
Vita di città
Canosa: città ospitale
Le dichiarazioni di don Michele Malcangio
Canosa - lunedì 22 agosto 2016
0.27
II mese di agosto che volge al termine per Canosa di Puglia(BT) è stato segnato da due avvenimenti che hanno scosso l'opinione pubblica e tenuto banco sulla cronaca e sui social, tra sdegno e polemiche. L'ultimo in ordine di tempo è stato l'atto sacrilego compiuto all'interno del Parco Regina della Pace, a Canosa Alta, ai danni della statua della Madonna che è stata frantumata. Prontamente le comunità parrocchiali di Canosa, si sono organizzate invitando la cittadinanza a vivere un momento di preghiera, lo scorso 18 agosto, presso il Parco Regina della Pace, in attesa che la statua della Madonna venga riparata, restaurata e ricollocata sulla base di marmo rimasta vuota con una lanterna accesa in segno di devozione e preghiera.
A "spegnere" le polemiche sulla cena per i migranti organizzata dalla Comunità Parrocchiale Maria SS. Assunta di Canosa presso gli impianti sportivi all'aperto dell'oratorio è intervenuto don Michele Malcangio con un post sui social. La cena di socialità condivisa, tenutasi lo scorso 10 agosto, ha visto la partecipazione degli 80 immigrati, africani ed asiatici, che soggiornano in città dopo essere arrivati in Italia con i barconi, e poi smistati nei vari centri di accoglienza pugliesi. Una serata dedicata all'accoglienza e all'integrazione verso i migranti "figli di Dio che hanno diritto ad una vita dignitosa" che "alcuni canosini", in minoranza, non hanno gradito in quanto ci sono altre priorità "come i disoccupati ed i poveri della comunità locale" . In merito don Michele Malcangio a nome di tutta la Comunità Parrocchiale Maria SS. Assunta di Canosa ha dichiarato: «Non è nella mia indole rispondere e/o a giustificarmi su quello che penso e faccio. Ma l'insistenza (preventivata) di alcuni nel diffondere commenti e notizie false mi ha portato a creare questo post. Il Gesù che io ho conosciuto non è quello sdolcinato per le immagini che appaiono tra le nubi o che fanno tenerezza solo perché ha gli occhi azzurri; non è quello a cui dare la nostra devozione solo perché si è nel bisogno. Io ho conosciuto un Gesù come una sconvolgente liberazione: per le donne sottomesse e schiacciate dal maschilismo; per i bambini, proprietà dei genitori; per gli schiavi in balia dei padroni; per i lebbrosi, i ciechi, i poveri. Si è messo dalla loro parte, li chiama al suo banchetto, fa di un bambino il modello di tutti e dei poveri i principi del suo regno, sceglie sempre l'umano contro il disumano. La sua predicazione non metteva in pace la coscienza, ma la risvegliava dalle false paci! Paci apparenti, rotte da un modo più vero di intendere la vita(padre Ermes Ronchi). Nello specifico,» - prosegue don Michele Malcangio - «ci siamo interrogati in parrocchia sulla realtà di disagio per 80 migranti che la Prefettura ha imposto e posto in questa improvvisata struttura, nei pressi della nostra Chiesa, in attesa che la burocrazia, e ne conosciamo bene i tempi in Italia, possa procedere alla definizione del loro status. Ho notato personalmente come alcune 'persone civili' incrociando i ragazzi 'di colore' gridano parole offensive nei loro confronti e per non parlare del modo di guardare le ragazze… come fossero 'donnette di facili costumi'. Consapevoli che non avremmo mai potuto risolvere il problema dei flussi migratori o della fame nel mondo, perché allora non creare un momento dove poter far sentire un po' di calore umano? Con i miei collaboratori, abbiamo organizzato una festa dove poter cenare e ballare insieme. Il menù della cena: pasta al forno, l'arrosto come secondo e altre delizie preparate da mani sapienti che come sempre sanno fare prelibatezze, accompagnate da bevande, coca-cola, aranciata ed acqua e nessuna bevanda alcolica. Ma ciò che è riuscito a rendere tutto più bello e gioioso sono state le musiche africane e i nostri balli di gruppo. Un quarto d'ora prima della mezza notte quando loro devono rientrare perché la struttura chiude il cancello, i ragazzi hanno solo voluto ringraziarci con parole affettuose dopo aver in maniera spontanea aiutato a riportare sedie e tavoli all'interno. Era la notte di San Lorenzo quando il cielo mostra uno spettacolo di bellezza per le stelle cadenti e noi quella bellezza che Dio ci offre l'abbiamo vissuta sulla terra, così, semplicemente, con un momento di fraternità». In conclusione, il parroco Don Michele Malcangio insieme a tutti i suoi collaboratori si rivolge «A tutti, anche a chi non ha approvato, con un grande abbraccio». Un post significativo a suggello di una serata di incontro per accogliere chi è fuggito dalla guerra, una cena di solidarietà ed affetto verso i giovani africani ed asiatici, in segno di fratellanza e amicizia verso il prossimo come sta fortemente sostenendo Papa Francesco: « La misericordia non è "buonismo", né mero sentimentalismo. Qui c'è la verifica dell'autenticità del nostro essere discepoli di Gesù»,nell'anno del Giubileo straordinario .
