Storia
Canosa: nel ricordo delle vittime della strage di Capaci
Cerimonia commemorativa nel 32° anniversario
Canosa - venerdì 24 maggio 2024
8.02
Sotto il sole di un tramonto di maggio, nel tardo pomeriggio di ieri a Canosa di Puglia sono stati ricordati: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, vittime di mafia, esempi straordinari di impegno, amore e coraggio che non vanno dimenticati . Sono passati 32 anni dalla strage di Capaci, un attentato esplosivo compiuto dalla Mafia di Cosa Nostra per uccidere il magistrato Giovanni Falcone. A Capaci vicino Palermo, alle ore 17,56 del 23 maggio 1992, gli attentatori fecero esplodere un tratto dell'autostrada A29, mentre vi transitava il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, su tre auto Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, i tre agenti della scorta. "Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini." Una delle frasi più note di Giovanni Falcone, riportata in una targa commemorativa apposta nella via dedicata al magistrato palermitano che aveva scelto di non arrendersi alla "realtà" della mafia e di lottare fino alla fine per la giustizia e per la legalità. Con la deposizione dei fiori e un lungo applauso si è conclusa la cerimonia per "onorare chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia" che quest'anno a Canosa è stata inserita nell'ambito del programma della prima edizione di "Semi di Legalità" promossa dalla Parrocchia di Gesù Liberatore di Canosa di Puglia, assieme all'Oratorio Circolo ANSPI "San Giovanni Bosco", all'Ufficio di Pastorale Sociale, del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Andria, al Rotary Club e al Rotaract Club di Canosa di Puglia e con il Patrocinio del Comune, per sensibilizzare la comunità a riflettere sul tema della Legalità, partendo dalla valorizzazione delle vittime innocenti della mafia.