Turismo
Canosa: Buona “La merenda nell’oliveta”
Larga partecipazione di pubblico nel parco archeologico di San Leucio
Canosa - martedì 21 maggio 2024
22.40
Larga partecipazione di pubblico a "La merenda nell'oliveta" che ha avuto luogo a Canosa di Puglia nel parco archeologico di San Leucio, la scorsa domenica 19 maggio. Tra gli olivi, patrimonio paesaggistico, economico, turistico e culturale, di inestimabile valore, l'iniziativa è stata a cura degli assessorati alla cultura e agli eventi in collaborazione con la Proloco Canosa, presieduta da Elia Marro, e la Fondazione Archeologica Canosina, presieduta da Sergio Fontana, sotto l'egida dell'associazione nazionale "Città Dell'Olio". A detta di molti, è stata ritenuta interessante per i temi affrontati: oleoturismo, dalla cultura dell'olivo e dell'olio alle tradizioni culinarie e convivialità, dalla recitazione agli esercizi di relax e laboratori didattici con la musica da colonna sonora. Un'intera mattinata che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni ed esperti del comparto agricolo-alimentare, cittadini e turisti alla scoperta di esperienze legate alla civiltà dell'olivo ed agli effetti benefici e salutistici dell'olio extravergine di oliva cultivar coratina, iscritto nell'elenco PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale).
«La Coratina era un tempo conosciuta come "olivo a racioppe" – ha tra l'altro raccontato la consigliera comunale Antonia Sinesi, promotrice del riconoscimento PAT - prendendo spunto dalla caratteristica botanica di produrre olive a grappoli (definite, in dialetto, racioppe) o come uliva a racimolo. Quest'ultima denominazione veniva utilizzata, alla fine del Settecento, da Giovanni Presta, medico e agronomo italiano noto per i suoi approfonditi studi sull'olivicoltura. Egli ne parla nella sua pubblicazione "Memoria" intorno ai sessantadue saggi diversi di olio, presentati a maestà Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, del 1786, e nel suo successivo trattato "Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l'olio", nel quale si parla brevemente dell'oliva, da lui chiamata oliva a racimolo, "perché viene in racimoli di tre, di quattro ulive ciascuno, attaccate a piccole code" ».
«Buona la prima – ha dichiarato l' assessore alla cultura, archeologia, turismo, Cristina Saccinto - che ci entusiasma e ci sprona convintamente a proseguire, in stretta sinergia con la Proloco di Canosa, in questo piacevole percorso culturale di avvicinamento, della comunità canosina e non solo, al mondo dell'olio e dell'ulivo». Non da meno le dichiarazioni della consigliera comunale neo-delegata all'agricoltura Lucia Masciulli: «La prima edizione della manifestazione per il Comune di Canosa di Puglia è stata sostenuta fattivamente dalle aziende locali, che ringrazio per il loro apporto di esperienze e prodotti tipici.» Hanno contribuito alla buona riuscita dell'evento: il frantoio di Sabino Leone, il frantoio di Leonardo Fioravante, il frantoio della famiglia Di Palma, l'azienda agricola di Raffaele Caporale, il tarallificio "Il Mascalzone", il ristorante Nana' e il panificio Traiano, che hanno deliziato il palato dei partecipanti facendo degustare l' olio extravergine di oliva, i taralli scaldati all'olio EVO e di grano arso, pane a prosciutto altro prodotto PAT, le cui metodiche di lavorazione e conservazione risultano consolidate nel tempo e praticate sul territorio in maniera omogenea, secondo regole tradizionali e protratte nel corso degli anni.
Fondamentale l'apporto scientifico degli esperti, il dottor Domenico Meleleo che ha focalizzato l'attenzione sull'importanza dell'educazione al gusto dei sani prodotti locali, come l'olio extravergine di oliva che si è guadagnato la centralità nella Dieta Mediterranea, patrimonio UNESCO in un "insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e competenze, tramandate di generazione in generazione, capace di fornire un senso di appartenenza e di continuità per la popolazione di riferimento". Un forte impegno da parte di tutti gli addetti ai lavori del comparto agricolo ed alimentare, ed in particolare, della dottoressa Antonia Sinesi, impegnata da anni a «diffondere questa cultura, soprattutto alle nuove generazioni, il passaggio giusto per rendere consapevoli tutti, nessuno escluso, di cosa madre natura ci ha donato e di come siamo fortunati a vivere in questo territorio. Un territorio che potrebbe valorizzare meglio il nostro olio extravergine considerando un alimento nutraceutico dalle qualità uniche».