A "spegnere" le polemiche sulla cena per i migranti organizzata dalla Comunità Parrocchiale Maria SS. Assunta di Canosa presso gli impianti sportivi all'aperto dell'oratorio è intervenuto don Michele Malcangio con un post sui social. La cena di socialità condivisa, tenutasi lo scorso 10 agosto, ha visto la partecipazione degli 80 immigrati, africani ed asiatici, che soggiornano in città dopo essere arrivati in Italia con i barconi, e poi smistati nei vari centri di accoglienza pugliesi. Una serata dedicata all'accoglienza e all'integrazione verso i migranti "figli di Dio che hanno diritto ad una vita dignitosa" che "alcuni canosini", in minoranza, non hanno gradito in quanto ci sono altre priorità "come i disoccupati ed i poveri della comunità locale" . In merito don Michele Malcangio a nome di tutta la Comunità Parrocchiale Maria SS. Assunta di Canosa ha dichiarato: «Non è nella mia indole rispondere e/o a giustificarmi su quello che penso e faccio. Ma l'insistenza (preventivata) di alcuni nel diffondere commenti e notizie false mi ha portato a creare questo post. Il Gesù che io ho conosciuto non è quello sdolcinato per le immagini che appaiono tra le nubi o che fanno tenerezza solo perché ha gli occhi azzurri; non è quello a cui dare la nostra devozione solo perché si è nel bisogno. Io ho conosciuto un Gesù come una sconvolgente liberazione: per le donne sottomesse e schiacciate dal maschilismo; per i bambini, proprietà dei genitori; per gli schiavi in balia dei padroni; per i lebbrosi, i ciechi, i poveri. Si è messo dalla loro parte, li chiama al suo banchetto, fa di un bambino il modello di tutti e dei poveri i principi del suo regno, sceglie sempre l'umano contro il disumano. La sua predicazione non metteva in pace la coscienza, ma la risvegliava dalle false paci! Paci apparenti, rotte da un modo più vero di intendere la vita(padre Ermes Ronchi). Nello specifico,» - prosegue don Michele Malcangio - «ci siamo interrogati in parrocchia sulla realtà di disagio per 80 migranti che la Prefettura ha imposto e posto in questa improvvisata struttura, nei pressi della nostra Chiesa, in attesa che la burocrazia, e ne conosciamo bene i tempi in Italia, possa procedere alla definizione del loro status. Ho notato personalmente come alcune 'persone civili' incrociando i ragazzi 'di colore' gridano parole offensive nei loro confronti e per non parlare del modo di guardare le ragazze… come fossero 'donnette di facili costumi'. Consapevoli che non avremmo mai potuto risolvere il problema dei flussi migratori o della fame nel mondo, perché allora non creare un momento dove poter far sentire un po' di calore umano? Con i miei collaboratori, abbiamo organizzato una festa dove poter cenare e ballare insieme. Il menù della cena: pasta al forno, l'arrosto come secondo e altre delizie preparate da mani sapienti che come sempre sanno fare prelibatezze, accompagnate da bevande, coca-cola, aranciata ed acqua e nessuna bevanda alcolica. Ma ciò che è riuscito a rendere tutto più bello e gioioso sono state le musiche africane e i nostri balli di gruppo. Un quarto d'ora prima della mezza notte quando loro devono rientrare perché la struttura chiude il cancello, i ragazzi hanno solo voluto ringraziarci con parole affettuose dopo aver in maniera spontanea aiutato a riportare sedie e tavoli all'interno. Era la notte di San Lorenzo quando il cielo mostra uno spettacolo di bellezza per le stelle cadenti e noi quella bellezza che Dio ci offre l'abbiamo vissuta sulla terra, così, semplicemente, con un momento di fraternità». In conclusione, il parroco Don Michele Malcangio insieme a tutti i suoi collaboratori si rivolge «A tutti, anche a chi non ha approvato, con un grande abbraccio». Un post significativo a suggello di una serata di incontro per accogliere chi è fuggito dalla guerra, una cena di solidarietà ed affetto verso i giovani africani ed asiatici, in segno di fratellanza e amicizia verso il prossimo come sta fortemente sostenendo Papa Francesco: « La misericordia non è "buonismo", né mero sentimentalismo. Qui c'è la verifica dell'autenticità del nostro essere discepoli di Gesù»,nell'anno del Giubileo straordinario .