Amministrazioni ed Enti
Chiediamo all'amministrazione perchè non si apre il Centro Nicolas pronto da due anni?
A chi può giovare la chiusura del centro. Cosa è accaduto da allora? Niente
Canosa - martedì 30 ottobre 2012
18.08
Giriamo la richiesta pervenutaci dalla direzione del Centro Nicolas di Canosa di Puglia al Sig. Sindaco dott. Ernesto La Salvia . (Stessa richiesta in passato era stata avanzata già all'ex Sindaco Francesco Ventola).
Viviamo in una cittadina dove difficilmente qualcuno investe in nuovi progetti, promuove nuove idee e che soprattutto lo faccia rischiando proprie risorse; non a caso, e mi dispiace essere così critica nei confronti di un paese che nonostante tutto amo molto, l'impressione è che sono anni ormai, che non cresce, da nessun punto di vista. Qualche anno fa invece, la società "Arcobaleno", ha investito denaro e non solo, in un progetto molto nobile, quale la costruzione di un centro socio-riabilitativo, che fu denominato "Nicolas".
Nonostante le difficoltà, la burocrazia, e il dispendio di energie e denaro che questo ha comportato (si parla di 1.600.000 euro, di cui 400.000 finanziati dal Ministero al Welfare, e la rimanente parte dalla società succitata, della quale è rappresentante legale la Sig. Fernanda Laudiero), finalmente due anni fa il centro, con la soddisfazione di chi ci ha creduto, fu ultimato. Cosa è accaduto da allora? Niente.
Il centro, in tutto il suo splendore giace in via Cagliari, ma non può ancora essere funzionante. Tutti ci chiediamo naturalmente il perché di tanto spreco, dato che il centro ultimato comporta ingenti costi di manutenzione,utenze, ammortamento, vigilanza, oltre ai posti di lavoro che potrebbe offrire e non può per il mancato utilizzo della struttura! Manca la sottoscrizione della contrattualizzazione da parte della ASL! La domanda che poniamo al Direttore dell'ASL/BAT dott. Giovanni Gorgoni, speranzosi in una sua sollecita risposta è: "come mai tanto ritardo, sapendo che l'apertura del centro farebbe risparmiare alla ASL circa il 50% sulle rette pagate per gli utenti istituzionalizzati (soprattutto fuori regione), nel trasferire detti utenti nella propria ASL?". .......................per la ASL sarebbe conveniente visto che la retta giornaliera per il Residenziale ammonta a euro 64,38 di cui il 70% a carico della ASL e il 30% a carico dell'utente e/o al Comune relativamente al reddito dichiarato dall'utente; per il centro diurno invece, la retta giornaliera ammonta a euro 62,24 di cui il 50% a carico della ASL e il 50% a carico dell'utente o del Comune a seconda del reddito dichiarato.
La situazione ha del paradossale visto che si darebbe un servizio che sul territorio trova un ampio bacino d'utenza, che al momento è costretta a recarsi fuori paese, e la ASL e il Comune risparmierebbero denaro in quanto al momento vengono sostenute anche le spese di trasporto degli utenti in altri centri.
Ci auguriamo tutti, ma in particolare gli utenti e le loro famiglie che la situazione venga sbloccata al più presto, ma nel frattempo noi continueremo a cercare le motivazioni reali che non consentono di realizzare un progetto che renderebbe più agevole la vita a tante famiglie senza ulteriori aggravi sulle istituzioni.
Mara Di Nunno
( La Terra Del Sole - ottobre 2012 )
Viviamo in una cittadina dove difficilmente qualcuno investe in nuovi progetti, promuove nuove idee e che soprattutto lo faccia rischiando proprie risorse; non a caso, e mi dispiace essere così critica nei confronti di un paese che nonostante tutto amo molto, l'impressione è che sono anni ormai, che non cresce, da nessun punto di vista. Qualche anno fa invece, la società "Arcobaleno", ha investito denaro e non solo, in un progetto molto nobile, quale la costruzione di un centro socio-riabilitativo, che fu denominato "Nicolas".
Nonostante le difficoltà, la burocrazia, e il dispendio di energie e denaro che questo ha comportato (si parla di 1.600.000 euro, di cui 400.000 finanziati dal Ministero al Welfare, e la rimanente parte dalla società succitata, della quale è rappresentante legale la Sig. Fernanda Laudiero), finalmente due anni fa il centro, con la soddisfazione di chi ci ha creduto, fu ultimato. Cosa è accaduto da allora? Niente.
Il centro, in tutto il suo splendore giace in via Cagliari, ma non può ancora essere funzionante. Tutti ci chiediamo naturalmente il perché di tanto spreco, dato che il centro ultimato comporta ingenti costi di manutenzione,utenze, ammortamento, vigilanza, oltre ai posti di lavoro che potrebbe offrire e non può per il mancato utilizzo della struttura! Manca la sottoscrizione della contrattualizzazione da parte della ASL! La domanda che poniamo al Direttore dell'ASL/BAT dott. Giovanni Gorgoni, speranzosi in una sua sollecita risposta è: "come mai tanto ritardo, sapendo che l'apertura del centro farebbe risparmiare alla ASL circa il 50% sulle rette pagate per gli utenti istituzionalizzati (soprattutto fuori regione), nel trasferire detti utenti nella propria ASL?". .......................per la ASL sarebbe conveniente visto che la retta giornaliera per il Residenziale ammonta a euro 64,38 di cui il 70% a carico della ASL e il 30% a carico dell'utente e/o al Comune relativamente al reddito dichiarato dall'utente; per il centro diurno invece, la retta giornaliera ammonta a euro 62,24 di cui il 50% a carico della ASL e il 50% a carico dell'utente o del Comune a seconda del reddito dichiarato.
La situazione ha del paradossale visto che si darebbe un servizio che sul territorio trova un ampio bacino d'utenza, che al momento è costretta a recarsi fuori paese, e la ASL e il Comune risparmierebbero denaro in quanto al momento vengono sostenute anche le spese di trasporto degli utenti in altri centri.
Ci auguriamo tutti, ma in particolare gli utenti e le loro famiglie che la situazione venga sbloccata al più presto, ma nel frattempo noi continueremo a cercare le motivazioni reali che non consentono di realizzare un progetto che renderebbe più agevole la vita a tante famiglie senza ulteriori aggravi sulle istituzioni.
Mara Di Nunno
( La Terra Del Sole - ottobre 2012 )