Economia
Caro prezzi: a caccia delle promozioni
Dall’analisi della Coldiretti Puglia, spicca la riduzione degli sprechi alimentari
Puglia - mercoledì 8 giugno 2022
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Per fare la spesa i consumatori pugliesi non usano l'auto (89%) e di fronte agli aumenti dei prezzi del carrello torna anche la lista della spesa in 4 famiglie su 10 (38). E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti Puglia, sulla base del sondaggio di Coldiretti, secondo cui a causa del caro gasolio che costringe a tirare la cinghia i consumatori pugliesi stanno cambiando le abitudini di acquisto, facendo la spesa vicino casa o al luogo di lavoro (89%), il 7% fa gli acquisti on line o in negozi con consegna a domicilio e solo il 4% è disposto a fare la spesa lontano da casa o dai luoghi di lavoro. Con il caro prezzi si va anche a caccia delle promozioni (38%), si guarda con più attenzione al rapporto prezzo/kg di prodotto degli alimenti (47%) e soprattutto si taglia il superfluo (48%) a tavola, secondo Ismea che ha analizzato le strategie di risparmio dei consumatori di fronte all'aumento dei prezzi alimentari che a maggio per l'Istat è stato del 7,1%.
Tra i comportamenti virtuosi segnalati dai consumatori spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l'Italia dove in media nella spazzatura finiscono quasi 31 chili all'anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole dei pugliesi – continua la Coldiretti – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come i calzoni di verdura, il pancotto con pane raffermo e verdure di stagione, le polpette di pane e la frittata di pasta. La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l'attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola con la guerra in Ucraina e il Covid che hanno spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità. Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un'azienda agricola su cinque, grazie al progetto economico di filiera corta di 'Campagna Amica', con cui in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell'ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall'affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.
Se i prezzi per le famiglie corrono l'aumento dei costi colpisce duramente l'intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti Puglia – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell'attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell'aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, conclude Coldiretti Puglia nel sottolineare che nell'immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.
Tra i comportamenti virtuosi segnalati dai consumatori spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l'Italia dove in media nella spazzatura finiscono quasi 31 chili all'anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole dei pugliesi – continua la Coldiretti – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come i calzoni di verdura, il pancotto con pane raffermo e verdure di stagione, le polpette di pane e la frittata di pasta. La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l'attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola con la guerra in Ucraina e il Covid che hanno spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità. Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un'azienda agricola su cinque, grazie al progetto economico di filiera corta di 'Campagna Amica', con cui in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell'ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall'affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.
Se i prezzi per le famiglie corrono l'aumento dei costi colpisce duramente l'intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti Puglia – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell'attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell'aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, conclude Coldiretti Puglia nel sottolineare che nell'immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.