All' ombra degli ulivi, per gli esercizi di respiro in movimento, i bio- esercizi di respirazione consapevole, alla ricerca di equilibrio e flessibilità per la rigenerazione di corpo e mente, è intervenuta Rosa Metta, chinesiologa-posturologia-osteopata. Per l'angolo della psicologia, dalle radici all'evoluzione, attraverso la storia in movimento, con la similitudine tra uomo e albero, ha preso la parola Federica Ieva, psicologa-psicoterapeuta. Riccardo Zagaria ha dettato i tempi musicali, mentre, per le poesie a tema sull'oliveta hanno recitato : Maria Antonietta Chiancone, Nunzio Pinnelli e Cinzia Sinesi. I laboratori didattici per bambini sono stati curati dal team della Citta della Gioia. "La merenda nell'oliveta" è stata vissuta intensamente dai partecipanti, immersi in una location olivicola, tra gli ulivi secolari, testimoni di una civiltà millenaria, attraverso esperienze uniche, ad ampio raggio, fatte di nuove conoscenze e saperi, a contatto con la natura e la bellezza bucolica del parco archeologico.
Foto a cura di Savino Mazzarella
Riproduzione@riservata
«La Coratina era un tempo conosciuta come "olivo a racioppe" – ha tra l'altro raccontato la consigliera comunale Antonia Sinesi, promotrice del riconoscimento PAT - prendendo spunto dalla caratteristica botanica di produrre olive a grappoli (definite, in dialetto, racioppe) o come uliva a racimolo. Quest'ultima denominazione veniva utilizzata, alla fine del Settecento, da Giovanni Presta, medico e agronomo italiano noto per i suoi approfonditi studi sull'olivicoltura. Egli ne parla nella sua pubblicazione "Memoria" intorno ai sessantadue saggi diversi di olio, presentati a maestà Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, del 1786, e nel suo successivo trattato "Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l'olio", nel quale si parla brevemente dell'oliva, da lui chiamata oliva a racimolo, "perché viene in racimoli di tre, di quattro ulive ciascuno, attaccate a piccole code" ».
«Buona la prima – ha dichiarato l' assessore alla cultura, archeologia, turismo, Cristina Saccinto - che ci entusiasma e ci sprona convintamente a proseguire, in stretta sinergia con la Proloco di Canosa, in questo piacevole percorso culturale di avvicinamento, della comunità canosina e non solo, al mondo dell'olio e dell'ulivo». Non da meno le dichiarazioni della consigliera comunale neo-delegata all'agricoltura Lucia Masciulli: «La prima edizione della manifestazione per il Comune di Canosa di Puglia è stata sostenuta fattivamente dalle aziende locali, che ringrazio per il loro apporto di esperienze e prodotti tipici.» Hanno contribuito alla buona riuscita dell'evento: il frantoio di Sabino Leone, il frantoio di Leonardo Fioravante, il frantoio della famiglia Di Palma, l'azienda agricola di Raffaele Caporale, il tarallificio "Il Mascalzone", il ristorante Nana' e il panificio Traiano, che hanno deliziato il palato dei partecipanti facendo degustare l' olio extravergine di oliva, i taralli scaldati all'olio EVO e di grano arso, pane a prosciutto altro prodotto PAT, le cui metodiche di lavorazione e conservazione risultano consolidate nel tempo e praticate sul territorio in maniera omogenea, secondo regole tradizionali e protratte nel corso degli anni.
Fondamentale l'apporto scientifico degli esperti, il dottor Domenico Meleleo che ha focalizzato l'attenzione sull'importanza dell'educazione al gusto dei sani prodotti locali, come l'olio extravergine di oliva che si è guadagnato la centralità nella Dieta Mediterranea, patrimonio UNESCO in un "insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e competenze, tramandate di generazione in generazione, capace di fornire un senso di appartenenza e di continuità per la popolazione di riferimento". Un forte impegno da parte di tutti gli addetti ai lavori del comparto agricolo ed alimentare, ed in particolare, della dottoressa Antonia Sinesi, impegnata da anni a «diffondere questa cultura, soprattutto alle nuove generazioni, il passaggio giusto per rendere consapevoli tutti, nessuno escluso, di cosa madre natura ci ha donato e di come siamo fortunati a vivere in questo territorio. Un territorio che potrebbe valorizzare meglio il nostro olio extravergine considerando un alimento nutraceutico dalle qualità uniche».
All' ombra degli ulivi, per gli esercizi di respiro in movimento, i bio- esercizi di respirazione consapevole, alla ricerca di equilibrio e flessibilità per la rigenerazione di corpo e mente, è intervenuta Rosa Metta, chinesiologa-posturologia-osteopata. Per l'angolo della psicologia, dalle radici all'evoluzione, attraverso la storia in movimento, con la similitudine tra uomo e albero, ha preso la parola Federica Ieva, psicologa-psicoterapeuta. Riccardo Zagaria ha dettato i tempi musicali, mentre, per le poesie a tema sull'oliveta hanno recitato : Maria Antonietta Chiancone, Nunzio Pinnelli e Cinzia Sinesi. I laboratori didattici per bambini sono stati curati dal team della Citta della Gioia. "La merenda nell'oliveta" è stata vissuta intensamente dai partecipanti, immersi in una location olivicola, tra gli ulivi secolari, testimoni di una civiltà millenaria, attraverso esperienze uniche, ad ampio raggio, fatte di nuove conoscenze e saperi, a contatto con la natura e la bellezza bucolica del parco archeologico.
Foto a cura di Savino Mazzarella
Riproduzione@riservata