Associazioni
Canosa, soppressione Utic: interviene il segretario generale Cgil Bat Antonucci
Sulla decisione di chiudere reparti “vitali” degli ospedali di Barletta e Canosa di Puglia. "Si possono chiudere reparti ospedalieri così importanti?"
Canosa - giovedì 5 settembre 2013
11.17
Intorno alla metà di settembre le porte del reparto dell'Unità di terapia intensiva coronarica di Barletta e di Canosa di Puglia dovrebbero essere chiuse per contribuire, insieme ad altre soppressioni, a far quadrare i conti della sanità, così come deciso nel Piano di riordino.
Le emergenze-urgenze, a partire dal prossimo autunno, saranno affrontate nell'Utic di Andria che, al momento, conta sei posti letto ma è chiamata a servire un'utenza di circa 400 mila abitanti.
"Si possono chiudere – si chiede Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – reparti ospedalieri così importanti che hanno lo scopo, come accade per l'Utic, di salvare la vita agli ammalati? Reparti come questi, dove gli interventi e le risposte dovrebbero essere immediate, non possono chiudere i battenti senza porsi prima, e soprattutto, il problema di garantire un'adeguata offerta sanitaria ma solo quello di far quadrare qualche conto. A che prezzo?"
"Praticamente – conclude Antonucci – i cittadini della Provincia che ne avranno bisogno dovranno mettersi in fila per 'aggiudicarsi' uno dei sei posti letto di Andria. Se le cose dovessero andare così, si creerebbe un rapporto sproporzionato, rispetto alle medie nazionali, tra il numero degli abitanti ed i posti letto dell'Utic. Chi ha decido per il taglio di questi reparti ha capito bene cosa stava facendo? L'offerta sanitaria sul territorio è sufficiente? È adeguata a far fronte alla domanda assistenziale? Va bene il preoccuparsi della salute delle casse ma quella dei cittadini deve venire prima. Non vorremmo che il 'pellegrinaggio' per gli ospedali della Provincia in cerca di cure ed i trasferimenti degli ammalati abbiano costi tali da rendere alla fine dei conti il risparmio solo virtuale".
Ufficio Stampa CGIL BAT
Le emergenze-urgenze, a partire dal prossimo autunno, saranno affrontate nell'Utic di Andria che, al momento, conta sei posti letto ma è chiamata a servire un'utenza di circa 400 mila abitanti.
"Si possono chiudere – si chiede Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – reparti ospedalieri così importanti che hanno lo scopo, come accade per l'Utic, di salvare la vita agli ammalati? Reparti come questi, dove gli interventi e le risposte dovrebbero essere immediate, non possono chiudere i battenti senza porsi prima, e soprattutto, il problema di garantire un'adeguata offerta sanitaria ma solo quello di far quadrare qualche conto. A che prezzo?"
"Praticamente – conclude Antonucci – i cittadini della Provincia che ne avranno bisogno dovranno mettersi in fila per 'aggiudicarsi' uno dei sei posti letto di Andria. Se le cose dovessero andare così, si creerebbe un rapporto sproporzionato, rispetto alle medie nazionali, tra il numero degli abitanti ed i posti letto dell'Utic. Chi ha decido per il taglio di questi reparti ha capito bene cosa stava facendo? L'offerta sanitaria sul territorio è sufficiente? È adeguata a far fronte alla domanda assistenziale? Va bene il preoccuparsi della salute delle casse ma quella dei cittadini deve venire prima. Non vorremmo che il 'pellegrinaggio' per gli ospedali della Provincia in cerca di cure ed i trasferimenti degli ammalati abbiano costi tali da rendere alla fine dei conti il risparmio solo virtuale".
Ufficio Stampa CGIL BAT