dare risalto al ruolo che i Normanni svolsero durante il loro potentato pugliese, soprattutto su Canosa, divenendo patroni dell'antica Chiesa Primaziale di Puglia. L'operato di Papa Pasquale II e di Boemondo d'Altavilla furono talmente importanti da elevare la Chiesa di Canosa a Reale Basilica Palatina, con diritto di sepoltura dei membri reali, generando la Prevositura" ha dichiarato Sandro Sardella, Amministratore della OmniArte e uno dei Curatori del nuovo progetto espositivo che coniuga il binomio politico ed ecclesiastico, particolarmente felice, a cavallo tra l'XI e il XII secolo. In visione esclusiva del pubblico sono stati esposti tutti gli elementi superstiti del corredo pontificale, attribuito a Papa Pasquale II e alla sua presenza a Canosa nel settembre del 1101 per dedicare la Basilica a S. Sabino e farne un luogo amministrativo di grande potenza. Il pontefice poté risolvere la contesa con Bari sull'antica Diocesi primaziale di Puglia, lasciando alla Basilica Palatina di Canosa un rango inalterato ed un sistema innovativo di gestione amministrativo-politica, favorendone una quasi indipendenza. Parallelamente il Castello di Canosa divenne il luogo del potere, in cui si svolsero delicati incontri politici. Tra questi il più importante fu quello tra Ruggiero Borsa e Boemondo d'Altavilla, per la spartizione del potere in Puglia. "Questo progetto espositivo mette luce in maniera specifica sulla prima dinastia normanna, quella degli Altavilla, precursori degli Svevi in un'epoca a cavallo, per Canosa, tra il dominio bizantino e quello alternato delle invasioni saracene." - Ha spiegato Valentina Pelagio, una delle curatrici del progetto. – "Documenti mai esposti, ciò che rimane del corredo funebre di Boemondo d'Altavilla, la monetazione normanna dell'epoca e le inedite stole pontificali sono stati distribuiti nella sala medievale, in un allestimento in penombra con un particolare gioco di luci, così da mettere in evidenza solamente la bellezza e l'unicità dei pezzi. Ovviamente rimangono in esposizione la croce d'avorio, capolavoro della glittica arabo-normanno siciliana e il flabellum, il ventaglio liturgico miniato, realizzato a Kiev nell'XI secolo e considerato come l'unico in perfetto stato di conservazione".
Non da meno le precisazioni di Mons. Felice Bacco, Direttore del Museo dei Vescovi, terzo polo del Museo diocesano di Andria: "Oggetti d'uso antico che divengono opere d'arte e poi, grazie al fondamentale principio della fruibilità, divengono patrimonio culturale di tutti. Il Museo dei Vescovi è, sin dal momento della sua apertura, il luogo dove abbiamo voluto con la Cooperativa OmniArte, gestire la rotazione frequente delle opere, così da avere sempre meno magazzini pieni e non visitabili." Michela Cianti, altra curatrice del progetto espositivo ha focalizzato l'attenzione sullo studio particolareggiato delle luci e dei colori: "preferendo la penombra, che ha permesso di mettere fortemente in evidenza questi straordinari oggetti artistici. Il senso è che risplendano di quell'aura che caratterizzò i progressi artistici e la fusione culturale che si ebbe in quell'epoca in Puglia, già terra multirazziale e multiculturale, oltre che luogo di conquista e di passaggio." Con la firma sul registro delle presenze si è conclusa la visita di Giorgio Calcaterra alla mostra "I Normanni e la Basilica Palatina di Canosa" presso il Museo dei Vescovi di Canosa, un'anticipazione di quanto sarà poi trasferito a Mannheim nel 2021, quando sarà realizzata una mostra di portata europea sui Normanni, in cui saranno presenti i preziosi pezzi della Basilica Cattedrale di Canosa a simbolo del prestigio non solo di una Basilica, ma di un territorio che accolse e stregò i Signori venuti dal nord.
Foto a cura di Savino Mazzarella